Era stato fin troppo chiaro. Non dovevamo essere per forza amici. Quella frase dissipò ogni mio buon proposito. Il giorno seguente, a scuola, raccontai tutto a Betti. Non commentò. Mi abbracciò e mi lasciò un bacio sulla fronte. A fine lezioni mi pregò di andare in spiaggia con lei e gli altri ragazzi. Non ero intenzionata a seguirli ma insistette così tanto che alla fine mi convinse. Raggiunsi la spiaggia verso le sedici, dopo aver pranzato e fatto i compiti. Erano già tutti li, ovviamente. Chi si preoccupava di fare i compiti quando il sole scaldava ancora le ultime giornate estive? Betti mi accolse a braccia aperte portandomi dritta sul suo asciugamano. Liam si accorse del mio arrivo e lasciò la partita di beach volley per sedersi accanto a me, prendendosi dello stronzo dai suoi compagni di squadra. Le squadre si rimescolarono e continuarono ugualmente a giocare. Avevo appena avuto un deja-vu. Anche la volta prima Liam aveva lasciato il gioco per stare con me. Mi raccontò una barzelletta che mi fece davvero ridere e bagnare gli occhi. Una lacrima di divertimento mi era sfuggita dall'angolo dell'occhio. Liam avvicinò piano la mano al mio viso e col pollice l'asciugò. Prolungo quel tocco leggero poggiando delicatamente il palmo alla mia guancia. Aprì la bocca per dire qualcosa ma sentii chiamare il mio nome e mi voltai, rompendo il delicato silenzio di quell'assurda situazione. Un ragazzo biondo dagli occhi del mare stava aspettando alle mie spalle. Il sole dietro di lui aveva creato una strana aureola attorno alla sua testa. I capelli biondi si muovevano scomposti alla leggera brezza marina. Lo riconobbi solo dopo che si abbassò al mio livello. Il ragazzo che era in camera con Justin.
"Seguimi!"
Il suo tono non ammetteva repliche, ma la mia mica, che stava seguendo il tutto da poco lontano e iperprotettiva nei miei confronti, si avvicinò sfoderando il suo sguardo minaccioso e il suo tono più sgarbato. Inchiodò il tizio con lo sguardo sottolineando il suo disappunto ancorando le mai ai fianchi.
"E tu chi saresti? Cosa vuoi da lei?"
Le avevo raccontato tutto di Justin e dell'altro tizio che mi era familiare e lei aveva fatto due più due. Sentendo Betti scaldarsi, anche gli altri nostri amici lasciarono il gioco per avvicinarsi a noi. Odiavo quando facevano così. Intervenni immediatamente calmando l'animo inferocito di Betti. La allontanai da lui.
"Tranquilla, lo conosco ...!"
Mi allontanai da lei e Liam sotto il loro sguardo attento, con il biondo. Mi accorsi che stava facendo troppa strada, quindi gli bloccai il braccio.
"Ok, direi che siamo abbastanza lontani!"
Stizzito ma anche divertito, calcolò la distanza dai miei amici. Sembrava gli andasse bene.
"Senti, il tuo amico mi deve un sacco di soldi!"
Immaginavo volesse parlare di lui. Era l'unica cosa che ci accumunava in fin dei conti. Incrociai le braccia al petto aspettando che continuasse il discorso, anche se immaginavo già cos'avrebbe potuto dire. Ma non lo fece. Lo incalzai.
"E quindi?"
" E quindi sono venuto da te!"
Portai una mano alla fronte, sfregando leggermente.
"E io cosa dovrei fare scusa?"
"Darmi quello che manca!"
"Allora ... mettiamo in chiaro le cose una volta per tutte e finiamo questa storia assurda! Sono cinque dannati anni che non lo vedo, non una lettera, non una telefonata, poi lui decide di farsi accoltellare e casualmente io sono di turno all'ospedale, ma lui se ne va senza lasciare un contatto, ma quando sta male è me che chiama e poi ... oh ... poi trovo anche te per le scale e anche in camera sua, io mi offro di aiutarlo ma lui mi tratta come uno straccio e ora io dovrei dare a te dei soldi che ti deve lui senza nemmeno saperne il motivo? Beh direi anche di no!"
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TRAGHETTATORE DI ANIME
RomanceTaila e Justin si conoscono fin da bambini. Lei, dagli occhi color cioccolato, è una ragazzina semplice e molto timida, lui, col verde dell'erba di primavera a tingere le sue iridi, è spavaldo e un po' bullo. Le famiglie passano assieme tutte le est...