Fireproof -Larry Stylinson

8. Don't Trust The BoogeyMan

Mi raccomando, leggete sempre gli spazi autrice!

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"Smile, because it confuses people.
Smile, because it's easier than explaining what is killing you inside."
- The Joker

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Istintivamente il liscio arretrò di un passo, andando a sbattere contro il petto muscoloso del Capitano dei vigili del fuoco. Il riccio infatti, era lì con Zayn e Louis per quella specie d'incontro, mentre Niall e Liam si trovavano in centrale insieme al sergente Grant e alla detective Calder, per fare altre ricerche.

"Come posso aiutarvi?" quella voce -il tono basso, rauco e angosciante- gli fece venire i brividi lungo tutto il corpo. I piccoli peli dietro la sua nuca si drizzarono e la cicatrice sul fianco cominciò a pizzicare, tanto da farlo barcollare leggermente sulle gambe malferme.

Due mani forti, gli sfiorarono i fianchi: il fantasma di un tocco più passionale, celato dall'innocenza di un paio di cerotti attorno ai polpastrelli.
Quel lieve calore, lo riscosse dall'improvviso estraniamento del suo corpo. Si costrinse a battere velocemente le palpebre e a ricomporsi: si fece di nuovo avanti, come il capogruppo che era.
La mano destra gli scivolò inconsciamente sulla fondina dell'arma, ed ignorò un'altra stilettata di dolore proveniente dalla cicatrice.

"Lei è il Signor Sergey Coleman?" si schiarì la gola, ma la voce risultò comunque forzata e appena tremolante, perché quello sguardo incomprensibilmente affabile, lo rese nervoso.

C'era uno strano luccichio negli occhi dell'uomo che sfoggiò lentamente un sorriso di circostanza ed annuì con molta calma, sfilandosi dei guanti in lattice senza far rumore. Alle sue spalle, s'intravide un lungo corridoio dai muri chiari e spogli.

Il camice da infermiere blu scuro, le scarpe da ginnastica e i guanti, lasciarono intendere il suo tipo di lavoro. Louis sapeva quanto fosse dura prendersi cura qualcuno, specie di un parente: ci era passato quando sua madre, Johanna, non era più in grado di badare a sé stessa a causa della Leucemia.
Non aveva mai contattato un'agenzia per malati terminali però: un estraneo non avrebbe mai accudito la sua mamma con l'amore e il rispetto che meritava, per cui ci avevano pensato Louis e le sue sorelle.

Lui, Charlotte e Félicité si trasferirono temporaneamente a casa della donna, accudendola giorno e notte: le ragazze si occupavano della sua igiene personale, mentre lui del resto. Il giorno in cui Jay volò in cielo, il 7 dicembre, tutti, grandi e piccoli, le erano accanto: la stanza era decorata con i suoi amati addobbi di Natale, e il calore del camino attenuava il suo costante tremore, causato dalla chemio. Era pronta a lasciarsi andare e sorrideva mentre ricordava alla sua famiglia quanto li amasse, uno per uno.

"E' da molto tempo che nessuno s'interessa più della mia persona, signore. Ma sì, sono io.
E voi siete?" Coleman rispose scandendo lentamente parola per parola, risvegliandolo dai suoi pensieri.
L'uomo incrociò le mani dietro la schiena e per un momento parve quasi immobile. Non sembrava nemmeno che respirasse.
Il suo atteggiamento lasciò interdetti i detective e il vigile del fuoco, calando sul trio un velo di disagio palpabile.

Louis studiò ancora un attimo l'uomo: aveva una cicatrice, più scura del suo incarnato, lungo il lato del collo e che spariva sotto il camice. Gli sembrò di riconoscere quel segno, come se l'avesse visto abbastanza a lungo da imprimerselo nella mente. Ma non ricordava di aver avuto così tanta confidenza con il ragazzo, quando erano entrambi a scuola.

"Siamo i Detective Louis Tomlinson e Zayn Malik del dipartimento di Polizia di Doncaster e il Capitano dei Vigili di Fuoco Harry Styles, della caserma 1-18.
Siamo qui per fare alcune domande a suo padre, ma dato che anche lei è qui, ne approfittiamo per farne anche a lei. Con il suo permesso, naturalmente." ognuno di loro mostrò il proprio distintivo all'uomo che, ancora immobile, ne scrutò ogni particolare.