Capitolo 1: Padrona delle fiamme

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«Hawkins è una di quelle città dove non succede mai nulla, lo ha notato?- Gli occhi verdognoli di Livia osservavano fuori mentre Miss Kelley ascoltava- Tutti continuano a dire che prima delle morti si stava bene, ci si sentiva al sicuro ed ora è tutto un disastro»
«Tu non lo pensi, Livia?» domandò Miss Kelley, con quel suo tono dolce.
«Certo che non lo penso, i problemi ci sono sempre stati, le morti sono solo un capro espiatorio per la gente»
«Per questo non ti ho vista in palestra questa mattina? parlavano anche di tua madre sai?- nessuna risposta. La psicologa aveva tentato di parlare di quella parte della vita di Livia Walker per molti mesi, ma la ragazza si rifiutava di rispondere -Hanno detto cose molto dolci su di lei, Jason si è guadagnato l'applauso da parte di tutti... c'era anche Chrissy, la tua amica»
«Davvero? Come sta? È un po' che non le parlo» il silenzio piombò nuovamente tra le due, Miss Kelley si rese conto che il tempo tra le due era finito.
Raccomandò più e più volte alla ragazza di non saltare le lezioni e da parte sua Livia augurò una buona giornata alla dottoressa e lasciò silenziosamente la stanza.

Dopo la scuola tornò a casa, dove trovò un biglietto lasciatole dal padre.
"Sono al lavoro". Si ostinava a mentirle.
Ripulì la cucina dalle bottiglie di alcol vuote, e si preparò un pasto veloce.
Mentre mangiava si avvicinò al calendario e per poco non soffocò con la pasta.
«La partita!» lasciò il piatto nel lavandino e si cambiò la maglietta con una camicia a quadri, rimise le scarpe ed usci prendendo il motorino per tornare a scuola.
Livia quella sera aveva il compito di sostituire il fotografo del giornale della scuola, un suo compagno di classe e doveva accordarsi con Nancy Wheeler.

«Nancy!»
«Eccoti finalmente, stavo per rinunciare alle foto per l'articolo» il volto della ragazza era sempre così severo, come il suo modo di vestire e parlare.
Livia si scusò un infinità di volte e una volta accordato tutto, si mise in posizione.
Al termine della partita lascio la fotocamera a Nancy, perché l'avrebbe ridata al compagno, ed uscì prima che la squadra potesse iniziare a far baldoria.

Approfittò della pace per fumare una sigaretta, appoggiata al motorino.
«Ehi scusa! mi potresti prestare l'accendino?» un ragazzo alto e dai capelli lunghi si stava dirigendo verso di lei, con la mano alzata come a farsi notare anche se erano solo loro due.
Livia annuì porgendogli l'accendino.
«Grazie tante» sorrise l'altro con la sigaretta tra le labbra. Abbassò il capo e copri la fiamma con una mano piena di anelli.
«Ecco a te» Livia accennò un sorriso riprendendosi l'accendino e girò la testa come se stesse aspettando qualcuno.
«Sono Eddie»
«Cosa?»
«Eddie...mi chiamo Eddie Munson...sai lo strano? Eddie lo strano Munson»
«Si so chi sei- Livia si rese conto che quella frase doveva sembrare poco gradevole, come Miss Kelley amava dirle quando rispondeva in modo affrettato -io...sono Livia e ho sentito parlare di Eddie lo strano Munson» riprese cercando di sorridere.

Eddie sembrò apprezzare quello sforzo, sorrise apertamente e le si mise accanto, guardando il cielo.
«Osservavi le stelle, Livia?»
«No...aspettavo che un cappellone mi chiedesse l'accendino» l'altro ridacchiò.
«Cavolo, continuo a guadagnarmi nomignoli»
«È segno di grandezza»
«Credo di dovertene dare uno anche io allora, tu sarai...Livia la padrona delle fiamme!» la ragazza rise.
«E tu invece?- Eddie si indicò la maglietta dell'Helfire Club -Ah già, giocavate a D&D vero?»
«Esatto!- Il sorriso di Eddie tornò ad illuminargli il volto -sei una forte allora»
«Che intendi?»
«Sai, io e i ragazzi pensavamo che fossi una normale, noiosetta e schizzinosa, sai che intendo, no?»

Livia scoppiò in una fragorosa risata.
"Normale, dice lui" pensò

«Si, si so che intendi- spostò i capelli dal volto- ma non è il caso mio, solo non ci gioco, non ho mai avuto tempo o voglia»
«Capito... be' c'è sempre tempo per imparare»
Lei annuì prendendo il casco;
«Meglio che vada»
«Ah! Certo, anche io dovrei andare...a presto Livia, la padrona delle fiamme» fece un inchino.
«A Presto, Eddie il cappellone» ricambiò lei, mentre il ragazzo andava al furgone.

Non passarono due minuti che la sua voce la attirò di nuovo.
«Livia... è un po' imbarazzante e ti giuro non l'ho fatto apposta ma...mi daresti uno strappo a casa? Quel catorcio di merda non vuole partire»
Lei ridacchiò ed acconsentì, riportando alla roulette dove viveva con lo zio.
«Domani vado al lavoro verso le sette...se vuoi ti riporto al catorcio di merda»
«Sei la mia salvatrice Livia Padrona delle fiamme! Giuro che mi sdebiterò con voi!»
Livia ridacchiò e diede la buonanotte al cappellone.

Miss Kelley forse avrebbe detto che per qualche fugace attimo Livia si fosse dimenticata di ciò che aveva vissuto fino a quel giorno, e che quella serata era solo il primo passo verso la completa guarigione delle cicatrici del suo passato.

Under your spell //Eddie Munson x ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora