Sono tornata a casa di mia madre. Non so quanto tempo sia trascorso, credo una vita.
Tanto, troppo da quel triste momento. Non ero più tornata: dopo l'incidente avevo deciso di ripartire con la mia nuova vita a Catania: li mi ero trovata un lavoro, una casa, delle compagnie, una vita.
Ritornare in quella casa mi faceva un certo effetto, non tanto per i ricordi di famiglia, ma perché li ero nata e sviluppato la mia personalità, la mia sessualità.
Dopo qualche tempo dedicato a gironzolare per casa, abbandono il mio vestitino leggero, recupero dall'armadio di mia madre un gonnellino e una canotta, dal garage la sua vecchia bicicletta e vado in giro per il paesino.
Mi abbandono alla strada, ritrovandomi dopo poco al lungomare appena fuori dal centro abitato, poche auto in questa calda sera di giugno; mi fermo, lego la bici al palo e scavalco il guard rail come facevo una volta, mi inoltro sugli scogli fin dietro la cannizzata: tutto è rimasto uguale, il silenzio, il mare e le timide onde che si infrangono sugli scogli.
Mi denudo, lascio che la luna e la frescura accarezzino i miei seni; il mio basso ventre che si contrae e si rilassa.
Mi sdraio sugli scogli, i piedi inumiditi dal mare...
Non so quanto tempo abbia trascorso: è bello star li, sono tornata ragazzina. C'è silenzio: io e i miei pensieri.
Sdraiata alzo le ginocchia, allargo le gambe, e con le dita allargo le labbra.
Un fiotto di pipì fuoriesce, caldo anch'esso rilassante, sento il liquido fuoriuscire dalla mia fessura, rimbalzare e tichettare sullo scoglio.
Il flusso scende giù per il corpo, si insinua tra i glutei, formando un laghetto.
Termino l'evacuazione, infilo due dita per pulirmi, poi in bocca ad assaporare la mia bellezza.
Mi alzo, mi stiracchio e mi tuffo in acqua, faccio poche bracciate, poi mi stendo "a morto" su quella superficie calda che mi avvolge.
Sento la luna sul mio corpo che spezza il riflesso sull'acqua: i seni turgidi, la mia fessura che trema, vibra solleticata dall'acqua.
Ritorno in me, esco dall'acqua, poi recupero le mie cose; il mio corpo è quasi asciutto da permettermi di rivestirmi.
Torno alla bici, riprendo a pedalare verso il paese, la mia fessura a contatto con il sellino.
Arrivo in centro, scavallo dalla bici senza dare troppa importanza alla assenza di mutande.Arrivo in pizzeria, scelgo un tavolo all'aperto; ho voglia di recuperare vecchi ricordi: arriva la pizza mi immergo in quel sapore sublime, la mia canotta bagnata, i capelli che gocciolano ancora, la gente che passeggia insignificante, sconosciuta, un accessorio di questo bellissimo posto.
Che bello, questa vita è ancora mia!***************
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Diario di Paola - Oggi
Kısa HikayeLa Paola adulta, racconta al suo diario la sua vita sessuale, erotica, perversa e amorosa. La sua natura è sempre la stessa con la sua libertà, il contatto con il corpo nudo, il desiderio intimo, presente e libero. Adatto ad un pubblico adulto 27/08...