diciannove

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carla bansi è decessa alle 21.30
questa frase mi risuona in testa da quando sono entrata in ospedale, non posso crederci.
non ho avuto neanche l'ultima occasione per salutarla, per dirle quanto io amassi quella donna.
era l'unica persona che mi conosceva a fondo, che mi capiva solo con uno sguardo.
sapeva tutto i miei punti deboli, sapeva come rendermi felice.
l'unica persona che non mi ha mai tradita, che mi è sempre rimasta accanto anche quando avevo incominciato a farmi la cocaina.
lei era sempre lì, al mio fianco, anche se ora non lo sarà più fisicamente, sono sicura che mi guarderà da lassù.

spero tu ora possa stare bene, che non possa più provare dolore.
ora sei il mio angelo.
ti amo mamma

mi sedetti su una sedia, mi strinsi le ginocchia al petto e mi lasciai un pianto sofferente.
avevo la vista offuscata, la testa che mi girava, stavo ancora realizzando che la donna della mia vita non potrò più vederla, anzi potrò vederla soltanto per foto.
avevo bisogno di qualcuno al mio fianco, ma nel momento del bisogno sistematicamente tutti sparivano, ormai ne avevo fatto l'abitudine.
ero sola, nell'ospedale, buio, ogni tanto qualche dottoressa o infermiera veniva a consolarmi, a darmi una carezza.
appoggiai la testa alle ginocchia a mi addormentai.

••••

mi svegliai dal rumore delle porte delle stanze che sbattevano.
mi alzai, presi un caffè e mi avviai a lavoro direttamente.
una cosa giusta m'è andata: sono riuscita a prendere il tram.
accesi il telefono e mi accorsi delle tante chiamate e dei messaggi di anas.
li lèssi tutti, infilai le cuffie  con il volume a palla e mi misi a sfogliare le foto più recenti che avevo con mamma.
una volta arrivata alla fermata del bar, scesi ancora con il telefono tra le mani e mi scontrai con una persona.
solitamente mi sarei girata e gliene avrei dette quattro ma non avevo nemmeno la forza di farlo così continuai per la mia strada.
sentii una voce e sembrava che si stesse rivolgendo a me, così stoppai la musica e mi girai.
<<cos'è neanche mi saluti adesso?!>>
era anas, anche lui tra le lacrime, mi sarebbe venuto da corrergli incontro e abbracciarlo più forte che potei, ma non ci riuscivo, non dopo quello che mi ha fatto ieri sera.
<<scusa, non ti avevo neanche visto>>risposi con voce debole.
<<possiamo parlare?>>domandò.
<<devo andare a lavoro>> lo liquidai.
<<ti passo a prendere io dopo, non mohamed>>rispose acido.
<<non scomodarti prendo il tram>>continuai facendo partite la musica incamminandomi verso il bar.

tra lacrime e singhiozzi arrivai nel locale.
<<dai irene sono solo 5 ore, ce la puoi fare>>mi incoraggiai da sola.
non appena entrai martina mi accolse con un abbraccio <<ancora ci pensi?>>chiese.
dopo qualche secondo sibilai <<mamma>>
<<è morta ieri, ed io non c'ero>>aggiunsi scoppiando in lacrime.
<<ire, io non so che dirti, mi spiace, sai che se vuoi puoi prenderti tutto il tempo che vuoi, io ci sono>$
mi coccoló.
<<no marti, vengo lo stesso, devo mantenermi>>tirai su con il naso.
<<se vengo qui almeno non ci penso più di tanto, mi distraggo un po'>>aggiunsi annuendo.
<<scusate, io vorrei un caffè>>ci interruppe un cliente con l'indice alzato.
vidi martina che lo fulminò con lo sguardo.
ci staccammo e incominciò la nostra giornata lavorativa.

ad un certo punto entrarono amine, zaccaria e mohamed.
andai verso di loro cercando di nascondere tutta la sofferenza che avevo in corpo.
<<ueue che vi porto?>>domandai sorridendo.
<<per me un cornetto al cioccolato ed un caffè>>prese parola amine.
<<per lo stesso>> aggiunse zaccaria.
<<invece per me uno alla crema con un ginseng>> disse mohamed.
<<perfetto! arrivano subito>>esclamai voltandomi verso il bancone.
li servii e quando finirono fu mohamed a pagare.
<<tutto okay?>>chiese battendo la banconota da 20 sul tavolo.
<<sisi>>risposi stampando lo scontrino.
<<mmh io non me la bevo sai>>continuò aggrottando la fronte.
alzai lo sguardo dalla cassa, lasciai scendere una lacrima e dissi
<<non è solo per anas, ieri mamma è mancata>>
venne dietro il bancone e mi abbracciò forte, mi lasciò qualche baciò sui capelli.
<<sappi che io ci sono, a qualsiasi ora, per te ci sono sempre>>continuò.
<<grazie moha>>ringraziai.
<<ah e scusa per la maglia, è un po' sporca>>dissi ridendo incandola.
<<fa niente>>rise pure lui.

dopo aver spazzato il locale, mi avviai verso casa, prima di tornare però presi un pacchetto di sigarette.
avevo bisogno di rilassarmi, di sfogarmi e, piuttosto di farlo in altre maniere, lo faccio attraverso le sigarette, anche se sono consapevole che è sbagliato.

mi feci una doccia veloce, mi vesti con top bianco a maniche lunghe che lasciava intravedere la data di nascita di mamma che mi ero tatuata.
dei cargo marroncini e delle dunk rosso porpora e bianche.
lasciai i capelli sciolti e mi avviai verso il posto che nel quale mi aveva portato anas, sperando di non trovarlo.
mi feci tutta la strada a piedi, tra una sigaretta ed una canna arrivai.
mi sedetti nell'esatto punto nel quale ci 'accampammo' la prima volta che uscimmo.
piansi per svariati minuti.
ammirai il tramonto, era una delle cose che preferivo di più, mi incantava, potevo rimanere a guardarlo per ore.
ma non fu così sta volta perché venni interrotta da una voce roca, famigliare.

🎨ciaoo come state?
2mila visualizzazioni non so come ringraziarvi🦋

se io vado tu che fai? // anasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora