Capitolo 7 - Un colpo basso

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Era il 15 settembre 2016. Erano passati solo 3 giorni da quando Giulia e Serena si erano dovute separare, senza sapere quando si sarebbero riviste, ma con la promessa che la riccia avrebbe telefonato appena arrivata a casa in Sicilia. Si stavano sentendo ogni giorno sia tramite messaggi che per chiamata, anche per le cose più stupide. La sera prima si erano addormentate rimanendo in videochiamata tutta la notte con i cellulari in carica sui comodini. Quella mattina quando le sveglie erano suonate, per poco entrambe non le avevano rotte dalla voglia di rimanere a letto. A vederle, un estraneo avrebbe potuto benissimo pensare di essere spettatore di un film. Ma per le due quella rappresentava la quotidianità, la loro. Si erano vestite e avevano fatto colazione. Serena era riuscita a convincere l'amica a mangiare tre biscottini oltre a bere la solita aranciata, facendo lo stesso anche lei. Il loro legame era così forte anche per quello. Erano più simili di quanto le persone potessero pensare e, forse, proprio per questo, erano in grado di capirsi meglio di chiunque altro. Perché quasi sempre le insicurezze di una erano le stesse dell'altra. Susi era stranamente a casa quel giorno, ma era dovuta scappare per un incontro di lavoro ovviamente. Così, Serena aveva deciso  di declinare il passaggio offerto dal padre e prendere anche lei il pullman per andare alla sua nuova scuola. Ovviamente erano state in chiamata anche per tutto il tragitto e, arrivate davanti ai cancelli dei rispettivi licei, a 860 km di distanza l'una dall'altra, paradossalmente erano riuscite a essere più unite che mai, facendosi forza a vicenda. Avevano aspettato quel giorno per anni. Finalmente sarebbero potute essere compagne di classe, o almeno quelli erano i piani, pensava Giulia. Ma, come la vita non aveva perso occasione di insegnarle e ricordarle qualche mese prima, quando aveva scoperto del trasferimento dell'amica, "Non sempre, tutto va secondo i piani". Anzi, proprio la vita, molto spesso, non manca di sconvolgerteli. Ma questo lei lo aveva imparato ormai già da tempo, quando, a differenza sua, ogni altro bambino invece viveva ancora credendo che tutto fosse rose e fiori.

La loro conversazione venne interrotta dai suoi due amici che quel mattino avevano particolarmente voglia di scherzare. Giovanni, sorprendendola da dietro, le aveva coperto gli occhi, posandoci le mani sopra. Deddy aveva parlato al posto suo tentando di confondere la ragazza, che però non era cascata nel tranello, riconoscendo perfettamente le mani del suo ricciolino, che aveva puntualmente sbuffato, come suo solito, fingendo di essersela presa. Ovviamente era bastato un abbraccio della ballerina per far spuntare un sorriso sornione sul suo volto. Inutile dire che Serena e Deddy si erano scambiati uno sguardo d'intesa attraverso lo schermo del telefono, scuotendo la testa, consapevoli che un giorno l'amicizia tra Giulia e Giovanni si sarebbe trasformata in qualcosa di più grande e divertiti dal fatto che proprio questi fossero i soli a non averlo ancora capito. La scena attirò anche l'attenzione di qualcun altro. Giulia, infatti, sentendosi stranamente osservata, si voltò. Il suo sguardo incontrò due occhi azzurri, e seppur abituata ad avere a che fare con due occhi di quella tonalità, quelli le erano sconosciuti. Esaminò poi attentamente il resto del volto della ragazzina bionda che aveva sorpreso a fissarla. Senza accorgersene, osservandola le venne da sorridere, venendo subito ricambiata. Nel mentre tornò a conversare con Serena e gli altri, spiegando il motivo per cui si era distratta, non staccando comunque mai lo sguardo dalla figura della ragazza. Deddy e Giovanni, incuriositi, ovviamente si voltarono, facendo tingere di rosso le guance della biondina imbarazzata. Giunto, per Giulia e Serena, il momento di salutarsi, al suono della campanella i tre si gettarono tra la folla di studenti. Nella confusione, la ballerina, ricevendo una spallata, fu lì lì per cadere, venendo salvata dai suoi due amici. Sorprendentemente si accorse che era stata proprio la ragazza di prima ad urtarla. Questa cercò di parlarle, probabilmente per scusarsi, ma Giulia venne tirata via dal ricciolino e da Deddy, spinti dagli altri studenti.

Raggiunta l'aula scritta sul registro elettronico del liceo, presero posto nella colonna di banchi di fronte alla cattedra, ma in seconda e terza fila. Il sorriso di Giulia si spense appena vide entrare le due persone di cui aveva sperato di essersi liberata definitivamente: Benedetta e Melissa. Le due ovviamente la scrutarono, sghignazzando, ma accorgendosi subito che Giulia era cambiata. Era sempre magrissima, certo, ma rimasero sorprese non vedendola vestita di nero. La ballerina, fiduciosa ed entusiasta per l'inizio di questo nuovo percorso, convincendosi che nulla sarebbe potuto essere peggio di ciò che aveva passato nei tre anni precedenti, aveva indossato dei jeans blu classici, larghi e leggeri con una cintura nera con fibbia argento, una crew neck cropped t-shirt grigia scura che le fasciava perfettamente la curva del seno leggermente accennata e le sue amate Air Force 1 bianche. Si era fatta una coda alta, aveva coperto le "imperfezioni" sul viso con un po' di correttore e messo un po' di mascara per allungare le ciglia. Era perfetta. Se Susi l'avesse vista, sarebbe stata fiera di lei, si era detta quella mattina. Giulia non si sarebbe più lasciata intimidire da Benedetta e Melissa e, capendolo, le due andarono a sedersi in un'altra fila, vicino alle finestre che davano sul cortile, senza fiatare. L'attenzione dei presenti cadde sulla porta d'ingresso dell'aula, dove due ragazze bionde, cercando di entrare nello stesso momento, si scontrarono, spintonandosi per varcare la soglia. Giulia posò immediatamente lo sguardo su una delle due, riconoscendo la ragazza che l'aveva fissata in cortile e urtata all'ingresso della scuola.

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