Capitolo 9: Life Is Love
«Oddio mi scusi, non l'avevo vista!» esclamo scusandomi velocemente. Alzo lo sguardo e vedo che sono andato a sbattere contro... il capo!
«Matti tranquillo. Pure io ero distratto. Tu e Martina avete finito di pranzare?» chiede dando una breve occhiata alle mie spalle, probabilmente per guardare la porta del bar.
«Si.»
«Bene. Dove stavi andando?»
«Oh, ehm, stavo per chiamare un taxi per andare in hotel a... trovare un amico!» mi do mentalmente una pacca sulla spalla per essere riuscito a trovare una scusa decente.
«Non c'è bisogno che chiami il taxi, ti accompagno io. Vieni con me.» dice il capo sorridendo e scompigliandomi i capelli.
Decisamente non me lo aspettavo. Questo non è il comportamento che un capo dovrebbe avere nei confronti di un proprio dipendente. Non credo che un capo debba scompigliare i capelli a un dipende. Onestamente, penso che sia giusto instaurare un rapporto "amichevole" tra capo e dipendente, ma che non superi determinati limiti. Per esempio, si potrebbe tranquillamente andare a bere un caffè, oppure passare una serata insieme.
Eppure sono solamente tre giorni che conosco Nicolò e il rapporto che sta instaurando con me non è esattamente un semplice rapporto tra capo e dipendente. C'è qualcosa in lui che non mi convince, ho come una specie di allarme in testa che mi dice di stare attento ad ogni sguardo e ad ogni suo gesto.
Sta di fatto che decido di seguirlo. Solo ed esclusivamente per il passaggio. Così posso risparmiare i soldi per il taxi, anche se dovrò spenderli più tardi per andare a scuola di danza.
Arriviamo davanti ad auto grigia, lui mi apre lo sportello e dopo averlo ringraziato con un piccolo sorriso entro nell'auto.
Nicolò entra subito dopo di me e mette in moto l'auto.
«Dimmi l'indirizzo di questo hotel.»
Gli dico la via e lui inizia ad avviarsi per le strade della città.
«Parlami un po' di te.» dice dopo un po', spezzando il silenzio che si era creato.
«Non c'è molto da dire su di me. Come ti ho detto ho diciassette anni e vengo da Bari. Mi sono trasferito qua perché... mio padre è stato contatto per un offerta di lavoro.»
«E come ti trovi alla tua scuola di ballo?»
«Benissimo! Il mio insegnante è simpatico e molto paziente. E ho fatto amicizia con alcuni ragazzi!»
«Tu... sei interessato a qualcuno?»
«In che senso?»
«Intendo dire... c'è qualcuno che ti piace? Di cui sei innamorato?»
«No. Nessuno. Ed è meglio così. Voglio solamente concentrarmi sulla danza.»
Lui annuisce con un cenno del capo. Ammetto che tutte queste domande mi hanno dato l'impressione di essere un interrogatorio, ma sarà stato sicuramente curioso di saperne un po' di più su di me.
Il viaggio in auto ricade nel silenzio più totale, fino all'arrivo in hotel.
«Grazie per il passaggio.» dico sorridendo e guardando ovunque tranne che lui.
«Prego. Ci vediamo lunedì.»
«A lunedì.»
Esco dall'auto ed entro in hotel. Raggiungo in fretta la mia camera e una volta dentro mi butto sul letto. Faccio un sospiro di sollievo. Da ora in poi dovrò riuscire a mantere un rapporto "capo-dipendente" con Nicolò. Niente più passaggi, niente più dare del "tu".
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The Sun And The Moon||Zenzonelli
أدب الهواةCOMPLETATA La "Scuola Dei Sogni" è la scuola più famosa di ballo della città di Bergamo. La scuola offre l'opportunità di studiare diverse categorie di ballo: hip hop e break dance, modern, latino-americano, classico. Direttamente da Bari, Mattia sa...