Capitolo 14

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Capitolo 14: Visite Notturne

00:30

Il suono del mio telefono che vibra mi sveglia. Senza nemmeno vedere chi è rispondo.

«Pronto?»

-Ehi Matti.-

«Nicolò?» domando confuso mettendomi a sedere. Perché diamine mi chiama a quest'ora?!

-Si, sono io! Scusami se ti ho svegliato.-

«Non importa.» mi faccio scappare uno sbadiglio.

«Perché mi hai chiamato? È successo qualcosa?»

-No, non è successo nulla. Semplicemente avevo voglia di vederti, perciò, mandami la via di casa tua.-

Devo aver capito male. Non può seriamente chiedermi di mandargli la via di casa di Christian per venire da me.

«Cosa?»

-Mandami la via di casa tua, ci vediamo tra qualche minuto.-

Non mi lascia il tempo di rispondere che chiude la chiamata. Sospiro e mi alzo dal letto. Metto una felpa e le scarpe. Prendo il telefono e senza fare rumore esco dalla mia camera. Scendo le scale ed esco di casa silenziosamente. O almeno ci provo.

Percorro la strada ed esco dalla via, vedo una panchina e vado a sedermi. Mando la posizione a Nicolò e aspetto che venga.

Devo seriamente mettere un punto a questa situazione. Nicolò non può comportarsi così. Insomma è il mio capo, e deve comportarsi da tale. E poi, che bisogno c'era di farmi uscire a mezzanotte e mezza per parlarmi?! Poteva aspettare domani mattina, quando io mi sarei presentato a lavoro.

Fa freddo ed io ho solamente una felpa addosso. E poi oltre ad un lampione non c'è nulla che illumina la strada, per cui non mi sento al sicuro a stare in una strada vuota di notte.

Sospiro di frustrazione e in quel momento la macchina grigia di Nicolò si ferma davanti a me. Lui abbassa il finestrino.

«Ehi entra! Non stare al freddo.»

Mi alzo ed entro velocemente nella macchina. Questa volta tiro un sospiro di sollievo, quel freddo viene sostituito dal torpore caldo della macchina.

«Non potevi aspettare domani mattina? Onestamente, direi che è un po' tardi per parlare a quest'ora.» dico sfregando le mani tra di loro per riscaldarle.

«No, avevo troppa voglia di vederti.» dice sorridendo. Allunga una mano verso il mio viso, e con le nocche mi lascia una dolce carezza sulla guancia.

Dei brividi si fanno strada nel mio corpo. E non sono i soliti brividi di freddo o i brividi che mi provoca Christian. Non saprei che nome dargli, ma di certo non sono positivi.

Mi scosto dal suo tocco e faccio un piccolo sorriso.

«Abiti da questa parti?» chiede guardandosi intorno.

«Si.»

Annuisce e stiamo per un po' in silenzio.

«Ti va di fare un piccolo giretto in macchina?» chiede lui dopo qualche minuto.

«Sinceramente preferisco di no. Non voglio allontanarmi troppo da casa.» dico facendo un sorriso di scuse.

«Non c'è problema!» risponde lui ricambiando il sorriso.

Cala di nuovo il silenzio. Punto lo sguardo sul finestrino e osservo le villette. All'improvviso sento una mano sulla mia coscia. Giro la testa e vedo Nicolò che mi sta già guardando.

Direi che è arrivato il momento di tornare a casa, questa situazione non può continuare così.

«Nico senti...»

«Si? Dimmi.»

«Penso che non dovremmo avere questo tipo di rapporto.»

«In che senso?» con la mano inizia ad accarezzare la mia coscia.

«Nel senso che... io non voglio fraintendere ma... da parte tua vedo comportamenti strani...»

«Tipo?» avvicina di poco il suo viso nella mia direzione. Dio santissimo, che qualcuno mi venga a salvare.

«Tipo ora. Hai la mano sulla mia gamba e... non che mi dia fastidio ma insomma... sei il mio capo e... non dovresti comportarti così.» concludo il mio discorso con le guance che vanno letteralmente a fuoco.

Nicolò sta per rispondere ma viene interrotto dal suono del mio cellulare. Lo prendo e vedo il contatto di Christian.

«Pronto?»

-Si può sapere dove cazzo sei? È l'una e un quarto di notte!-

«Sono qua vicino, sto arrivando.»

-Ti vengo a prendere io. Dove sei?-

«Devi semplicemente uscire dalla via, vieni verso destra e trovi una macchina grigia.»

-Arrivo.-

Chiude la chiamata. Allora qualcuno che ascolta le mie preghiere esiste!

«Io devo andare. Ci vediamo domani a lavoro!»

Senza lasciargli il tempo di dire qualcosa esco dall'auto. Mi allontano leggermente dall'auto e aspetto Christian vicino ad un albero. Nicolò nel frattempo mette in moto la macchina e se ne va.

Tiro un sospiro di sollievo. Da domani farò finta di nulla, da domani continuerò a dargli del "lei" e non se ne parla più.

«Tu adesso mi spieghi dove sei stato e cosa hai fatto!» la voce di Christian mi fa sobbalzare dallo spavento.

«Ero con il mio capo.» un brivido di freddo mi attraversa il corpo.

E Christian dovette accorgersene perché si leva il giubbotto e lo da a me.

«Prendi il giubbotto. E cosa voleva il tuo capo per venire fino a qua?»

Prendo il giubbotto e lo metto. Una sensazione di calore si propaga per tutto il mio corpo.

«Grazie, per il giubbotto intendo. E comunque, voleva semplicemente passare il tempo con me. Poteva aspettare che io andassi a lavoro, e invece no.»

«Dovresti parlargliene.» Christian si accende una sigaretta. Se la porta alle labbra e aspira.

Come fa ad essere così attraente anche mentre fuma?!

«E l'ho fatto. Ma lui non mi ha detto niente, perché poi mi hai chiamato tu. E devo dire per fortuna, la situazione non era delle migliori.»

«Perché?»

Le mie guance si fanno immediatamente rosse.

«Lui... lui ha messo la mano sulla... sulla mia coscia. E poi aveva avvicinato leggermente il suo viso al mio.»

«Lui cosa?!» si ferma in mezzo alla strada. Si volta verso di me e il suo sguardo è pieno di rabbia. Del verde non c'è nulla, è rimasto solamente il marrone dei suoi occhi. Così scuro e intenso da fare tremare le gambe.

Abbasso la testa, imbarazzato.

«Ma quanti anni ha?»

«Non lo so. Per il suo aspetto credo che abbia vent'anni.»

«Beh, digli di stare con le mani a posto.» il suo tono di voce è così freddo e duro che fa accapponare la pelle.

«Domani glielo dirò. Ma poi... perché a te da fastidio?»

Lui si avvicina a me, mi alza il viso con due dita sotto il mento e incastra il suo sguardo nel mio. Adesso il suo sguardo è verde e castano, un mix letale. Uno sguardo carico di malizia, desiderio, lussuria e rabbia.

«Perché tu sei off limits, principino

Chiudo gli occhi e mi beo della sensazione del suo corpo così terribilmente vicino al mio, del suo fiato caldo sul mio viso, delle sue dita sotto il mio mento, del calore nel mio petto, del mio cuore che ha aumentato i battiti, delle farfalle che svolazzano nel mio stomaco.

Christian mi farà impazzire.

The Sun And The Moon||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora