4. Senza fiato..

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Quando scesi le scale per andare a mangiare, mi sentivo leggera e leggermente confusa. Mangiai poco e spiluccai quello che mia madre mi aveva messo nel piatto, mio fratello non era ancora tornato a casa dagli allenamenti di football, mio padre era intento a spazzolarsi la sua bistecca di gran cuore. Mia madre lo guardava sconcertata per la sua fame, ma anche con amore perché apprezzava tanto la sua cucina. Sparecchiai e i miei andarono a dormire, mio fratello arrivò e gettò la sacca nell'ingresso con il solito rumore sordo e familiare. Quando tutti se ne andarono a dormire, la casa era tranquilla e silenziosa. Io potei afferrare uno dei miei libri preferiti che erano in salone e leggerlo con calma, senza il solito baccano di mia madre. Ero arrivata a pagina dodici, quando il rumore del motore della mia auto attirò la mia attenzione. Dovevo andare a ringraziare Daniel e riprendermi le chiavi. Quando uscii e arrivai alla vettura, notai una sagoma scura e incredibilmente familiare appoggiata alla mia auto. Rimasi di sasso, non si trattava di Daniel nemmeno lontanamente gli assomigliava. Gli occhi felini, neri come la notte, la mascella quadrata e il suo profilo da adone non lasciava indifferenti. Marc mi guardava con gli occhi di un predatore affamato della sua preda. "Emy è un piacere rivederti." Disse malizioso avvicinandosi a me quanto bastasse per mandarmi in una confusione tale da non ricordarmi che avevo bisogno di respirare. "Pensavo che fossi Daniel, come mai sei venuto tu?" "Doveva lavorare, io avrei rimandato i miei impegni per te. O aspetta, io l'ho fatto!" Disse facendo spallucce, non so a che gioco giocasse ma dovevo essere scostante e fredda nei suoi confronti o sarei stata spacciata. "Bene, grazie. Buona serata Marc." Era a due passi da me, sempre più vicino. "Non vorrai lasciarmi a mani vuote? Io sono venuto per te, almeno offrimi del the." Disse sogghignando, lo sapeva, sapeva quanto mi disgustasse. "Perché fai così, non è giusto voglio la mia privacy." "Mi dispiace ma sei così interessante, non riesco a farne a meno." "Bene, buona serata Marc." Sperai che con quelle parole se ne andasse ma era incredibilmente testardo e cedei alla sua richiesta. "Caffè?" Disse sorridendomi. "Decisamente, mi piace quel sapore sulla lingua." All'angolo della sua bocca aleggio l'ombra di un sorriso. "Credo di capire la sensazione che dici." Così entrammo in casa, lui era stato il primo a metterci piede perfino, Daniel era stato alla larga da quando lo conoscevo ma lui, Marc voleva di più, voleva sapere chi fossi e dove fossi cresciuta, cosa che mi sorprese. Era seduto al tavolino della cucina e armeggiavo con la macchinetta del caffè. "Ci metti lo zucchero?" Gli chiesi per iniziare una qualche conversazione amichevole. "No lo preferisco amaro, come te del resto." Le sue parole erano calde ma le risposte fin troppo invadenti. "Fa uno sforzo e esci dalla mia testa." Lo dissi il più seria possibile ma ciò lo fece ridere di gusto a un volume fin troppo alto. "Allora pensi di essere sincera con Daniel riguardo a ciò che ti piace o lasci correre?" Quella si che era una domanda che mi prese in contro piede! Ma io non mi lasciai intimidire e gli risposi. "Tu gli dirai che mi fai il filo?" Sbiancò e poi rise e lo fece di cuore. "Tu chez, mon petit chery!" Bene, parlava anche il francese oltre alla nostra lingua madre, l'inglese. Era un vampiro dalle mille risorse. Gli sorrisi malgrado dovessi essergli ostile, non ne ero in grado.. "Devi andare a dormire, si è fatto tardi mon chery." "Ma io non ho sonno e domani è domenica." Lasciò le tazze nel lavello e con grazia si girò verso di me, a un passo dalle mie labbra. Come potevo bramare le sue labbra? Dio sembravano così morbide e piene.. "Se mi vuoi basta chiedere." "Io, non posso sto con Daniel. Io credo di amarlo.." E in quel momento sentii una vocina nella mia testa che mi disse: bugiarda! "Devi volerlo come io lo voglio." "Tu vuoi baciarmi." "Si ti voglio in ogni modo possibile." Il mio cuore aveva ripreso a battere, nel preciso istante che le nostre labbra si toccarono. Sentivo il rimorso nei confronti di Daniel, ma sentivo anche le farfalle nello stomaco che lui non era mai riuscito ad attivare in me, le mie pulsazioni erano alle stelle! "Credo basti così per ora, non vorrei farti venire un'infarto." Disse ma era quasi sicuro che ne fosse in grado. "Vuoi rimanere con me stanotte o devi tornare?" Le parole mi uscirono tanto spontanee!! Non volevo che il nostro momento finisse così.. "Posso rimanere finché non ti addormenterai, dopo dovrò andarmene." "Mi basta per ora." Salimmo le scale fino in camera mia e richiusi la porta dolcemente, per non far rumore e chiusi la porta comunicante con mio fratello e quella che dava al corridoio. Era rischioso ma di lui mi fidavo ciecamente, cosa che mi terrorizzò ancora di più. Quella sera gli diedi filo da torcere perché passai l'intera serata, come lui del resto a interrogarlo e chiedergli tutto ciò che mi passava per la mente. Mi addormentai verso le sette di mattina, era stato mio per tutta la notte.

Persa tra le ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora