2: Episodio 10

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"Bigliettino rosa"


Lilian se ne tornò nella sua di camera con lo stesso identico umore dei giorni precedenti: la fastidiosa sensazione di avere il cuore mezzo pieno e mezzo vuoto.
Si sdraiò sul letto pensando:- Chissà cosa starà facendo...- probabilmente stava giocando alla play ad uccidere i suoi amati zombie, oppure si stava vedendo uno dei film sulla sua lista.
Durante quelle vacanze invernali, le era capitato spesso di ascoltare la telecronaca della sua sessione di gioco notturna.
Chiuse un attimo gli occhi ricordando il suono basso della sua voce oltre la cornetta del telefono. La ipnotizzava a tal punto da non seguire più davvero ciò che stesse dicendo, troppo impegnata ad ascoltare quel tono concentrato dritto nel suo orecchio.

Si girò a pancia in giù, schiacciando la faccia sul cuscino
Lilian:- Sei uno stupido...!- le dava un fastidio immenso ciò che era successo tra loro. Quella litigata non aveva avuto senso e in tutta franchezza, lui aveva fatto bene ad arrabbiarsi. Non era il momento di pensare ad altre persone (per quanto potessero essere in pericolo) e ne stava acquisendo coscienza solo ora.
Lui l'aveva incoraggiata, protetta, aiutata e le aveva medicato con tanta cura quella ferita che ora era quasi del tutto guarita. Tenuta per mano tutto il tempo perché aveva paura e non l'avrebbe mai lasciata lì da sola.

Strinse tra le braccia il cuscino; pensando a quanto fosse piacevole la sensazione di sicurezza che le recava starsene aggrappata e nascosta alla sua schiena.
L'aver percepito il battito del suo cuore sotto il palmo; era una di quelle cose che continuava a tornarle in mente, insieme al costatare il fatto che la sua mano sparisse quando avvolta da quella di Yunho.
Lilian:- Ah! Che cazzo!- lanciò il cuscino frustrata per terra e per poco non le venne un colpo quando il telefono della sua stanza si mise a suonare.
Pareva che la stesse rimproverando manco fosse sua madre
Lilian alzò la cornetta:- Pronto?- ci fu un attimo di silenzio prima che una voce bassa si facesse sentire
Yunho:- Lilian...-
Tutto si aspettava, tranne che le chiamasse e il suo cervello andò nel più totale stato di panico. Non sapeva affatto come affrontare una conversazione con lui
Lilian:- Perché mi hai chiamato?-
Yunho:- Ehm... Io... Vorrei parlarti-
Lilian:- Non credo ci sia molto da parlare Yunho-
Yunho:- In realtà... Vorrei potermi spiegare-
Lilian:- Non c'è da spiegare. Lo sai che mi hai detto delle cose terribili vero?-
Yunho:- Si... Ma ecco io...-
Lilian:- Il punto che mi fa male è sapere e che mi fa sentire un idiota: è pensare che l'unica persona alla quale io abbia mai parlato di mia sorella, del mio dolore, della quale io mi sono fidata così tanto da aprimi su cose che a tutt'oggi mi fanno soffrire. Mi abbia potuto dire parole simili e in un modo così cattivo. Magari sarà pure la verità, non lo nego, ma non accetto il modo Yunho e non credo possa riuscire a farlo in futuro- dall'altra parte della cornetta si sentiva solo il silenzio, lei sapeva che fosse ancora lì ad ascoltarla, forse con la stessa espressione rammaricata che aveva quando le medicava il braccio (o magari peggio)
Ma la voce di Lilian era calma, non voleva rincarare la dose inutilmente:- Mi dispiace che abbiamo litigato; avrei dovuto aiutarti ad aprire quella porta, la colpa è anche la mia se siamo finiti in questo modo. Non avrei mai dovuto trascinarti in questa storia già dal principio, ma tu hai esagerato Yunho-
Yunho:- Mi dispiace Lily...- aveva la voce inclinata
Lilian:- Si, anche a me- e riagganciò il telefono.

Quello era uno dei motivi per la quale non si intraprendono discussioni importanti tramite telefono. Se Lilian avesse visto in modo in cui Yunho stesse torturando le lenzuola per trattenersi. Di certo gli avrebbe dato modo di parlare, di spiegarsi, ma adesso erano di nuovo al punto di partenza o peggio ancora, ci aveva proprio messo la parola fine.



Seonghwa girava per i corridoi da solo, nella speranza di incontrare Lexy anche solo per caso. Quella ragazza era una delle poche persone con la quale trovasse interessante mantenere una conversazione.
Nonostante anche lei ogni tanto finiva per incantarsi a fissarlo mentre parlarva: non lo trovava fastidioso.
Ma anzi, quasi divertente notare come cercasse in tutti i modi di evitarlo o di non farglielo intuire.
Falliva miseramente ogni volta, ma Seonghwa apprezzava l'impegno.

|The Real| Season 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora