𝙘𝙝𝙖𝙥𝙩𝙚𝙧 𝙩𝙝𝙞𝙧𝙩𝙚𝙚𝙣 - 𝙞𝙛 𝙞 𝙘𝙤𝙪𝙡𝙙 𝙩𝙪𝙧𝙣 𝙗𝙖𝙘𝙠 𝙩𝙝𝙚 𝙘𝙡𝙤𝙘𝙠

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"Non sono cattiva, io non sono cattiva" ripeto, più a me stessa che a loro. Hopper si avvicina, mi si piega davanti e mi porge la mano "Noi ti crediamo, okay?" prova a rassicurarmi, eppure non mi fido, perché non hanno saputo nascondere la paura. Gliel'ho letta negli occhi. Sono combattuti, non sanno se provare compassione o se guardarmi come fossi il più spietato è disgustoso degli abomini. "Vieni con noi, sarai al sicuro" aggiunge "Devo tornare dagli altri" "No, Zhelanie, rischi troppo" "Devo salvarli!" egli si fa sfuggire un risolino divertito e scuote il capo "Sei come lei"
l'uomo d'un tratto si mostra rilassato, quasi familiare con la mia figura, destando preoccupazione nella donna che lo affianca
"Chi?" chiedo perplessa "Mia figlia, Jane" inarco le sopracciglia verso l'alto, perdendo qualche battito alla pronuncia di quel nome "O quella che tu conoscerai come Eleven".
Deglutisco.

Lui non è il padre, come non lo è il Dottor Brenner.

La curiosità però mi assale, non posso fare a meno di chiedergli spiegazioni.

"Cosa intendi dire?" "Eleven farebbe qualsiasi cosa pur di salvare i suoi amici, anche se non ne avesse la possibilità. Hai la sua stessa determinazione negli occhi e indubbiamente condividete la medesima forza. In poche ore, mi sono reso conto che siete spaventosamente simili" mi sorride, carezzandomi per un breve attimo il mento. Sapere che siamo simili mi dona un po' di pace e lenisce le ferite, quanto basta per aiutarmi a rimettermi in piedi.

"Dal momento che hai deciso di andare, non ti posso fermare" "Sei impazzito?" "Joyce, conosco il tipo, nell'istante in cui sbatteremo le palpebre lei avrà già trovato il modo per tornare dai suoi amici".
Gli sorrido di rimando, ringraziandolo con lo sguardo.
"Salvate il mondo" dico loro mentre mi volto, pronta ad andare "Fagli il culo".

( ... )

Lo Starcourt è distrutto, così come il parcheggio degli innamorati. Un posto ch'è sempre stato un ritrovo e nascondiglio per i giovani, adesso è un covo di detriti. Due auto sono poco lontane dall'entrata e sono totalmente distrutte, riconosco subito la prima come quella di Billy e ciò non mi sorprende  ...  d'altronde ha un macabro legame con il Mind Flayer. La seconda, però, è ancor più irriconoscibile, si vede ben poco di quel che ne rimane. Mi avvicino dunque ulteriormente alla ricerca di indizi, per prepararmi a quel che dovrò affrontare una volta fatta irruzione nel Centro Commerciale. C'è una targa sull'asfalto, non si vede molto, ma le prime 4 cifre bastano a lasciarmi senza fiato.
È l'auto di Steve.

Le sorpasso a passo deciso, veloce, senza perdere altro tempo. Non so se sia ancora vivo, probabilmente mi ha già lasciata, ma se c'è una sola possibilità che possa sbagliarmi, farò di tutto pur di impedirlo.

Corro all'interno dello Starcourt, dove regna sovrano il caos.
Eppure  ...  non ho paura.

Raggiungo il centro esatto dell'edificio, dove mi si presenta davanti agli occhi uno scenario raccapricciante.

Billy è in piedi davanti ad una figura mostruosa la quale altezza quasi raggiunge il secondo piano. Da qui, proprio affacciato al balcone, vedo Steve accanto a Robin  ...  vivo. Dalla parte opposta, invece, ci sono Nancy e Jonathan, alle quali spalle posso vedere il resto della truppa. Mi rendo conto poco dopo che all'appello manca una persona, qualcuno verso cui adesso nutro preoccupazione.

E poi la vedo  ...  la vedo proprio lì, stesa al pavimento  ...  ed ha tutta l'aria di essere un sacrificio. Balzo nella sua direzione, armata della mia sola forza, ma qualcosa mi ferma.
Billy si oppone al suo padrone, impedendogli di uccidere la ragazza.
In un attimo, la vittima sacrificale è lui.

Lunghe braccia letali lo trapassano da parte a parte e allo stesso momento lo sollevano, proprio come se stesse mettendo in mostra un trofeo. Le lacrime scendono inevitabilmente, mentre guardo morire qualcuno che infondo aveva un gran bel cuore. Qualcuno che aveva soltanto bisogno di essere capito.
Billy Hargrove, adesso, non ne ha più la possibilità  ...  ma per me, questa sera, è morto da eroe.

Il Mind Flayer reclama sangue, quello della mia bambina. È avido, affamato, insaziabile. Numerose braccia si levano in aria, qualcuno in lontananza grida, chiama il nome della ragazza, ma nessuno può più far nulla  ...  nessuno, tranne me.

Cammino verso il mostro, passando inosservata ai presenti che ancora non hanno notato la mia presenza.

« Lo farete presto ».

È il mio braccio, questa volta, a sollevarsi.
Con esso, anche la creatura.
Nessuno comprende, nessuno se lo spiega, ma tutti trasaliscono.
Eleven stessa non sa cosa stia accadendo, quale miracolo l'abbia salvata da una fine orribile.

Come da manuale, soltanto una come Nancy Wheeler avrebbe potuto accorgersene.

"Non può essere.." mima con le labbra, attirando l'attenzione di Jonathan.

Il mostro neanche tocca più il pavimento, la sua enorme testa quasi sfiora quel che resta della cupola. Si dimena, prova a ribellarsi, ma ha a che fare con qualcosa di ben più grande. Qualcosa che neanche io posso gestire ma che, al momento, è dettata da una forza ancor più potente  ...  l'amore.
Sono esausta, senza forze, ma devo  ...  devo  ...  devo farcela.

Spalanco le braccia, ricarico le munizioni  ...  e poi l'inevitabile accade.
L'esplosione.

Grido.
Ma non è più dolore, non è gioia, né liberazione  ...  è un grido di battaglia.

Non mi accorgo che anch'io mi sto librando in aria alla pari del mostro, che è incapace di sottrarsi alla mia forza. Anch'esso grida, attanagliato dall'agonia che prova a causa mia.

Sento il sangue scorrermi in viso, sgorgare dagli occhi come fosse un fiume in piena. Sento che tutto questo mi sta sfinendo, mi sta risucchiando via la vita  ...  ma sta salvando quella di anime innocenti, pure, di chi ha lottato alle mie spalle, di chi mi ama, di chi mi odia  ...  di una bambina che ha vissuto ingiustamente a causa dell'unione proibita di due anime impure.
Li sto salvando, tutti.
Inclusa me.

L'esistenza del Mind Flayer giunge al termine, riducendo la mia ad una porzione ridicola.
La massa informe rovina inerme al pavimento, frantumando quel che lo circonda al suo passaggio  ...  e così faccio anch'io pochi istanti dopo, il battito lento ed il respiro quasi inesistente. Al mio atterraggio, però, trovo due braccia  ...  le braccia che dopo ogni caduta hanno sempre saputo raccogliere i miei cocci, le stesse braccia che oggi, invece, non mi hanno lasciata cadere.

"Non lasciarmi, non lasciarmi.." singhiozza Steve, accarezzandomi la fronte con le dita pericolosamente tremolanti. Una seconda persona mi stringe la mano, sono mani piccole e delicate, dal tocco amorevole, premuroso  ...  "Resta con noi" mi sussurra Eleven, anch'essa al limite della resistenza.

« Chissà cos'hai dovuto passare, dolcezza mia ».

Come sul letto di morte, le immagini della mia vita mi passano davanti agli occhi. Preferisco fare fermo immagine su ciò che addolcirà questo viaggio e mi cullerà tra le braccia del Mietitore, felice e realizzata, sapendo che ho avuto uno scopo.
Il piccolo visino di Jane è proprio qui, il suo corpicino minuto è tra le mie braccia, e le sue labbra si muovono nei dolci vagiti di un neonato che cerca il calore nell'abbraccio della sua mamma.

"Sono qui, sono qui, piccola Jane.." "Sta delirando, sta.." Steve dà di matto, la sua voce si è alzata di qualche ottava, lo sento stringersi nel petto, lo vedo serrare la mascella e strizzare gli occhi affinché le lacrime scorrano più rapidamente. Allora compio un ultimo sforzo  ...  sorridendogli.

"Siete al sicuro.."

"NON ANDARTENE! NON ANDARTENE!"

"..siete"

"ZHELANIE!"

"..salvi".

the anagram of rozeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora