Across the universe

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Capitolo 21

Quella sera Astoria sedeva per terra, contro la fredda parete di pietra della Torre di Astronomia. Scrutava il cielo stellato mentre reggeva un piccolo aggeggio che i babbani chiamavano telefono. Glielo avevo spedito Brooks per gufo e le aveva raccomandato di tenerlo nascosto da occhi indiscreti. 

 In quel momento, dalla piccola scatolina di metallo proveniva la voce cristallina della sua migliore amica, che le stava raccontando della sua festa di compleanno.

<<Deve essere stato magnifico>> esclamò Astoria, allargando le labbra in un sorriso.

<<Meglio di quanto potessi immaginare>> disse Brooks entusiasta. <<Mio padre e mia madre mi aspettavano a braccia aperte con una torta di tre piani al cioccolato e panna con degli unicorni proprio in cima. Sinceramente non me lo aspettavo, è la torta di compleanno più grande che abbia mai visto!>>

Astoria chiuse lentamente gli occhi, immaginando i regali, le candeline accese sulla torta e il soffio che le aveva spente una dopo l'altra. Risate, volti allegri. Vide la sua amica al centro di quella festa, parte di una famiglia che l'amava. Sentiva come se un masso enorme le stesse schiacciando lo stomaco, ma nonostante ciò non smise di sorridere.

<<Sono davvero felice, in più mia nonna mi ha regalato un viaggio a New York! Sai, vorrei tanto trasferirmi lì. Immagina... potresti venire a vivere con me>>

Un luccichio comparve nei suoi occhi verdi, che ormai erano fissi sulle punte macchiate delle sue scarpe bianche.

Si ricordava ancora di una cartolina che le aveva fatto vedere suo padre di ritorno da un viaggio in America. Raffigurava la Grande Mela di notte, con i grattacieli luccicanti, sotto le luci al neon e file interminabili di auto che si muovevano velocemente, incolonnate una dietro l'altra, lungo le strade.

A un tratto avvertì uno strano rumore al telefono e, pensando ci fosse qualche interferenza, alzò leggermente la voce per farsi sentire.

<<Nah...diventeremmo due vecchie signore strane con tanti gatti, che indossano abitini eccentrici e dicono cose sconvenienti>>


Portò il telefono all'altro capo dell'orecchio, per poi sentirla ridere di gusto. Poi, Astoria sospirò, chiudendo ancora una volta gli occhi, mentre un leggero venticello le scompigliava i capelli.

Brooks le mancava un sacco. Le mancava terribilmente il suono della sua risata, il suo bizzarro senso dell'umorismo, le mancavano tutti i pomeriggi passati insieme.

<<Peccato che i babbani non possono imparare la magia, noi tre saremmo stati un trio perfetto>>.

L'espressione di Astoria cambiò radicalmente e il sorriso scomparve dalle sue labbra. Strinse il telefono tra le mani e prima di rispondere, rimase qualche secondo in silenzio ad ascoltare i gufi e i rapaci, che in lontananza turbavano all'interno delle loro gabbie; si poteva distintamente sentire anche lo sbatacchiare delle loro ali sulle voliere.

Peter era il nuovo ragazzo di Brooks. Si erano conosciuti d'estate, in una serata sul lago, e si erano piaciuti da subito. Lui viveva a Valencia, in Spagna, ma ogni estate tornava dai suoi nonni a Parigi.

Ovviamente lui non sapeva niente di Beauxbâtons e della magia, e Brooks non sembrava disposta a raccontargli del mondo magico.


<<Immagino...>> disse lei in tono secco.

<<So che pensi che Hogwarts sia la migliore scuola di magia al mondo, ma è solo perché non conosci le altre scuole. Pensaci, se ci traferissimo in America potremmo iscriverci alla scuola di Ilvermorny>>

Stelle che aspettano di essere scoperte // DrastoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora