otto.

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Ayumi's pov.

"Quindi a me un po' ci tieni." Dice abbozzando un sorriso da un lato.

"A dire la verità.." Cosa gli dico? Non posso dirgli di sì, o meglio, gli dico di sì ma dovrò precisare che tengo a lui solo come amico, no, non lo so, come esco da questa situazione?


"Cerca le emozioni dentro di te, tesoro." Fa una voce dentro il mio subconscio, sì, la voce di mia madre; le emozioni che ho dentro di me? eh, mi piacerebbe tanto saperle, non me ne starei qui a creare questo silenzio imbarazzante se avessi almeno una vaga idea di dove cercarle.


"Ehm.. Marco, come ti posso spiegare?" Ho le farfalle nello stomaco e il cuore che mi batte impazzito, nel frattempo lui, guardandomi, inarca le sopracciglia e batte nervosamente un piede sul pavimento.


"Ayumi, so che ce la puoi fare." Mamma, sai che ti voglio bene però ora stai zitta, non mi sei per niente d'aiuto, sembra facile ma in realtà non lo è affatto.


Prendo un bel respiro "Io ti ho difeso perché.." Mi mancano le parole, quelle fottute parole mi abbandonano sempre nel momento del bisogno "Aspetta, lascia stare, fai finta che non sia successo niente, ti ho difeso perché sì, mi è venuto."

"Oh, capisco.. senza un motivo preciso." Annuisce premendo le labbra in una linea.

"Sì." Dico con un filo di voce.

Fa un sorrisetto malizioso "Sai che non ci credo?" E si mette a ridere facendomi arrossire.

"No, dico sul serio." Infierisco a tono alto. All'improvviso fionda dalla porta mio padre che vedendomi sveglia in un certo senso si lancia su di me abbracciandomi per poi ritornare composto.

"Piccolina, finalmente ti sei svegliata."

"Già." Abbozzo un piccolo sorriso; notando la mano di Marco sulla mia fa una smorfia indispettita, lui se ne accorse, la retrae subito e con sguardo imbarazzato si porta indietro il ciuffo riempito esageratamente di lacca e gel. Ridacchio alla scena "E tu? Tieni tanto ai tuoi capelli?" Domando coprendomi la bocca con la mano per non far notare troppo la mia voglia di scoppiare a ridere.

"Un po' sì, mi piace vederli in ordine e alcuni prodotti mi aiutano." Fa disinvolto per poi sorridermi teneramente.

"Andate proprio d'accordo voi due, non è che.." Preme gli indici tra di loro con sguardo divertito.

"Papà! No, siamo solo amici." Dichiaro imbarazzata e subito il ragazzo cambia lo sguardo da spensierato a malinconico.


Forse voleva essere più di un amico per me, ma, come faccio? E' impossibile. Non lo conosco ancora bene da poterlo considerare come vuole lui; d'altro canto confessarglielo così brutalmente davanti a mio padre non farebbe piacere nemmeno a me. Sembra deluso dalla mia risposta indiretta e infatti si alza dalla sedia, si tira su il cappuccio della felpa e si mette le mani in tasca, a sguardo basso ci saluta con un cenno della testa e si reca verso la porta. E' così permaloso? Non l'ho mica fatto apposta.


"Aspetta.." Fermo i suoi passi attirando la sua attenzione facendolo girare nuovamente verso di me, rivolgo lo sguardo a papà dicendogli di andare fuori e lui obbedisce. Una volta chiusa la porta mi alzo lentamente dal lettino e cammino barcollante verso di lui, che apre le sue braccia e mi invita tra di esse, dove mi ci nascondo completamente "Non voglio che te ne vada." Sussurro contro la sua maglietta.

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