Capitolo 5.

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Dopo alcuni secondi, Mike sentí la voce di Will.

Quella voce, che la notte sognava.

«Mike! Mike!» gridò Will.

Sentí una seconda persona gridare: Undici.

«Mike! Svegliati ti prego...»

La ragazza stava piangendo mentre Will era terrorizzato.

«Will!» gridò il corvino prima di cadere e sbattere la testa, svegliandosi.

Quando aprí gli occhi, tutti i suoi amici lo abbracciarono, piangendo.

«Cosa è successo Mike?» chiese Lucas, visibilmente spaventato.

«Io...io stavo dicendo una cosa a Will e poi ho visto che stava subendo una visione...ma non era cosí. Quello a subire la visione ero io, mi sono ritrovato in un luogo nero come la pece. Poi la versione umana di Vecna si è avvicinato a me e mi ha detto di unirsi a lui...e poi...poi mi sono svegliato» spiegò il ragazzo.

Tralasciò la parte di Vecna che si era trasformato in Will per non dover rispondere a domande indesiderate.

«Devi straiarti» disse Will, una volta che gli altri furono usciti per parlare con Joyce di ciò che era successo.

Mike fissò il castano.

Era bellissimo, i capelli splendevano sotto i neon a basso costo della parte ospedaliera del laboratorio, gli occhi segnati dalla stanchezza e dalla paura, di un verde più scuro, quasi colore dello smeraldo.

Le occhiaie sotto di essi sempre più presenti, le labbra rosee erano carnose e piene.

Labbra che Mike voleva baciare.

Perchè la verità è che Michael Wheeler, o più semplicemente Mike, amava il suo migliore amico Will più di ogni altra cosa al mondo.

Ma a causa di questo si sentiva sbagliato, perchè lui amava le ragazze, doveva amarle.

Ma doveva anche capire perchè provava questo nei confronti di Will Byers, il suo migliore amico.

«Hey Mike, tutto bene?» chiese il ragazzo, accorto di essere fissato.

«Certo. Emh...Will devo dirti una cosa...» disse l'altro, doveva schiarirsi le idee, e magari parlarne con qualcuno lo avrebbe aiutato.

«Dimmi tutto» disse Will, un po' preoccupato per la visione di Mike, un po' ansioso del suo amore impossibile.

«Beh...sai, io mi sono sempre sentito diverso, ma cercavo di nasconderlo. Credo che la cosa che ti sto per dire, però, non può essere nascosta e dimenticata, ignorata» disse Mike.

«P-perchè mi dici questo?» chiese Will.

«Vedi...io credo che-»

Mike venne interrotto dallo sbattere della porta dietro di loro, erano Joyce e Hopper con dietro gli altri.

«Dobbiamo andare. Ora. Il governo sta venendo qui per Undici. Dobbiamo scappare» spiegò Hopper mentre Joyce prese delle bende e delle medicine e le mise dentro un grande borsone.

Mike e Will si guardarono negli occhi di scatto, come se fossero stati collegati.

Will distolse lo sguardo e si alzò per poi seguire gli altri, lo stesso fece Mike qualche secondo dopo, ancora perso negli occhi e nelle labbra dell'altro.

«Ci dobbiamo dividere. Altrimenti sarà peggio» disse Joyce dirigendosi verso l'uscita, seguita da tutto il gruppo.

«Ci divideremo in tre gruppi: Io e Joyce, Steve, Nancy e Robin e infine Jonathan andrà con i più piccoli» disse Jim, parlando al Party come se fossero dei bambini.

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