Era il 15 settembre 2008, c'erano 19 gradi quel giorno a Roma e la pioggia e l'umidità non facevano che peggiorare il traffico nella capitale.Quella mattina, Giulia era in uno stato di dormiveglia. Aveva tentato in tutti i modi di prendere sonno la sera precedente, ma nemmeno le coccole di mamma Susi erano riuscite ad avere l'effetto sperato su di lei. Dopo una buona ora e mezza, Susi era andata a raggiungere suo marito Carlo e riposare, raccomandando un'ultima volta alla figlia di provare a dormire perché il giorno seguente sarebbe stato impegnativo e Giulia sarebbe dovuta essere piena di energie. Si era sforzata di addormentarsi, ci aveva messo tutta la volontà del mondo, ma era stato tutto inutile. Verso le 5 di mattina era finalmente riuscita a chiudere occhio, ma nella sua testolina continuavano ad affollarsi mille pensieri su come si sarebbe evoluta quella giornata importante.
Alle 7:30, Susi era entrata nella sua camera per svegliarla, ma le era bastato varcare la soglia della stanza per far sì che gli occhi di Giulia si spalancassero. Sapeva già prima di entrare, che, molto probabilmente, la solita insonnia insieme all'emozione per quel giorno importante non le avevano permesso di dormire, e, quando la vide, ne ebbe la conferma. Giulia aveva drizzato il busto e si era messa a sedere sul letto alla velocità della luce, facendo sospirare e poi sorridere la madre. Era corsa in cucina senza che Susi glielo dicesse e, in poco tempo, aveva finito i suoi biscotti preferiti e bevuto il latte. Aveva afferrato la mano di Susi e, con irruenza, l'aveva trascinata nella sua cameretta. Sua mamma l'aveva aiutata a indossare i vestiti che aveva scelto per lei la sera precedente. Giulia avrebbe preferito indossare qualcosa di più comodo, ma la madre aveva insistito per farla vestire come una signorina. Giulia si era arresa e aveva indossato quella maledetta gonnellina rosa a fiori che tanto odiava. In fondo si fidava di sua madre e desiderava soltanto di essere perfetta per quella giornata importante.
Erano finalmente giunte davanti all'entrata della sua nuova scuola, quando Susi vide le sue due amiche con le figlie. Si diresse verso di loro, trascinando con sé la figlia, che la seguì con poco entusiasmo. Conosceva Melissa e Benedetta da ormai 3 anni, erano state compagne d'asilo. Le loro mamme erano amiche e anche Giulia aveva trascorso quei tre anni sempre con loro, ma non si era mai sentita a suo agio, non era mai riuscita ad essere se stessa davanti a loro. In varie occasioni era stata costretta a trattenere la sua risata contagiosa o a moderare il suo entusiasmo. Giulia era cresciuta e, per quanto desiderasse compiacere la madre, finalmente era sicura di ciò che voleva. Stava per iniziare una nuova fase della sua vita che sarebbe durata 5 anni. Aveva già fatto mille piani per quel giorno e per quegli anni. Voleva fare nuove amicizie, riuscire a trovare delle persone davanti alle quali si sarebbe sentita sicura a mostrarsi per la dolce, entusiasta, simpatica e allegra bambina che era, senza doversi controllare o trattenere. Desiderava appassionarsi alle materie, sperava che le sue maestre fossero brave e gentili con lei e che riuscissero ad apprezzarla, era curiosa di conoscere i suoi nuovi compagni , ma soprattutto, non vedeva l'ora di continuare a danzare e seguire le sue lezioni in accademia.
Non stava prestando molta attenzione ai discorsi delle due bambine. Non avevano interessi in comune e non condivideva i loro pensieri. Melissa e Benedetta avevano una mentalità molto chiusa, erano molto selettive e diffidenti con gli altri bambini, li guardavano sempre dall'alto in basso e li giudicavano senza nemmeno conoscerli, decidendo subito che non erano alla loro altezza. Giulia, invece, non prestava attenzione ai vestiti che i bambini indossavano, lei non li squadrava, osservava il loro volto, i loro occhi e, incuriosita, desiderava conoscerli. Mentre le due continuavano a fare commenti sui loro futuri compagni di scuola, se non di classe, Giulia, che si sentiva osservata, si voltò, guardandosi intorno. Incontrò due occhi azzurri ghiaccio. Improvvisamente si sentì strana, non riusciva a riconoscere o dare un nome alle sensazioni che stava provando e che l'avevano colta alla sprovvista. Riuscì a reggere quello sguardo che tanto la faceva sentire nuda. Ma non si sentiva in imbarazzo, non aveva paura, sentiva solo come delle bollicine dentro di sé. Quelle pozze blu stavano cercando di leggerle dentro e lei stava facendo lo stesso. I loro occhi rimasero incastrati per quelli che sembrarono minuti interminabili. Si staccarono solo al suono della campanella. Allora Giulia si voltò e salutò la madre. Desiderava darle un bacio o ricevere un abbraccio, ma sapeva che doveva essere forte e comportarsi da bambina grande. Fece un bel respiro, guardò quell'edificio a 5 piani con occhi curiosi e pieni di speranza, si fece coraggio e prese a camminare verso l'entrata. Era lì, pronta a iniziare il suo primo giorno di scuola elementare.
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Nonostante tutto
Fiksi Penggemar~Alla fine, eravamo ancora lì. Insieme. Semplicemente noi, un eterno casino. Intreccio indissolubile. Nonostante tutto.~ Giulia: bella, dolce, simpatica, intelligente, dalla risata contagiosa, insicura, amica fedele e sempre disponibile, con un gran...