Capitolo 8 - Automa

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Il giorno seguente, fu la sveglia di Serena a svegliare le due amiche. Giulia, stremata dal pianto e dall'attacco di panico che aveva avuto, alla fine era crollata, imitata dalla riccia che, dopo aver vegliato per un po' sull'amica, si era addormentata. Quella mattina,  faticò a tenere aperti gli occhi, ma non per il sonno o per la totale mancanza di voglia di andare a scuola. Era la fortissima emicrania a impedirle di alzarsi. Serena era preoccupata e malediva il nuovo lavoro del padre che le impediva di essere con la sua migliore amica e prendersi cura di lei. Giulia, d'altro canto, sentendosi in colpa per aver tenuto impegnata Serena e averla fatta morire di paura, racimolò tutte le sue forze per alzarsi e andare in cucina, dove trovò Leo ad attenderla. Le aveva preparato i pancakes, ma vedendo le condizioni della ragazza, dopo averle misurato la febbre, non poté fare a meno di rimproverarla per non essersi asciugata i capelli la sera precedente. Giulia e Serena, dopo averlo pregato, riuscirono a convincerlo a non dire niente a Susi. Bevuta la spremuta e mangiato un biscotto, la ballerina mandò giù l'aspirina e salì in bagno a lavarsi, per poi correre in camera. Non aveva alcuna voglia di fare la sua prima assenza già il secondo giorno di scuola, anche se ciò voleva dire dover vedere Giovanni. Indossò i suoi jeans neri skinny, la t-shirt bianca con scollo a V di Subdued (che aveva comprato con Serena qualche mese prima) e le sue Air Force One. Aprì il portagioie, mettendosi al collo la catenina col punto luce, regalo del suo angelo custode. Se voleva riuscire a sopravvivere alla giornata che l'attendeva, allora aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile, e indossare quel gioiello le ricordò, ancora una volta, di non permettere a nessuno di spegnere la luce che aveva dentro di sé, nemmeno al suo migliore amico. Preparata la cartella, Leo le diede un passaggio, lasciandola a pochi metri dall'entrata della scuola e raccomandandosi con lei. Giulia lo abbracciò, promettendo di scrivergli più tardi e lasciandolo andare all'Accademia ad aprire il bar.

Adesso arrivava la parte difficile della giornata: trascorrere le seguenti cinque ore nella stessa stanza con due persone che le avevano rovinato gli ultimi otto anni di vita e una loro amica che, pur essendo appena entrata a far parte della sua quotidianità, almeno scolastica, aveva già fatto troppo, e ultimo, ma non per questo meno importante, la persona che credeva essere il suo migliore amico, ma che invece l'aveva ferita, come mai nessun altro prima aveva fatto. E ringraziava il Signore che fosse la prima settimana di scuola e quindi l'orario fosse ancora ridotto. Non osava pensare a come sarebbe riuscita a cavarsela dalla settimana seguente in poi. Si convinse a pensare prima ad arrivare sana e salva alla fine di quella giornata. Stava per chiamare Chiara per chiederle se fosse già davanti al cancello della scuola, ma l'amica la precedette. Non fece in tempo a dir nulla che la chiamata venne terminata dalla sua amica che, dopo averla vista, corse ad abbracciarla come se non si vedessero da settimane. Giulia non le raccontò dell'attacco di panico e la bionda apparentemente non si accorse delle sue vere condizioni, o comunque non fece domande. Come sempre, preferì tenersi i suoi problemi per sé. Si fidava di Chiara, ma non aveva mai buttato i suoi dispiaceri addosso a nessuno e non era di certo intenzionata a incominciare a farlo quel giorno. Magari prima o poi sarebbe riuscita a confidarsi con lei, un po' come faceva con Serena, ma per il momento preferiva pensare a essere lei quel tipo di amica per Chiara, una persona a cui lei potesse sentirsi libera di raccontare qualsiasi cosa. In fondo, come quest'ultima le aveva confidato il pomeriggio prima, la bionda aveva solo lei, e ciò faceva sentire a Giulia di essere in un certo senso un po' speciale per la sua nuova amica, ma allo stesso tempo sentiva di avere una grande responsabilità. Voleva fare l'impossibile per non deludere la fiducia che Chiara aveva riposto in lei letteralmente dal primo sguardo che si erano scambiate.

Al primo suono della campanella, a malincuore Giulia entrò nell'edificio. Avrebbero potuto aspettare fino all'ultimo prima di entrare, ma Chiara aveva un urgentissimo bisogno di andare alla toilette e infatti, senza esitare, aveva preso la castana a braccetto trascinandola su per le scale e fiondandosi nei bagni, scatenando così la risata di Giulia. Le due poi si erano dirette verso la loro classe, ridendo come matte per il comportamento buffo che la biondina aveva avuto. I sorrisi sui loro volti si spensero appena misero piede nell'aula. Giovanni stava "parlando" con Viola. Ma entrambi sembravano essere concentrati più sull'altro che sull'argomento della conversazione. Viola era aggrappata con un braccio al collo di Giovanni, cercando di avvicinarsi a lui il più possibile, mettendo il seno proprio sotto il suo naso, e lui, pur cercando di dissimulare, non riusciva a fare a meno di lasciarci cadere su un'occhio. Giulia era allibita. Si era fermata di colpo alla vista di quella scena. Ancora una volta fu grata a Chiara, che, schifata anche lei dai due, per far riprendere l'amica e porre fine al disgustoso siparietto, la buttò sul ridere.

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