𝙘𝙝𝙖𝙥𝙩𝙚𝙧 𝙣𝙞𝙣𝙚 - 𝙙𝙚𝙢𝙚𝙩𝙧𝙖

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"Zhelanie! Zhelanie!"

Steve mi sta scuotendo in modo brusco, ma questo riesce finalmente a svegliarmi.
Annaspo, boccheggio in cerca d'aria ed una spiacevole sensazione allo stomaco mi dice che tra poco rigetterò fuori quel po' che vi è al suo interno.

Racchiude il mio viso tra le mani e lo colpisce piano con le dita al fine di farsi guardare negli occhi, chiamando ancora il mio nome. "Che succede? Che succede?" si ripete, le palpebre sbarrate e le labbra tremolanti "Hai fatto un incubo? Stavi gridando" annuisco, deglutendo a fatica "Era di nuovo lui?" annuisco ancora, portandomi una mano sulla pancia "Oh, no, no, no!" mi recupera tra le proprie braccia e corre verso l'esterno, permettendomi così di rimettere sull'asfalto bagnato. Mi tiene i capelli per tutto il tempo, carezzandomi la schiena con l'intento di tranquillizzarmi. Sento i muscoli contrarsi, comprimere gli organi che vanno a fuoco dopo ogni sforzo.

"Ho bisogno di.. di qualcosa" "Di cosa? Ti porterò tutto ciò che vorrai!" "Pillole.. qualcosa per tenermi sveglia.." egli tace per un po', ma non tarda ad opporsi "Non esiste, no!" "Steve, ti prego!" lo supplico "Scordatelo, non assumerai nulla!" "Allora portami Eleven" sentenzio, lo sguardo di chi non ammette repliche "È notte fonda, Lani" "Portami" incalzo "Eleven".

( ... )

"Non avere paura, okay?" "Non ne ho" fingo, sostenendo lo sguardo della ragazzina che sospira. Nancy, Jonathan, Will, Mike, Max e Dustin sono nel mio salotto, seduti in cerchio e con l'attenzione rivolta a noi.

Steve copre gli occhi di Eleven con una bandana che ho trovato in uno dei miei cassetti e mi duole ammettere che adesso percepisco un po' di paura. Non avrei mai immaginato di potermi trovare in una situazione simile, neanche mi sarei mai sognata che una cosa del genere potesse essere reale.

Ella mi tende la mano che stringo dopo un istante di vacillo.
"Rilassati".

"Io.. vedo qualcosa"
Sento la voce di Eleven, nient'altro. Avverto la sua presenza nella mia mente, la sento scavare nei suoi abissi troppo rapidamente, tanto che mi sento venir meno.

Vedo la porta di una suite, l'insegna mi dice che sia la camera " 000 ". Essa si apre, scoprendo due bambini in camice bianco intenti a giocare con quei pochi giochi che possiedono. Direi che si tratti di bambini malati a giudicare dalla rasata, ma sembrano stare bene.

"Arriveranno altri come noi?" la voce di una bambina proviene da uno dei due, sembra spenta, priva di emozioni "Credi che possa esistere qualcun altro di così potente? Se dovessero arrivare saranno inutili, nulla in confronto a noi due".

La bambina sembra intristita dalla risposta dell'amico che, al contrario, appare profondamente orgoglioso e convinto di ciò che ha appena detto.

"Non capisco.."

Lo scenario muta d'improvviso.

Siamo in una sala grande, arcobaleni e disegni per bambini sono disegnati sui muri bianchi. Di bambini, infatti, ve ne sono numerosi. Le grandi porte si spalancano ed una figura si palesa dietro quest'ultime. Resto senza fiato nel posare lo sguardo sul ragazzo dei miei incubi, che adesso vedo come fosse reale. Posso quasi sentirne il profumo.

"Buongiorno, bambini. Le lezioni cominceranno tra poco. Siete pronti?" chiede gentilmente "Dov'è Demetra?" chiede uno di loro, apparentemente triste "Non senti i suoi passi?".

Le porte si aprono nuovamente.
Esse annunciano l'entrata di una ragazza dai capelli scuri, lunghi e liscissimi, la pelle nivea, gli occhi castani, la corporatura esile e le labbra rosse che fanno contrasto con il suo incarnato. I bambini applaudono e sorridono, sono felici di vederla.

the anagram of rozeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora