𝙘𝙝𝙖𝙥𝙩𝙚𝙧 𝙩𝙝𝙞𝙧𝙩𝙝𝙮𝙛𝙤𝙪𝙧 - 𝙘𝙖𝙡𝙡 𝙤𝙪𝙩 𝙢𝙮 𝙣𝙖𝙢𝙚

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"Cosa dovremmo cercare in questo buco di merda, di preciso?" enuncia Steve mentre, accompagnato da Jonathan, prova a liberare la porta d'ingresso "Non lo sappiamo, ma questa casa è importante per Vecna" risponde Nance, la quale è impegnata ad osservarne la facciata esterna "Perché Max l'ha vista nella brodaglia mentale di Vecna?" "Praticamente".

Devo mordermi la lingua, perché ho la verità nascosta proprio sulla punta e non posso gettarla fuori. Li sto ingannando  ...  sto ingannando le uniche persone che tengano davvero al disastro che sono, le stesse che non esiterebbero a salvarmi semmai dovessi trovarmi in pericolo  ...  a costo di mettere in pericolo la propria vita.
Io, però, non riesco a rischiare quella dell'abominio che ha abitato questa casa e che adesso minaccia di radere al suolo ogni cosa.
Eppure l'abominio adesso sono io e m'incolpo per questo.
Se solo fossi in grado di svelare loro il mio piccolo segreto, magari tutto questo giungerebbe al termine in un unico respiro.

"Forse qui dentro c'è un indizio che ci porterà a Vecna, al perché è tornato, perché ha ucciso i Creel e a come impedirgli di fare del male a Max" "Voi non credete che sia qui, vero?" chiede Lucas, visibilmente intimorito dalla risposta che riceverà "Vecna non è materia, non agisce come le altre creature del Sottosopra" intervengo "Lo sai per certo?" mi chiede Nance, perplessa riguardo la mia affermazione "Io non  ...  l'ho mai visto nelle mie visioni, non è qualcosa che si può toccare, ma è una forza superiore, capace di ragionare a mente lucida, diversamente dai mostri che abbiamo ucciso" tutti loro mi guardano con attenzione, curiosi di sapere altro "Vecna ti tiene prigioniera nella tua testa, prima che tu possa accorgertene è lui a padroneggiare il tuo corpo" guardo Max, vedendola con il capo chino e gli occhi semichiusi "È troppo intelligente, non sarebbe così stupido da farsi trovare in una topaia come questa".
Steve volge uno sguardo a Jonathan, nessuno replica alle mie parole. I due, pertanto, buttano giù la lastra di legno, scoprendo una porta chiusa a chiave. Nel suo centro, una lastra di vetro riporta incisa una rosa  ...  anch'io, come Max, l'ho già vista.

"Cosa facciamo? Bussiamo per vedere se dentro c'è qualcuno?" ironizza Steve.
Senza mezzi termini, scaglio via il vetro che rovina al pavimento in migliaia di scaglie colorate.
"Avresti potuto farlo prima che ci distruggessimo le mani nel tentativo" mi riferisce un Jonathan leggermente adirato, sgranchendosi le dita mentre gli passo davanti ridendo sottecchi.

Sono seguita subito dagli altri, seppur guidati da uno scopo ben differente dal mio.
Steve fischia al nulla, guardandosi attorno con nonchalance "Qualcuno ha dimenticato di pagare la bolletta della luce" scherza a voce alta, lanciando uno sguardo al soffitto dal quale pendono numerose ragnatele "Non penso che le vedove nere possano permetterselo" rispondo "Vedete? La coppia perfetta!" ironizza Dustin, gesticolando e facendo espressione buffe com'è di sua consuetudine. Lo stesso tira fuori dal proprio zaino una torcia con la quale illumina fiocamente l'ambiente circostante, guardando Steve con ovvietà "Dove le avete prese?" "Ma ti si deve dire proprio tutto?" chiede retorico, procurando al suo interlocutore un'espressione indecifrabile ed esilarante "Non sei un bambino" continua, piazzandogli poi tra le mani lo zaino "Tasca posteriore" gli dice infine, allontanandosi da lui mentre scuote il capo indignato.

Mi pongo al fianco delle ragazze quasi ignorando gli occhi di Steve che mi chiedono di affiancarlo, realizzando quanto il ritorno di Henry mi stia allontanando dal mio attuale fidanzato  ...  colui con cui ho una prospettiva di vita normale, un futuro roseo dove ci figuro proprietari di una delle più belle case di Hawkins per i quali corridoi sentiremo ticchettare i piedini dei nostri bambini. Io, però, da brava merda quale sono, scelgo sempre ciò che rasenta quel che di più sbagliato possa esistere.

"Hanno lasciato tutto" dico sottovoce "Un triplice omicidio non aumenta il prezzo di mercato" aggiunge Robin. Mi avvicino alla mensola impolverata, passandovi sopra le dita come se non fosse realmente sporca. Su di essa si presentano numerose decorazioni che a giudicare dalle fantasie son state messe qui da Virginia Creel. All'angolo, invece, vi sono due cornici  ...  e in una di questa è stata incastrata una foto del piccolo Henry Creel.
La raccolgo come se attorno a me non ci fosse nessuno, come se tutto quel che mi circonda si fosse magicamente annullato.
Quelli che vedo  ...  sono i suoi bellissimi occhi.
E le labbra, il naso  ...  minuti e delicati come quelli di Jane.
"Credi sia Henry Creel?" mi coglie di sorpresa Nance, facendomi sobbalzare "Immagino quanto ti senta tesa, so che tutto questo per te non sarà facile" m'intima la ragazza, carezzandomi delicata la schiena "Siamo qui con te e Max, non permetteremo a Vecna di farvi del male".
Le volgo un sorriso  ...  un sorriso finto.
Le sue parole sono come un proiettile sparato dal più abile dei cecchini ed il bersaglio è l'esatto centro del mio cuore, che esplode per divenire nient'altro che una poltiglia ricoperta di sangue.
"Grazie" le dico amaramente.

the anagram of rozeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora