Camminando per un corridoio gelido e deserto

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Capitolo 13

All'inizio di novembre cominciò a fare molto freddo.

Le montagne intorno alla scuola si tinsero di grigio e tutte le mattine il terreno era coperto di brina.

A discapito di ogni previsione, però, il Lago Nero non portava la sua solita lastra di ghiaccio.

Dalle vetrate dei sotterranei non s'intravedeva nessuna creatura, non vi era un avvincino, un tritone o un maride che si agitava sui fondali; c'erano solamente le acque del lago che dondolavano placide e silenziose contro il vetro.

Dalle finestre delle scale dei piani superiori, invece, si vedeva Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo da Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio ed enormi stivali foderati di castoro.
La stagione del Quidditch era iniziata.

Quella mattina si sarebbe tenuto il primo evento dell'anno, Serpeverde contro Grifondoro.
E mentre l'intera Hogwarts era alla partita di Quidditch, Astoria si aggirava nel castello per godersi quel silenzio così raro.

Non amava le partite di Quidditch e da quando Austin era entrato nella squarda di Grifondoro, non aveva più interesse ad assistere.

Non riusciva a capire cosa avesse di strano Austin, dopo settembre aveva iniziato a ignorarla senza un valido motivo e ogni volta che cercava di parlargli, lui spariva prima che lei potesse dire Nox.

Aveva provato a chiedere ai suoi amici ma anche loro la ignoravano come se fosse una delle tante armature poste nel corridoio del terzo piano.

Austin e i suoi amici, però, non erano gli unici ad ignorarla, anche Malfoy aveva iniziato a farlo.

Non si era presentato alle ultime ripetizioni, né l'aveva cercata per informarla che non si sarebbe presentato così da poter evitare di farla aspettare per ore nell'aula di pozioni.

L'ultima volta che lo aveva visto era stata la scorsa settimana; stava raggiungendo l'aula di Aritmanzia quando aveva intravisto la sua chioma platinata tra la folla di studenti.

Lo aveva cercato per giorni senza mai trovarlo, aveva chiesto a chiunque ma nessuno era stato in grado di darle una risposta decente.

Lo aveva persino aspettato fino a tarda notte nella Sala Comune, pensando che prima o poi sarebbe apparso da quel muro, senza però avere successo.

Con un brivido, si strinse nel caldo maglione mentre percorreva uno dei corridoi del settimo piano, con dei libri sotto braccio che aveva preso dalla biblioteca per completare il suo saggio di Trasfigurazione.

Nonostante fosse una bella giornata di sole, con un limpido cielo azzurro, vi era un gelo umido che entrava nelle ossa facendola rabbrividire.

Ebbe la fastidiosa sensazione di girare intorno a quei corridoi sconosciuti.
Si ritrovò a svoltare nuovamente per lo stesso corridoio, facilmente identificabile per la presenza di un quadro raffigurante uno gnomo intento a costuire un orologio svizzero.

Era assorta nei suoi pensieri, quando l'eco di alcune voci e lo scalpiccio di alcuni passi richiamarono la sua attenzione.
Si mosse istintivamente, avanzando lungo il corridoio, in direzione delle voci che ben presto divennero più chiare.
Astoria sentì chiaramente una voce maschile che sbraitava di muoversi.

Dopo aver svoltato l'angolo si accorse che in fondo al corridoio, di fronte ad un enorme arazzo che ricordava Barnaba il Barmy, c'era proprio la persona che cercava da giorni.

<<Malfoy!>>gridò, affrettandosi a raggiungerlo.

Lui si girò di scatto nella sua direzione e dopo aver imprecato ad alta voce, la fulminò con lo sguardo.

Dei pensieri improvvisi le saettarono nella mente:
Cosa ci faceva lì al settimo piano? Non aveva la partita di Quidditch? Perché non stava giocando? E soprattutto chi erano le due ragazze al suo fianco?

Astoria camminò in silenzio fin quando non si trovò davanti a loro.

<<Cosa vuoi Greengrass?>>

<<Strano vederti senza Tiger e Goyle, pensavo foste inseparabili>> esordì lei, incrociando le braccia al petto ed alzando leggermente il mento.
<<Vedo comunque che sei in buona compagnia>> continuò, squadrando le due ragazze da capo a piedi.

Le guardò di rimando, indugiando sui colori delle loro cravatte verdi e argento.

Astoria conosceva la ragazza alla sua sinistra: Emily Bartlett, bionda con dei chiarissimi occhi azzurri perfettamente truccati e un'aria crudele, era la classica adulatrice professionista.
Ma non aveva mai visto la ragazza alla sua destra, che invece era l'opposto: capelli corti, castani e dei brillanti occhi marroni, aveva l'aria di essere una brava ragazza anche se sempre pronta ad attaccar briga.

La osservò per qualche secondo prima di spostare lo sguardo su di lui, che la stava osservando con un'espressione infuriata e scocciata allo stesso tempo.

<<So che stai cercando di evitarmi in ogni modo, voglio solo che tu sappia che sei stato un'idiota a non presentarti alle ripetizioni.
Sabato ti ho aspettato per più di due ore, potevi almeno scomodarti per dirmi che non ti saresti presentato>> disse lentamente, con calma e con voce chiara, come se stesse spiegando qualcosa di molto semplice.

<<Avevo cose più importanti a cui pensare>> disse Malfoy con voce disinteressata, quasi annoiata.
<<E quali sarebbero queste cose?>> domandò Astoria, guardandolo torvamente.
<<Non sono affari tuoi, non credi?>>
Una frase che ripeteva a ogni loro incontro, ma che questa volta accompagnò con uno sguardo minaccioso.

Astoria esitò qualche secondo, sospirando.

Non era sua intenzione litigare con nessuno, specialmente con Malfoy.

<<Hai ragione, non sono affari miei. Ma se prendi un impegno devi rispettarlo>>
<<Vorrei ricordarti che Il mio voto vale tanto quanto il tuo, Malfoy>> continuò con occhi che avrebbero voluto essere ovunque tranne che lì.

Lui la guardò accigliato.
<<Hai finito?>> le chiese a denti stretti.
<<No, non ho finito>> lo guardò sbalordita. <<Solo perché hai preso una sufficienza non vuol dire che automaticamente avremmo interrotto le ripetizioni, o almeno avremm...>>
<<Perché non te ne vai, Astoria>> la interruppe Emily, con la voce così rauca da sembrare quella di un ragazzo.

Alle sue parole, entrambi le lanciarono un languido sguardo.

<<Non hai nulla da dire?>> gli chiese quando il silenzio prolungato le aveva ormai teso i nervi all'inverosimile.

Draco avrebbe voluto dire molte cose, ma si trattenne dal replicare con sarcasmo.
<<Non c'è nulla da dire Greengrass.
Dovresti andartene. Come ti ho già detto ho cose molto più importanti da fare>>

Astoria esitò di nuovo, cercando le parole da dire, intanto gli occhi le si ridussero a due fessure, tanto quanto quelli di Malfoy che la scrutavano ancora dolentemente.

<<Certo, vedo che devi fare due cose importantissime>> disse lanciando malevoli sguardi verso le due ragazze.

Alla ragazza con i capelli castani scappò una risatina ma prontamente venne fulminata con lo sguardo da Draco.

<<E va bene me ne vado. Ma la prossima volta che prendi un impegno vedi di rispettarlo>> terminò, voltandosi subito dopo per allontanarsi il più velocemente possibile da loro.

Per qualche strano motivo quello che le aveva detto Malfoy le aveva dato più fastidio del solito.

Stelle che aspettano di essere scoperte // DrastoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora