Capitolo 25

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Capitolo 25: Ritorno A Bergamo

«Cosa intendi dire?» mi chiede Sergio mentre torniamo a casa.

«Sono stanco di dover sempre fare ciò che dicono i miei. Non voglio intraprendere una carriera che mi impongono loro, voglio diventare un ballerino di latino-americano. Ho passato la maggior parte della mia vita a cercare di convincerli ad iscrivermi in una scuola di danza, senza ottenere il loro consenso. E quando finalmente mi si è presentata l'opportunità per realizzare il mio sogno loro me la strappano dalle mani. A Bergamo ero felice, andavo in una scuola di danza, ho fatto il mio primo spettacolo a teatro, ho conosciuto delle persone fantastiche. Casa mia è Bergamo. Non è più Bari.»

Sergio mi prende per un braccio e mi ferma, facendomi voltare verso di lui.

«Matti, non puoi tornare a Bergamo. I tuoi... si arrabbierebbero molto. E poi... qua a Bari ci sono io.» il suo tono di voce si addolcisce all'ultima frase, alza una mano e mi accarezza il viso con due dita.

Mi scosto dal suo tocco e riprendo a camminare.

«Non mi interessa. Io tornerò a Bergamo. Costi quel che costi. Sono stanco di dover essere triste a causa loro. Sono i miei genitori, dovrebbero supportarmi e credere in me!»

«Loro credono in te, Matti!»

Mi fermo e mi volto verso di lui. Per lui è facile parlare. Anche lui è un ballerino di latino-americano, e i suoi genitori lo supportano tutti i giorni. I suoi genitori credono in lui. Sergio non ha mai dovuto passare la maggior parte della sua vita a pregare i genitori di iscriverlo in una scuola.

«Tu dici?! I miei genitori non credono in me e non mi supportano. Non sono venuti a vedere il mio primo spettacolo a teatro! Sono venuti a Bergamo solo ed esclusivamente per riportarmi qua. Mi stanno privando del mio sogno, e loro non lo capiscono! E tu non lo puoi capire! Perché tu hai dei genitori che ti aiutano a realizzare il tuo sogno. Io no. E per carità, io amo i miei genitori, ma adesso non sono più un ragazzino che sta sempre alle loro regole e che li accontenta. È arrivato il momento di pensare a me stesso e alla mia felicità. La mia felicità sta a Bergamo.»

Lo lascio lì, in mezzo alla strada e torno a casa mia. Senza salutare vado dritto in camera mia, chiudo la porta a chiave e inizio a fare la valigia. Una volta finito accendo il computer e prenoto il primo volo per Bergamo.

Il giorno dopo

Finalmente sono arrivato a Bergamo, scendo dall'aereo e chiamo un taxi per farmi venire a prendere. Quest'ultimo arriva dopo qualche minuto, entro nel veicolo e do al tassista l'indirizzo della scuola di danza.

Una volta arrivato pago il tassista ed esco dall'auto. Trascino la valigia con me ed entro nella scuola. La sala principale è completamente vuota, segno che tutti i ragazzi sono a lezione.

Vado in segreteria e busso alla porta dell'ufficio di Anna. Sento un «avanti» e apro la porta. Anna alza lo sguardo e quando mi vede sgrana gli occhi.

«Mattia! Tesoro mio, cosa ci fai qua?!» si alza e viene verso di me. Mi abbraccia ed io non posso fare altro che ricambiare l'abbraccio con un enorme sorriso sul volto.

«Non ce la facevo più Anna, ho passato un mese terribile. Ho fatto la valigia e ho preso il primo volo per Bergamo. Ho scritto tutto in una lettera che ho lasciato sul tavolo in cucina.»

«Va bene tesoro. Puoi lasciare la valigia qua. Vai a vedere i tuoi compagni, stanno nella sala dieci di canto.»

«A dopo Anna!»

«A dopo tesoro!»

Esco dall'ufficio di Anna e vado in sala dieci. Da fuori sento i ragazzi cantare la nuova canzone di Alex, quelli che stonano scommetto che sono i ballerini. Un sorriso spontaneo nasce sul mio viso, all'immagine di vedere i ragazzi riuniti in cerchio che cantano con il sorriso.

The Sun And The Moon||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora