Capitolo XIX

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Viego era stato richiamato per fare compagnia a Thresh. Più nello specifico Thresh voleva mostrare la sua più grande conquista a un manipolo di ricchi idioti Demaciani. Viego era sorpreso da quanta gente di alta classe Thresh conoscesse.

Viego era stato fatto vestire di tutto punto: aveva indosso una camicia leggera, di un materiale pregiato che non aveva mai visto, ma ipotizzava fosse seta, di un bellissimo color verde mare, che andavano in sintonia con il colore dei suoi occhi e dei toni chiari della pelle e dei capelli. Mentre i pantaloni erano dello stesso materiale soffice e leggero, però di un grigio molto vicino all'argento. Viego si passò velocemente le mani sulle braccia, i suoi vestiti erano così leggeri che gli sembrava di essere nudo, e nella stanza in cui era obbligato a stare c'erano molti spifferi che lo facevano rabbrividire spesso.

I quattro uomini demaciani era tutto intorno a Viego, e lo ammiravano. -non ci credo Thresh, è il vero Viego? il legittimo erede del regno di Camavor?- Thresh annuì, soddisfatto. Era seduto su una soffice poltrona, mentre osservava i ricchi stolti, che non sapevano a cosa stavano andando incontro, e osservava come Viego rabbrividiva ogni momento. Aveva scelto quel posto per un motivo: era una delle tre stanze più fredde del castello. Voleva che Viego fosse costretto a stare con le spalle curve e stretto in sé fer il freddo, così che i suoi cari amici si sentissero più forti. Thresh sogghignò al pensiero di cosa sarebbe successo a breve, ma nessuno ci fece caso. Nessuno tranne Viego.
Uno dei quattro uomini allungò una mano per toccare la "mercanzia" di Viego, quando fu fermato dal falcetto di Thresh. Si era mosso così velocemente che nessuno aveva fatto caso all'arma finché non si era arrivata a destinazione. -Thresh, cosa stai facendo?- ringhiò l'uomo mentre cercava di levare la catena che si era avvolta al suo braccio fino al gomito. -ti evito di toccare ciò che è di mia proprietà, rozzo e sporco essere- rispose lui, sibilando come il più infimo dei serpente mentre tirava indietro la catena, che si strinse al braccio dell'uomo fino a staccarlo.
Il povero demaciani urlò di dolore mentre il sangue sgorgava copiosamente da ciò che rimaneva del suo braccio.
Thresh si alzò in piedi, con calma glaciale, per poi camminare verso la porta e chiuderla a chiave mentre si gustava la paura e il terrore che era stampato sulla faccia degli uomini che fin'ora erano rimasta illesi.
-Viego- richiamò la sua attenzione Thresh. Viego spostò lo sguardo dall'uomo morente accasciato per terra a lui. Il suo viso candito e perfetto era macchiato da molteplici gocce di sangue, e Thresh si rese conto che era molto simile al dipindo di "omicidio sulla neve" che aveva appeso in camera da letto. Tra tutti i quadri macabri che aveva in giro per la sua dimora quello era il più bello e il più regale che avesse. Il quadro raffigurava un bosco, senza la prenseza di alcun essere vivente. La neve era su tutti i rami e copriva il terreno, da cui si vedevano spuntare solo dei ramoscelli secchi. Il cielo era grigio e la continuità con la neve candida era rotta solo dai grandi alberi neri e dagli sprazzi di sangue rosso vivo che coprivano la parte più vicino alla cornice del quadro.
Lui stesso avevo ribattezzato quel quadro "omicidio sulla neve", perché aveva macchiato il quadro quando aveva ucciso il proprietario della magione in cui stava.

Si rese conto di essersi perso nei suoi pensieri quando Viego mugugnò per avere la sua attenzione. Thresh lo guardò in silenzio ancora un attimo, gustandosi il paragone con il quadro, per poi parlare. -siediti sulla poltrona e non stare in mezzo. Non voglio ferirti per sbaglio- Viego alzò un sopracciglio mentre si sedeva, sorpreso dalla gentilezza che stava dimostrando Thresh verso di lui.
Thresh in risposta ghignò, per poi srotolare per bene la catena. -non voglio farti male per sbaglio. Quando ti ferisco voglio esserne consapevole, per godermi il tuo dolore al meglio- appena finì di parlare lanciò il suo amato falcetto verso il demaciano più a sinistra, che come gli altri era rimasto paralizzato dalla paura fino a quel momento. Il lancio era perfetto e preciso, fin troppo. Infatti si conficcò con eleganza nel petto del delmaciano, facendolo morire quasi all'istante, senza soffrire.
Thresh fece una smorfia, mentre Viego sogghignava. Non gli importava molto del demaciano morto, erano tutti maiali, però vedere il fastidio di Thresh era impagabile.

Thresh finì il massacro troppo in fretta per i suoi gusti, ma non poteva farci niente, non stava uccidendo dei forti guerrieri, quindi era già tanto che fossero durati fino a quel momento. Si girò verso Viego, che annoiato stava guardando la stanza e la studiava, mentre si stringeva in se per il freddo.
Con un solo movimento infilò la mano in tasca e ci tirò fuori un pregiato fazzoletto in seta. Leccò un lembo di esso e poi pulì il sangue ormai rappreso sul viso di Viego.
Viego d'altro canto lo guarda sospettoso, infastidito e a disagio dalle nuove attenzioni di Thresh.
Dopo aver pulito il viso di Viego e successivamente il suo falcetto Thresh si girò verso la porta che aveva chiuso e la aprì.
-Bort!- esclamò, e in pochi secondi il suo cocchiere apparve davanti all'uscio della porta.
-si padron Thresh, come posso esserle utile?- rispose lui.
Viego cercò di mantenere una faccia neutra mentre guardava il suo unico amico e alleato Bort in piedi di fronte a lui che aspettava ordini da Thresh.
Thresh esordì in sua risposta con -porta ciò che rimane del grande re di Camavor nelle sue stanze, e poi preparati per il viaggio. Si va a alla grande asta di Noxus.-

//Ho mentito lo so. Non ho più pubblicato dal mio viaggio a Vienna e mi dispiace, ma non riuscivo ad andare avanti e ad avere una buona ispirazione. in mia difesa ho continuato a scrivere la mia altra storia "elf's crown". È un Fantasy con gli elfi, quindi magari vi può anche piacere.
Detto questo mi dispiace ancora bestiole, spero di poter fare uscire un nuovo capitolo al più presto. Tvb all

Viego and Thresh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora