Capitolo 3: Iron Maiden

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Non sapeva dove andare. Non aveva amici stretti a cui affidarsi o parenti. iniziò a pensare che per quella notte si sarebbe semplicemente messa su una panchina e avrebbe sperato che nessun ubriacone l'avrebbe picchiata o peggio...

Iniziò a piovere, così risalì sul motorino, dopo la breve pausa sulla panchina fuori dalla scuola, e guidò quasi senza accorgersene verso casa di Eddie.
Bussò due volte, molto lievemente come si fa quando si spera che nessuno apra.
Si sentiva stupida, perché era andata da lui? parlavano da sole tre settimane e tutte le volte era lui ad iniziare. Come poteva presentarsi in quelle condizioni, bagnata e con qualche straccio nello zainetto, ora zuppo quanto lei.

"Meglio andare via a questo punto"

La porta si aprì proprio mentre se ne stava andando.
«Livia che ci fai qui fuori? sta diluviando vieni dentro presto»

"Non parlarmi così, ti prego"

Sentiva le lacrime agli occhi. Non sapeva spiegarsi se era gioia, stanchezza o tristezza ma sentiva di non poterle fermare.
Entrò con la testa bassa, si scusò più volte per l'intrusione mentre Eddie prendeva lo zaino e la felpa zuppi.
«Sei tutta bagnata...avanti ti dò qualcosa di asciutto e ti preparo un tè caldo. Cosa ti è saltato in mente per uscire con questo tempaccio?- fece una pausa sorridendo -Sono così irresistibile?»
«Eddie...- Livia alzò solo in quel momento lo sguardo, mostrando gli occhi rossi. Ma quando vide quel stupido sorriso sul volto dell'altro non riuscì a fermare le risate -Esatto... è questo il problema Eddie il cappellone irresistibile» scoppiò in un misto di risate e lacrime, coprendosi la faccia con le mani mentre il ragazzo rimase davanti a lei, confuso.

La lasciò cambiare mentre preparava il tè (trovato per miracolo in fondo ad un armadietto) e poi la fece accomodare sul divano, sedendosi accanto a lei.
«Vuoi raccontarmi cos'è successo?» Livia scosse la testa.
«Ho solo bisogno di un posto dove stare... per un po', credo un periodo piuttosto lungo»
«Puoi restare qui, non c'è problema...o meglio c'è ed è che la mia stanza è... be' dovrei ripulirla prima di farti entrare sai»
«Posso dormire sul divano comunque»
«No, scordatelo, vado a pulirla subito»
«Ti posso aiutare»
Eddie scosse la testa.
«Ti devi riscaldare ora. Pensa a questo»

Eddie si mise al lavoro per ripulire quella stanza. Spostò mobili, cambiò addirittura le lenzuola e gettò la spazzatura. L'odore non era dei migliori, come nel resto della roulotte, ma almeno alla vista sembrava una stanza.
Si poteva dire soddisfatto del lavoro svolto ma si prese ancora qualche attimo per pensare a cosa era appena successo.

Livia Walker era entrata in casa sua, piangendo, bagnata, con una borsa con i risparmi e qualche vestito preso quasi ad occhi chiusi. Era fuggita di casa, ovviamente, ma perché? Non voleva parlarne (come era suo solito fare) ed ora se ne stava seduta sul divano, zitta.
Si sporse dalla stanza per guardarla.
I capelli neri erano ancora bagnati ed arricciati, gli occhi verdi fissi sulla tazza che le mani magre tenevano saldamente.
Il naso leggermente a patata si arricciava nel tentativo di non starnutire probabilmente, e nel fare ciò muoveva le labbra sottili e rosate, facendo piccole smorfie.

Era sbagliato pensare che quella ragazza in una situazione disperata fosse così carina? Non sapeva rispondere a questa domanda, ma sicuramente non era opportuno flirtare con lei in quel momento quindi si andò a sedere con lei, mantenendo il silenzio.

«Il tè è davvero buono»
"Che cosa stupida da dire"
«Grazie, l'ho comprato apposta per questa occasione sai?»
«Fanculo Munson»
risero insieme per qualche minuto e poi parlarono di musica fino a notte tarda.
Alla fine dormirono entrambe sul divano, ascoltando gli Iron Maiden...la più improbabile delle ninna nanne forse, ma per i due funzionò perfettamente.

Under your spell //Eddie Munson x ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora