Capitolo 4: Incantesimo

211 7 0
                                    

La mattina dopo Livia si svegliò per prima. Osservò un secondo Eddie, rannicchiato nell'angolo del divano.
Spense la musica ed andò a controllare i suoi vestiti, si erano asciugati quindi si cambiò.
Diede un'occhiata al tempo, era nuvoloso ma non pioveva più, il suo motorino era ancora bagnato ma con un panno avrebbe potuto asciugare il sellino.

Preparò la colazione. Eddie non accennava a svegliarsi così gli si sedette accanto, scuotendolo un pochino.
«Eddie, dobbiamo andare a scuola»
Il ragazzo mugugnò girandosi e scivolando sulle sue gambe.
Livia sobbalzo, lo osservò e fece per spostare la frangia dalla fronte del ragazzo.
Improvvisamente però si fermò, come se si fosse ripresa da una trance. Prese il bicchiere di acqua e lo versò sul volto di Eddie, che si alzò subito urlando.

Livia ridacchiò alzandosi: «Buongiorno principessa, le ho preparato la colazione, si prepari, oggi ha diversi incontri regali»
«Per fortuna ho già lavato la faccia allora- sorrise passandosi le mani sulla faccia -grazie per la colazione»
«Di nulla...ci vediamo a scuola» prese lo zaino ed andò a scuola.

"Cosa mi prende? perché ho reagito così? Deve avermi lanciato un maleficio, un incantesimo o cose simili"

Quel pomeriggio Miss Kelley si mostrò più aggressiva, domande più profonde e discorsi sulla sua situazione scolastica.
«Ho avuto un'emergenza familiare...» si giustificò Livia.
«La tua famiglia non dovrebbe ostacolare il tuo percorso scolastico, so che non hai fatto richiesta per il collage»
«Non so neanche cosa voglio fare...»
«Sei una ragazza brillante, almeno nelle materie umanistiche, dovresti impegnarti in quello e cercare un futuro in quell'ambito. Ti piacciono quelle materie no?»
«Si...ma non danno un futuro sicuro, non voglio...lasciamo perdere»
La donna sospirò, erano mesi che andava avanti quella situazione.
«Livia, se continui a chiuderti così ti autodistruggerai; non hai amici con cui parlare o confrontarti?»
«La vuole smettere di dirmi cose del genere?!- sbottò, e sotto sotto Miss Kelley fu felice di ricevere una reazione così forte -Non ho intenzione di affidare i miei problemi ad altri, sono apposto così e vengo in questo stupido sportello solo perché mi hanno costretto dopo l'incidente allo Starcout! Come se ci fossi morta dentro cazzo ho solo una cosa in più a cui pensare ed un genitore in meno e non mi serve che me lo ricordino tutti» Recuperò le sue cose ed uscì dallo studio, camminando velocemente verso i bagni e chiudendosi dentro uno di questi.

Era decisamente arrabbiata, quella rabbia che esce quando non vuoi piangere, perché credi di essere più forte si così, più forte di quegli idioti che continuano a preoccuparsi per te.
I problemi ci sono sempre stati e sempre ci saranno.
"Perché si preoccupano per me?!"

Il bagno accanto al suo venne chiuso, sentì la ragazza accanto iniziare a vomitare e piangere, la riconobbe subito.
Passo sotto al separé e le si mise accanto, le prese i capelli con una mano mentre con l'altra le accarezzava la schiena.
«Coraggio Chrissy» disse dolcemente.
L'altra alzò la testa.
«Non ce la faccio più Livia -disse con le guance bagnate dalle lacrime- non ce la faccio davvero più» la abbracciò, lasciandosi accarezzare dalla ragazza.
«Lo so Chrissy...»

Chrissy e Livia erano amiche dalle medie, avevano fatto di tutto insieme ma dopo l'incidente al supermercato era cambiato tutto.
Livia si era chiusa nel suo dolore e non poteva sopportare quello di Chrissy, che si appoggiò al fidanzato Jason, un ragazzo piuttosto egoista ed ignorante, Livia lo odiava. Con il tempo le due so erano separate, non parlavano più, si guardavano imbarazzate nei corridoi e fuori dallo studio di Miss Kelley.
Erano uno stereotipo, la reginetta della scuola e la strana solitaria.
Si volevano bene come sorelle.

La sera Livia tornò da Eddie, con una cena presa in una tavola calda sulla strada.
Il giorno dopo ci sarebbe stato il torneo di Basket, la finale.
Derisero per tutta la sera la squadra, Eddie le disse anche che sarebbe stato all'Hellfire per una partita importante, quindi sarebbe tornato tardi.
«Ho messo nei guai due primini, devono trovarmi un sostituto per domani»
«Davvero? Pensi che ce la faranno?»
«Si, Dustin è in gamba...il suo amico Wheeler però... così così- rise maligno mangiando l'ultimo boccone, ed alzandosi per prendere la valigetta del pranzo -Ti va di fumare?»
«Ho lasciato le sigarette nello zaino»
«Non fumiamo sigarette questa sera- sorrise prendendo una bustina dalla valigia. -ti va?»
Livia annuì: «Va bene, proviamo»
«Non hai mai fumato erba prima?»
Scosse la testa: «Costa troppo per me»
«È il tuo giorno fortunato! oggi gratis»
«Non posso accettare allora» fece per prendere il portafoglio.
«Insisto- le prese la mano -stai tranquilla Livia, davvero»

Si sedettero sul divano, fumando e chiaccherando tranquilli, lasciandosi trasportare dalla serata.
«Come va?» chiese Eddie ad un tratto.
«Ora? Ora va bene»
«Ee..in generale?»
«È complesso»
«Cerca di spiegarlo»
«Sono un po' annebbiata, potrei dire cose di cui mi pentirei domani mattina»
«Aah non dire così- il ragazzo lasciò cadere la mano su cui poggiava la testa, che a sua volta si piegò con un sorrisetto -avanti, racconta, consideriamolo un pagamento»
Livia lo guardò con un mezzo sorriso e scosse la testa divertita.
«Va bene Munson, hai vinto- si mise comoda soffiando il fumo -in generale è un vero cazzo di casino...in circa tre settimane è cambiato tutto sai? ho parlato con Chrissy, ho lasciato casa mia ed ora non...non ho idea di cosa mi succederà domani- gli occhi dei due si incontrarono -è come se non riuscissi più a controllare la mia vita, o quello che voglio fare, non so nulla del mio futuro mi sembra di impazzire»
«Ti capisco»
«Lo dici per consolarmi»
«Lo dico perché è vero- Eddie si fece serio -Vivo con mio zio, vendo droga per vivere e ehi, gioco a D&D con i primini. Certo ho anche una band e sembra che sia mister "so tutto della vita" ma non ho idea di cosa potrebbe succedere da qui a qualche ora...e ho quella sensazione di star perdendo la testa praticamente costantemente»
«Che fai per distrarti?»
Eddie non rispose. Rimasero in silenzio per qualche minuto a contemplare la stanza attorno a loro e poi Livia prese parola.
«Forse dovremmo andare a dormire»
«No- la ragazza lo guardò, anche lui ora la stava guardando, quei due occhi scuri leggevano la sua anima senza problemi, nonostante tutte le barriere che aveva alzato -scusa... ti lascio dormire» concluse alzandosi.

Livia gli prese la mano alzandosi anche lei, si trovavano a pochi centimetri l'uno dall'altra ma non si guardavano, e nemmeno parlavano.

"Cosa mi hai fatto Eddie Munson?"

La mano di lui si poggiò sulla sua guancia. Le lasciò un dolce bacio sulla fronte e andò in camera.

"Sono vittima del tuo fottuto incantesimo"

Under your spell //Eddie Munson x ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora