PICCOLA STELLA

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Aprii gli occhi solo al suono della sveglia. Il sole illuminava debolmente la stanza. Mi sgranchii per bene prima di alzarmi. Mi misi seduta e buttai le gambe giù dal letto, trovando qualcosa che di solito non c'era. Un materasso. Anzi, il materasso. Vuoto. Ricollegai tutti i fili e la mia testa iniziò a lavorare freneticamente sui ricordi del giorno precedente. Portai una mano alla fronte, poi entrambe e vi nascosi il viso. Mi diedi due schiaffetti per ripigliarmi e mi preparai per la scuola. Scesi a fare colazione. Io, mamma e papà. Dov'era Justin?

"Buongiorno!"

"Buongiorno tesoro. Sei riuscita a riposare?"

Mugugnai un si con la bocca piena di biscotti. Lanciai uno sguardo all'orologio accorgendomi che ero in ritardo. Presi al volo un ultimo dolcetti, salutai i miei e corsi fuori sentendo già il clacson di Betti suonare dalla curva prima di casa mia. Non ebbi nemmeno il tempo di allacciare la cintura che mi stava già tempestando di domande. Allegra e curiosa come il suo solito non mi lasciava il tempo di finire una risposta che partiva con la domanda successiva. Arrivammo a scuola appena in tempo. La campana era appena suonata. Trascorsi tutte le ore a spiegare la situazione alquanto complicata in cui mi trovavo a Betti. Mi supplicò di uscire con lei nel pomeriggio ma avevo già promesso a mia madre che l'avrei aiutata a sistemare la camera per Justin, al che la mia amica si offrì di darci una mano. Accettai. Tra una domanda e un'altra le ore passarono velocemente. L'orda di ragazzi entusiasti della fine delle lezioni stava uscendo. Seguii Betti alla sua macchina come tutti i giorni, ma una figura alta dall'aspetto dominante svettava proprio di fianco. Appoggiato a una moto nera scintillante Justin aspettava a braccia incrociate. Portava gli occhiali da sole e i capelli erano spettinati da un leggero venticello. Molte, anzi tutte le ragazze lo notarono e gli passarono accanto solo per farsi vedere. Lui non degnò nessuna nemmeno di uno sguardo. Continuò a seguirmi con gli occhi appena mi scorse sulla porta. Betti mi prese sotto braccio sbarrando gli occhi e aprendo eccessivamente la bocca in segno di sorpresa.

"Ma chi diavolo è quello?"

La guardai male, ma ricordai che loro non si conoscevano.

"Justin, lui è Justin!"

Mi guardò meravigliata e raggiante in preda a gridolini di compiacimento ed euforia.

"Oh ... mio ... Dio! Ed è venuto a prenderti ... in moootoooo!"

Cercai di trattenerla e farle abbassare la voce, la sua esuberanza spesso mi metteva a disagio, soprattutto se sapevo che poi l'attenzione sarebbe stata rivolta me.

"Betti! Ti prego!"

Senza nemmeno ascoltarmi Betti sorpassò tutti e si avvicinò a passo sostenuto alla sua auto e ovviamente a lui. Si lisciò la camicetta e gli porse la mano. Justin, da galant'uomo, si tolse gli occhiali, che appoggiò sulla testa spostando un'onda nera come il petrolio e scoprendo i suoi magnetici occhi verdi. Allungò la mano e prese quella di Betti.

"Ciao io sono Beatrice, ma chiamami Betti, la migliore amica di Taila!" la voce cinguettante di Betti mi fece sorridere.

"Justin!"

Lui invece, conciso ed emotivamente distaccato. La sua attenzione si spostò subito su di me.

"Vieni ti accompagno a casa!"

Guardai Betti scusandomi perché l'avrei lasciata sola, ma lei mimò con la bocca: <Che figo!> e salì sulla sua Jeep.

Justin mi allungò un casco. Lo indossai ma non riuscii a chiuderlo. Vedendomi in difficoltà tolse le mie mani con delicatezza e chiuse il gancio. Salii dietro di lui aggrappandomi forte al suo torace e sentendo la fasciatura che avevo sistemato la sera prima. In pochi minuti arrivammo a casa. Justin mise il cavalletto ancora prima che scendessi. Mi ritrovai ancora più in alto. Con mia sorpresa mi prese per i fianchi e mi fece scendere. Tolsi il casco guardandolo torva. Non disse nulla. Avevo appena finito di mangiare un boccone al volo quando sentii la macchina di Betti parcheggiare nel vialetto. Era veramente venuta ad aiutarci. O meglio, era venuta per vedere Justin. La feci entrare ed entrambe salimmo al piano superiore dove mia madre e Justin stavano già sistemando alcuni scatoloni. Spostammo mobili e bauli, rivelando una camera spaziosa almeno quanto la mia. In teoria erano speculari e collegate dal bagno in comune. Dopo una bella pulizia e sistemata era perfetta, bastava riportare dentro i mobili e le cose di Justin. Betti mi prese per il braccio allontanandomi dai nostri aiutanti.

TRAGHETTATORE DI ANIMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora