venti.

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ayumi's pov.

Finalmente la scuola è finita, non ce la facevo più. Per fortuna sono stata anche promossa quindi.. non posso chiedere di meglio.

Il mio ragazzo prontamente viene a casa mia e gli apro col sorriso sulle labbra; nonostante ci siamo visti qualche giorno fa l'amore ci unisce sempre e non ci fa fare a meno di stare vicini. Ci abbracciamo fortissimo sullo stipite della porta per poi darci uno di quei baci che si danno i fidanzati timidi e guardarci negli occhi per renderci conto che in questo momento siamo insieme, più uniti che mai. Dalle sue labbra spunta piano piano un sorriso mentre io mi arrendo al suo sguardo abbassando la testa ma subito mi alza il mento e mi bacia nuovamente.

 

"Non abbassare mai lo sguardo, amore." Enuncia sorridendo "Hai degli occhi bellissimi e sarebbe un peccato se li nascondessi con la tua timidezza." Aggiunge accarezzandomi il mento col pollice.

"E' più forte di me." Mormoro mordendomi il labbro inferiore.

"Ehi voi due, volete stare davanti la porta per sempre?" Si intromette Lara sbucando dalla stanza matrimoniale "Almeno chiudetela." Aggiunge sedendosi sul divano insieme a mio padre, che oggi stranamente è di poche parole.


Ci mettiamo entrambi a ridere e mentre Marco chiude la porta io vado in camera mia. Pochi istanti dopo mi raggiunge anche lui; si mette a guardare delle mie foto sulla mensola e sulla libreria e quando ne vede una del mio primo compleanno prende in mano il portafoto e ridacchia teneramente. Nella foto vengo raffigurata io mentre ho un cucchiaio di plastica in mano e un bavaglino rosso e bianco con su scritto 'my first birthday'. Quando gira la cornice verso di me arrossisco e lo prego di rimetterla dov'era, fa subito come richiesto per poi continuare a guardarsi intorno come fosse la prima volta che mette piede in casa mia.


Sbuffo una piccola risata "Che curiosi che siamo oggi." Ma lui sembra più impegnato a esaminare la mia stanza più che ascoltarmi e darmi una risposta. Quando finalmente finisce si siede sul bordo del letto e mi fa cenno di sedermi con lui.


Così lentamente mi avvicino e mi accomodo intimidita accanto a Marco; non so cosa mi prende oggi. Forse sono ancora su di giri per quella notte in cui abbiamo fatto l'amore. Se ci penso ancora mi vengono i brividi. La cosa buffa è che mi ha detto che anche per lui era la prima volta e quindi, insomma, siamo stati alquanto impacciati nelle nostre mosse. L'importante è che nessuno abbia cambiato opinione l'uno dell'altra e viceversa. Ci dobbiamo solamente riprendere. I miei non lo sanno e credo che non lo verranno mai a sapere, almeno non da me.

Non mi importa di niente e di nessuno adesso; l'unica cosa, o meglio persona, a cui vorrei dedicarmi per il resto della mia vita è il mio ragazzo.

Circonda le mie spalle col braccio girando la testa verso di me mentre io appoggio la mano sulla sua coscia. Appoggia la fronte sulla mia tempia per poi schioccarmi un piccolo bacio sulla guancia. A questo punto mi giro a mia volta ed è in questo momento che i miei occhi vengono spodestati dai suoi. Sento il calore in entrambe le guance, il cuore che mi martella il petto, la pelle d'oca; e questo per due semplici iridi che mi chiedono attenzione.


Si avvicina col viso al mio orecchio e mentre lo fa il mio cuore smette per qualche istante di battere "Per caso hai altre foto tue da piccola? Eri veramente adorabile, da riempire di coccole." E all'improvviso sento come un martello che mi colpisce il cuore come fosse un gong; una scia di brividi mi percorre la schiena, così tanto che mi viene da scrollare le spalle togliendomi il suo braccio di dosso e mi alzo nervosamente incrociando le braccia sulle spalle come se all'improvviso avessi freddo "Ti senti bene?" Inarca le sopracciglia guardandomi stranito.

"Eh? Sì sì."Mi mordo lievemente il labbro inferiore mentre rifletto su dove papà potrebbe aver messo le foto della mia infanzia "Aspettami qui, provo a chiedere." Gli sorrido per poi andare verso il salotto; trovo Lara e mio padre a guardare la televisione "Per caso sai dove sono gli album fotografici di quando ero piccola? Marco li vorrebbe vedere." Chiedo rivolgendomi a papà.

"Se non erro dovrebbero essere in soffitta." Risponde girando la testa verso di me abbozzando un piccolo sorriso "Ma mi raccomando, stai attenta perché la scala fa brutti scherzi."


marco's pov.

Mi sento un po' a disagio a starmene solo in una camera che non è la mia.

Dal salotto provengono delle voci un poco evidenti di Ayumi e suo padre seguiti da dei passi che con calma vengono verso la sua stanza, ed ecco che sbuca il viso della mia ragazza che mi sorride subito. Mi fa cenno con la mano di seguirla, così mi alzo e la raggiungo. Alla fine del corridoio si ferma davanti ad una porta, gira una chiave dentro una serratura e non appena la apre un'ondata di odore di chiuso mi invade le narici facendomi tossire. Si vede che quella stanza l'hanno abbastanza trascurata. Accende la luce: questo sgabuzzino è davvero piccolo. Guarda in alto, faccio lo stesso e mi si presenta un piccolo buco quadrato sul soffitto. Pochi istanti dopo prende un'alta scala a pioli e l' appoggia al bordo della botola.


"Sei sicura di voler salire fin lassù? Guarda che possiamo anche fare a meno." Dichiaro appoggiandomi al muro in corridoio.

"Cosa c'è, Cappai? Soffri di vertigini?" Ridacchia mettendosi davanti a me appoggiando le mani sulle mie spalle mentre io la prendo in vita.

"Non sia mai." Mi metto a ridere riducendo gli occhi in due piccole fessure. Intanto lei mi da le spalle e inizia a salire "Fai attenzione, di ragazza ne ho una sola." Faccio in tono preoccupato.

"Scemo." Controbatte quando è in cima. Si infila in soffitta e dopo poco da sotto si vede una luce gialla soffusa e così inizio a salire.


Non appena sono a mia volta qui sopra, striscio un po' indietro per essere sicuro di non cadere giù. Ayumi intanto comincia a guardarsi intorno finché non trova degli scatoloni in fondo alla "stanza", li apre e ne tira fuori un pacco di album fotografici.

***

E' assurdo vedere la propria ragazza così tenera e piccina, innocente e indifesa. Ci siamo fatti anche due risate nel guardare delle foto in cui faceva facce buffe. Ho visto anche un'immagine di sua madre.. impressionante il modo in cui le assomigliava. Senza parole.

Ayumi si alza dalla mia gamba e va a riporre gli album negli appositi scatoloni. Sospira e ritorna avanti a me e così ne approfitto per attirarla tra le mie braccia accarezzandole la nuca.


"Non mi importa di quanti anni hai, tu resterai la mia piccola per sempre." Le sussurro trattenendola a me.

"Ti amo." Mormora contro la mia maglietta.

"I love ya too, Ayumi." Sbuffiamo entrambi una piccola risata. Si scioglie dall'abbraccio e si dirige verso la scala a pioli per scendere "Aspetta, se vuoi scendo prima io così poi ti aiuto."

"Non ti preoccupare, ce la faccio." Ridacchia spensierata.


Non so lei ma io avrei un po' di paura se fossi al posto suo perché non mi fido molto delle scale fatte in quel modo. La osservo mentre comincia a scendere aggrappandosi il più possibile ma credo che qualcosa sia andato storto.


"Marco..!"

"No, Ayumi..!"


E in seguito al mio urlo il volto della paura è dipinto sul mio. 

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Hey ragazze! Tutto bene? Spero di sì. eccomi qui con uno dei capitoli finali di questa fanfiction; ma non vi preoccupate ci sarà il sequel ;) ♥

Allora? Com'era? Cos'è successo ad Ayumi? E cosa succederà dopo? Come sempre siete liberi di commentare e che dire.. be mad a tutti ♥

Baci, Ari! ♥

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