ventuno.

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Nessuno sa cosa sia successo e neanche Marco, che ha visto tutto, può capire, o meglio, non vuole. La sua amata Ayumi è distesa priva di sensi sul pavimento mentre lui è ancora in cima alla scala paralizzato dal terrore. Dei passi provengono dal salotto con tutta fretta e il ragazzo inizia ad avere molta più paura nell'assistere i famigliari perplessi e preoccupati mentre si chiedono quale sia stata la causa di quel terribile incidente.

Marco lentamente inizia a scendere dalla soffitta e si china verso la sua ragazza allungando un braccio per prenderla e portarla a sè ma una mano improvvisamente gli prende il polso iniziando a stringerlo.


"Fermo dove sei, ragazzo." Sbotta Lara spingendolo indietro "Non ti avvicinare a lei."

"Signora, è la mia ragazza, lasci almeno che la prenda in braccio in modo da farla distendere nel suo letto." Mormora Marco alzando le mani.

"Cos'è successo?" Continua ad aggredirlo costringendo il ragazzo ad abbassare la testa.

"E' scivolata e ha sbattuto violentemente la testa sul muro."


A questo punto le si stringe il cuore e le iniziano a scendere le lacrime, che subito nasconde girandosi di spalle dirigendosi al telefono per chiamare l'ambulanza. Marco e il padre di Ayumi intanto la sollevano da terra e come suggerito la fanno adagiare delicatamente nel suo letto. Il veicolo del pronto soccorso arriva in pochi minuti e i paramedici entrano in casa con una barella. E' tutto così surreale il fatto che la ragazza tanto amata da Marco sia ridotta in quelle terribili condizioni e nessuno può fare niente. Solo sperare che non succeda nulla di grave.


||two days later.||


ayumi's pov.

Il mio corpo e la mia mente viaggiano in lungo e in largo in un luogo a me famigliare. E' tutto deserto e non si sente alcun rumore se non il soffiare della brezza marina. La sabbia calda sta a contatto coi miei piedi e il rumore delle onde di notte risuona nelle mie orecchie. Continuo a camminare in quel paesaggio di mare cercando delle anime libere che mi facessero compagnia ma l'unica anima che si aggira qui è la mia. Più sola che mai. Questo luogo mi è così famigliare ma purtroppo non riesco ad identificarlo. Fino a quando..


"Marco, è bellissimo qui!"

"Ti piace?"


Non può essere. Quelli siamo proprio noi due, io e Marco. Ma com'è possibile? Cosa ci faccio qui?

Non dico niente. Mi limito solo a seguire quella coppia così tenera e timida che cammina lungo la riva del mare mentre parlando del futuro e del presente. Mi manca quel giorno; è passato così tanto tempo dal nostro incontro, dalla prima volta che abbiamo visto l'alba insieme, dal nostro primo vero bacio e dalle sue tenerezze nei miei confronti. Ora mi ritrovo sola senza i suoi 'ti amo'  dolci  sussurrati all'orecchio, senza le sue carezze, senza i suoi abbracci, senza i suoi sorrisi, senza le sue labbra che sfiorano le mie, insomma.. senza lui. Mi tocca guardarci nelle sembianze di un fantasma mentre guardavamo il sorgere del Sole dalle onde e mentre me ne stavo accoccolata sulla sua spalla.

Ed ecco: il nostro bacio. Mi si scioglie il cuore vedendo con quanta tenerezza ce lo davamo. Ricordo che gliel'ho dato io perché iniziavo a sentire qualcosa nei suoi confronti e volevo farglielo capire. Questa visione è fantastica vista esternamente ma è ancora più sensazionale provarlo in prima persona per percepire l'emozione nel dare il primo bacio ad una persona che si ama davvero. E in quel momento la persona che amavo davvero era lui. Fin dall'inizio è stato Marco  il mio più grande amore; fin da quel momento in cui mi ha consolata mentre piangevo, fin da quel momento in cui i miei occhi hanno fatto collisione per la prima volta con i suoi. Sono stata diffidente nei suoi confronti svariate volte ma lui non ha mai perso le speranze, è stato sempre al mio fianco e mi ha sempre tenuta al sicuro da ogni evenienza. Ogni volta che avevo bisogno lui c'era.  

Non posso permettere che lui soffra mentre si chiede se ritornerò. Devo essere forte per lui, farmi valere e dimostrargli che il nostro amore deve continuare a vivere.


Un movimento involontario mi fa muovere nel letto e piano piano apro gli occhi, tutto quello che vedo è talmente offuscato che non mi sembra neanche di essere tornata alla realtà. Mi fa male la testa; quella caduta è stata davvero micidiale e rovinosa, infatti non mi ricordo niente, solo quel colpo forte al muro. Mi sento terribilmente debole, non riesco a mettermi seduta. Giro la testa aspettandomi di vedere Marco che dorme come è successo l'altra volta, qualche mese fa, ma al suo posto c'è Lara che mi guarda con fare preoccupato ma allo stesso tempo felice del mio risveglio.


"Ciao mamma.." Proferisco con un piccolo sorriso sulle labbra.

"Ciao tesoro, finalmente ti sei svegliata." Dichiara ad occhi lucidi appoggiandomi una sua mano sulla fronte "Come mai mi hai chiamata mamma? Fino a qualche tempo fa ti arrabbiavi se tuo padre osava importi di chiamarmi così."

"Non ti preoccupare, ho i miei motivi." Richiudo gli occhi rimanendo sempre con quel sorrisetto che sa da furba "Ti dico solo una cosa.." Aggiungo mentre lei mi accarezza i capelli.

"Dimmi, Ayumi." Ridacchia.

"Ti voglio bene e solo ora me ne rendo conto." Sussurro con le lacrime che aspettano di scivolarmi sul viso.


Rimane un po' scossa dalla frase appena pronunciata e non la biasimo; qualche mese fa eravamo come cane e gatto. Le sono pure saltata addosso quando ha osato dare del puttaniere al mio ragazzo e ora? Arrivo pure a dire che le voglio bene. Come le ho detto ho avuto i miei motivi.

Ripenso a quando in quella specie di visione quando mia mamma mi ha detto che ci sarebbe stato un modo per sentirla ancora accanto a me, che non mi avrebbe mai abbandonata. Ha scelto di donare parte del suo istinto materno alla donna che prima reputavo mia nemica. Di questa cosa me ne sono accorta vagamente al parco divertimenti quando si è preoccupata di quando sono svenuta sulle montagne russe. Lì ho pensato che stesse male, che avesse la Luna per traverso e quindi non c'ho dato molto peso. Ora però ne sono più che convinta.

Lei è mia madre.


"Toglimi una curiosità. Per quanto ho dormito?"

"Due giorni." Risponde premendo le sue labbra in una sottile linea.

"E Marco? Immagino che sia al bar per fare colazione.."

Scoppia a ridere "Colazione? Oh no, è quasi sera." Dice tra le risate. Io la guardo stranita. Fa così ridere?

"E dov'è allora?" All'improvviso diventa cupa e perde del tutto la voglia di ridere. Forse è successo qualcosa mentre ero in quella specie di coma "Lara, cioè volevo dire mamma.. dov'è?" Delle fitte tremende allo stomaco si fanno vive e la paura che gli sia successo qualcosa inizia a farsi sentire.

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*spazio me* 

Ciao ragazze, eccomi qui.

Vi devo confessare una cosa.. questo era l'ultimo capitolo. Ma non vi preoccupate il sequel è quasi pronto e a breve (e stavolta davvero) pubblicherò il primo capitolo. Si chiamerà 'Sunset' e lì, finalmente svelerò il mistero della scomparsa di Marco. Sarà solo questione di tempo.

Intanto veniamo a questo capitolo. Vi è piaciuto? Almeno il primo mistero riguardante Lara è risolto. Ve lo aspettavate? E Marco? Dov'è finito?

Fatemi sapere se vi è piaciuto e, che dire..? Ci sentiamo nel prossimo libro. ♥

Baci, Arianna! ♥ 


Ps.: Vi avvertirò qui quando il sequel sarà pronto;) Love ya everyone. ♥


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