Il cortile è a dir poco strapieno di ragazzi. La maggior parte sono in gruppo: c'è chi parla,chi ride,chi sembra stia discutendo,chi sta finendo la propria colazione; ovviamente non mancano ragazze che cercano di attirare l'attenzione di bei ragazzi e viceversa. Riesco ad individuare anche qualche studente che se ne sta da solo e a quanto vedo, nessuno sembra farci molto caso. Mi sento anche un po' osservata. Qualcuno avrà capito che sono nuova e che non posso sicuramente essere del primo anno, ma non gli do comunque troppa importanza. Dopo circa tre minuti d'attesa, suona la campanella e tutta la massa do ragazzini sbuffanti entra nel fatidico istitituto. Beh, tutti tranne me. Stavo per entrare, ma poi ho pensato che non sapevo dove andare. Mi ricordo che mia nonna mi disse che mi aveva iscritto in 3B-credo perchè le avevano parlato bene dei professori di quel modulo-, ma non so dove sia questa maledettissma classe.
"Hai bisogno d'aiuto?" Una voce mi distoglie dai miei pensieri. Mi giro e mi trovo davanti un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi verdi,molto simili ai miei. Emh...cazzo gli dico?
"Mi chiamo Cristian e sono del quinto anno. Tu sei nuova, vero? Non ti ho mai vista e penso anche che tu non sia del primo,giusto?"continua lui. Bello e perspicace...un bell'accoppiamento.
"Si,è cosi. Sono Vanessa e dovrei andare in 3B"rispondo.
Lui sorride:"Ma non sei siciliana o sbaglio? Il tuo accento mi sa do ragazza settentrionale."
Ma che è? Stiamo giocando a lui che fa gli indovinelli e io che gli confermo le tesi? Già mi sta sul cazzo..ma in fondo mi pare ovvio;tutti ormai mi stanno sul cazzo.
"Sono di Milano. La campanella però è già suonata da un po' ed io vorrei arrivare in classe prima della fine dell'ora almeno."forse così capirà,penso.
"Ah si,scusa,certo. Vieni, ti accompagno". Lo ringrazio e finalmente entriamo. Subito a destra c'è la segreteria e la stanza del dirigente scolastico, mi spiega Cristian. Svoltiamo a sinistra e percorriamo un lungo corridoio. Saliamo la prima rampa di scale e arriviamo al primo piano. I muri di questa scuola sono di colore giallo ocra e io odio il giallo e non so nemmeno il perchè di ciò, ma non mi ispira per niente. Percorriamo stavolta il corridoio di destra e alla terza porta si ferma. "Questa è la 3B. Mi ha fatto piacere conoscerti Vanessa. Adesso scusami, ma devo proprio andare. Ci vediamo in giro." Dice.
"Grazie, ciao."rispondo.
Mi sorride un'ultima volta prima di salire un'altra rampa di scale e deduco quindi che la sua classe sia all'ultimo piano, se è veramente l'ultimo quello.
Sposto lo sguardo verso la porta di quella che dovrebbe essere la mia classe per i prossimo tre anni. A I U T O !
Tiro un sospiro e busso.
Non sento nessuna risposta provenire dall'interno, ma non posso comunque starmene lì impalata, perciò apro la porta.
"Buongiorno"sussurro.
"Buongiorno signorina, lei è?" Chiede la professoressa. Avrà circa 40 anni. È alta, non eccessivamente in carne ed è bionda. Una bella donna insomma.
"Io...io sono Vanessa Blunt,vengo da Milano. Dovrei essere scritta nel registro di classe,sono nuova. Scusi il ritardo, ma non trovavo la classe."rispondo
"Blunt Vanessa...vediamo... oh si,eccoti. Prego,accomodati pure in seconda fila vicino a Marianna Tomarchio."
Faccio come mi dice e mi siedo vicino a quella ragazza. È mora,capelli corti e ricci, occhi scuri e carnagione chiara. Una bella ragazza insomma. Mi sorride e mi fa cenno di sedermi. Le prime tre ore passano in fretta; due ore di Italiano e una di Spagnolo. Se dicessi che la prof di Italiano sembra simpatica, mi credereste? No, ovviamente no. E avete ragione, perchè in verità non ci credo neanche io. E poi è solo il primo giorno e tutti sembrano "apparentemente" delle brave persone. Ma domani, quando la prima ora di lezione avrà inizio, troveremo dei piragna al loro posto, orrendi pesci mangiatori di innocenti adolescenti. Sembra stupido, ma il ragionamento in sé è più che giusto.
Ero così indaffarata a pensare a stupide metafore che non mi ero nemmeno accorta del suono della campanella, quella che ci indica che i venti minuti di intervallo hanno inizio.
"Allora sei del nord? Non sei tra quelle tipe snob che ci considerano "terroni" vero?" Mi guarda con un sopracciglio alzato. Marianna sarà senza dubbio seconda alla lista delle persone che mi stanno sul cazzo, dopo quel Cristian ovviamente.
"No. Non siamo tutti così, dovresti saperlo". Rispondo il più acidamente possibile. Lei sorride "Si,hai ragione, scusa. Sono Marianna, ma le amiche mi chiamano Mary. Allora, come mai ti sei trasferita qui?"
E fu in quel momento che mi si bloccò il respiro. Ero sbiancata e continuavo a guardare un punto fisso dell'aula con gli occhi spalancati e lucidi.
"Oddio,credo di aver chiesto qualcosa di sbagliato. Qualsiasi sia il motivo non voglio più saperlo. Ehi, tranquilla. Vuoi che andiamo a prendere una boccata d'aria, fuori in cortile? Dai, andiamo". Annuii e uscimmo.Mi ero davvero calmata in cortile. Marianna aveva cambiato nettamente argomento e mi aveva anche fatto ridere descrivendomi alcune ochette dell'Istituto. Mi aveva anche fatto notare i tipi fighi ma stronzi, alias puttanieri. Dovevo ammetterlo, è simpatica. Non mi conosce per niente ma ha subito capito che non avrei voluto toccare quel tasto dolente della mia vita e così mi ha fatta calmare,semplicemente accompagnandomi fuori e facendomi pensare ad altro. Il tutto senza volere una minima spiegazione.
Le ultime due ore di Inglese-la mia materia preferita- sono passate in fretta. A fine lezioni, io e Mary siamo uscite insieme fuori dall'istituto, e prima di salutarci mi ha detto: "Ho il motore dal meccanico. Quindi Sabato sera non posso uscire. Vieni a casa mia? Ti dò il mio numero se vuoi e oggi ti scrivo la via".
No, no, no. Assolutamente no. Sabato devo rimanere a casa a deprimermi, come tutti gli altri giorni ovviamente e non posso e non voglio fare altro. Lei intanto sorride, in attesa di una risposta. Oddio che cucciola. No, non se ne parla!
"Si, ok. Grazie dell'invito. Tieni il mio cellulare e salvami il tuo numero" sorrido insicura. Lei prende il cellulare dalla mia mano e digita i numeri, per poi riconsegnarmelo. "Fatto. Sono contenta che tu abbia accettato. Domani però è Giovedì, quindi unfortunately ci vedremo di nuovo at school. Ciao bella". Mi saluta e se ne va.
Ma perchè cazzo formula frasi italiane con accenni a parole inglesi? Ma cosa più importante... perchè cazzo ho accettato quell'invito? Non avrei dovuto fare amicizia con nessuno io!
Esco dal cortile e vedo la macchina di mio nonno. Perfortuna non è venuto in ritardo.
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Quei sospiri sulle labbra
RomansaVanessa Blunt,16 anni di Milano, è costretta a trasferirsi a Noto (SR) dai suoi nonni paterni, dopo la morte dei genitori. Da quel giorno la sua vita è diventata un inferno. Purtroppo però a Settembre dovrà riniziare ad andare a scuola -Liceo Lingui...