Capitolo 3.

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Quando suonò il campanello, Will si asciugò le lacrime e andò ad aprire, rimase un po' sorpreso da chi si trovò davanti: Max Mayfield.

«Ciao, possiamo parlare?» chiese la rossa.

Will la fece entrare in casa e si sedettero sul divano.

Dopo un silenzio che sembrò durare ore, Max parlò: «Cosa sta succedendo?»

«Cosa intendi?»
«Perchè Vecna non è morto?»
«...credo che lui non sia morto perchè non lo avete ucciso completamente, lui c'è sempre stato dentro di me.»
«Quindi per ucciderlo...»

Max non finí di parlare che abbracciò Will, non voleva che l'amico morisse.

«Quanto tempo hai a disposizione prima che ti uccida?» chiese la ragazza impaurita.

«Credo non molto» rispose Will con le lacrime agli occhi.

«So quello che stai passando, o meglio, solo in parte. Mi dispiace. Cosa intendi fare?» chiese Max.

Will era felice che Max fosse venuto a trovarlo, ma non aveva idea di cosa risponderle.

«...io non lo so. Ho paura di star facendo tutto sbagliato» ammise il ragazzo, una lacrima scese lungo la sua candida guancia.

Ecco, Will sentí di nuovo quella orribile sensazione.

Quando Vecna gli parlava sentiva sempre una morsa attanagliarli il petto, lo stomaco pesante, lui si sentiva impotente, congelato.

«Credo che mi parlerà di nuovo tra poco.»
«Sta tranquillo, vado a prendere la cassetta di Should I sta-»

Will aveva iniziato a fluttuare.

"Cazzo. Ok vado a prendere la cassetta" pensò la ragazza.

Max si diresse correndo in camera dell'amico, stava cercando la canzone Should I stay or Should I go.

Non trovò la cassetta, ma vide che dentro un walk-man sul letto di Will, ce n'era una, prese le cuffie e andò nel salotto, dove c'era il ragazzo.

"Ti prego fa che funzioni" pensò Max, facendo partire la cassetta.

Aveva messo il volume cosí alto che poteva sentire anche lei la melodia della canzone, quella non era la cassetta che stava cercando.

Max conosceva quella canzone, era uscita da tanto, ma non le era particolarmente piaciuta.

Il titolo era Boys Don't Cry, dei Cure.

«Cazzo. Cosa ho fatto. Pensa Max, pensa, dove può essere quella casset-»

Max venne interrotta una seconda volta quella giornata: Will si era svegliato ed era caduto sul divano, provocando un tonfo non troppo rumoroso.

Il ragazzo non capí neanche cosa stava succedendo, che si trovò le braccia di Max al collo che lo stringevano e non intendevano lasciarlo andare.

«Ho avuto paura» disse Max.

«Menomale che ascolto questa canzone tipo sempre» rise Will per sdrammatizzare, anche se era terrorizzato.

Dopo svariati minuti di silenzio, Max si staccò da Will e gli chiese se volesse raccontarle cosa avesse visto.

«Come al solito mi chiedeva di unirmi a lui, ma questa volta mi ha fatto vedere anche...nulla, dimenticalo.»
«Will dimmelo, ti prego, non lo dirò a nessuno se non vuoi. Ma devo saperlo.»
«Ok...mi ha fatto vedere...Mike. Ma non vivo.»

Will disse questo con le lacrime agli occhi per non sapeva che volta quella giornata.

«Dobbiamo ucciderlo prima che faccia di peggio» disse Max, voleva che quella creatura morisse, lo voleva con tutta la sua anima.

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