Capitolo 5 - L'incubo continua pt.2

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CONTINUA...



Ritirò immediatamente indietro la testa, voltandosi di scatto e sbattendo con la schiena contro il muro del corridoio. Quello che aveva appena visto l'aveva sconvolta e ferita. Giulia si portava sempre dietro un cambio da indossare al termine delle lezioni in accademia, dopo la doccia. Teneva questi vestiti puliti nel borsone di danza. La sera prima, quando aveva preparato tutto l'occorrente, aveva deciso di optare per dei jeans neri, una maglia grigia, a maniche lunghe e leggermente attillata, che le arrivava giusto un paio di centimetri sopra l'ombelico, ma soprattutto, un chiodo. Non era un giubbotto in pelle qualunque. Le era stato regalato due mesi prima, a Natale, da Fran. Normalmente, non avrebbe mai avuto il coraggio di indossarlo ed essere quindi costretta a portarlo fuori di casa con il rischio che si rovinasse, ma ultimamente sentiva molto la mancanza del fratello. Proprio per questa ragione, lui ci aveva spruzzato un po' della sua colonia sopra, come faceva con tutte le sue felpone che la sorella decideva di portarsi a Roma. Mai avrebbe immaginato che quelle vipere sarebbero andate ad aprire e frugare dentro al suo borsone. Vederle tagliuzzare il chiodo che Fran le aveva regalato, le spezzò il cuore. Aveva lo sguardo fisso sul pavimento, quando si accorse che una mano stava passando ripetutamente davanti ai suoi occhi. Alzò il capo e riconobbe Deddy che le sorrideva, ma lo vide rabbuiarsi due secondi dopo.

D: "Bambi, ti eri incantata? Che fai qui fuori, perché non entri?" le domandò cautamente.

Giu: "Sì, avevo la testa tra le nuvole, come sempre ahahaha. Ti stavo aspettando." la buttò sul ridere lei.

D: "Già, ultimamente sei sempre su un altro pianeta ahahaha. Sei sicura di stare bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma..." continuò lui, notandola bianca in volto.

Giu: "Sì sì, ho solo un po' di nausea. Mi devono essere rimasti sullo stomaco gli asparagi di ieri sera. A me neanche piacciono, ma non volevo discutere con mia mamma..." lo rassicurò lei, trovando una scusa plausibile.

D: "Ahahaha, mi sorprende che tu non li abbia ancora vomitati. Persino i muri sanno che detesti mangiarli e tua mamma no?!" domandò, ridendo alla vista dell'espressione schifata dell'amica.

G: "Lo sa benissimo anche lei, ma sai come è fatta, no?" continuò lei, con tanto di aria scocciata per rendere la scusa il più credibile possibile.

D: "Sì sì, ho presente ahahhaha" ridacchiò di nuovo lui.

A quel punto Deddy la prese per mano e varcò la porta. Giulia tirò un sospiro di sollievo vedendo il suo borsone chiuso e Melissa e Benedetta sedute ai loro banchi con uno stupido sorriso soddisfatto stampato in faccia. Al termine della sesta ora, alle 14:05, la campanella suonò e i due si precipitarono insieme all'uscita. Deddy aveva fretta di tornare a casa. Aveva promesso al fratello un pomeriggio alla play. Giulia, invece, aveva un intenso pomeriggio ad attenderla. Alle 15:00 sarebbe dovuta essere tutta vestita e pettinata per la lezione di hip hop. Ciò voleva dire che aveva 55 minuti per prendere il pullman, sgranocchiare qualcosa giusto per non svenire e riuscire a dare il massimo mentre ballava, come sempre d'altra parte, e cambiarsi e pettinarsi insieme a Serena. Salutò velocemente Deddy con un bacetto dei suoi e si affrettò a raggiungere la fermata del bus, che arrivò in ritardo di un quarto d'ora. Decise di approfittarne per mangiare la barretta ai cereali che i suoi amici si erano premurati di comprarle e portarsi avanti con i compiti per il giorno dopo. Così terminò anche gli ultimi esercizi di scienze, contenta di avere la sera "libera". Non voleva trascurare la scuola e fortunatamente era una ragazzina intelligente e che si impegnava in tutto, come le aveva insegnato Lui e l'ultima cosa che voleva era deludere il suo angelo custode e la sua famiglia.

Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora