capitolo 1

36 2 8
                                    

7 NOVEMBRE 2038.

Erano le 11 e mezza.

Il giorno dopo, a tutti i telegiornali d'america sarebbe passato un video: un androide senza l'ologramma della pelle, che fa un discorso pacifico sulla libertà degli androidi.

Ma lei non poteva accettare che probabilmente nessuno avrebbe dato ragione agli androidi, anche se si sbagliava, non poteva permettere che i devianti fossero distrutti, che...lei non sapeva che l'opinione pubblica sarebbe potuta essere a favore, così, casualmente il giorno prima, registrò il video. 

La ragazza, prese coraggio, e prendendo spunto dal video di Markus, decise di pubblicare un discorso sugli androidi.

Accese il suo computer, mise una felpa nera, si sedette alla scrivania, mise un telo sul viso, e prese il discorso che aveva scritto giusto il giorno prima, senza sapere quello che avrebbe fatto il giorno dopo, il famosissimo leader dei devianti.

Il discorso, almeno secondo lei, poteva funzionare.

Credeva che, se avesse cercato di comunicare con le persone, avrebbe potuto aiutare. 

Lei voleva aiutare.

«oggi sono qui per parlare. Appunto, cosa ci aspettiamo, se non insegniamo a parlare? A discutere, e a non a sparare, sacrificando una vita? Cosa ci aspettiamo, se le lingue non le usiamo per comunicare, ma per minacciare, o peggio, non le usiamo nemmeno?

Cosa ci aspettiamo, se dai nostri errori del passato non impariamo nulla? Sbagliamo, per poi rifare lo stesso errore!?! Cosa ci aspettiamo, se insegniamo solo ad usare la violenza? E non ad essere persone mature? 

Cosa ci aspettiamo? Se insegniamo a discriminare? Vi rendete conto, sapete cosa significa? 

Cosa ci aspettiamo, se diciamo ai nostri figli, che ci sono persone, inferiori ad altre?

Cosa ci aspettiamo, se...Se pensiamo che alcuni esseri viventi, meritino debbano essere discriminati, schiavizzati, ed uccisi?!? 

Cosa ci aspettiamo, se invece di essere aperti, non facciamo che sterminare?!? Non sono insetti da schiacciare, sono esseri viventi!» e diede un pugno alla scrivania.

«esseri viventi che voi, state usando, maltrattando, e uccidendo!»

Spense così, la telecamera. 

Pubblicò il video, quel giorno ordinò una pizza, bevve semplice acqua, e poi dopo qualche film, ci fu un servizio speciale.

Il servizio, parlava di un video andato virale in poche ore, che era stato pubblicato con un profilo secondario, e lo mandarono.

In quello stesso momento, a Jericho, diversi androidi guardavamo il servizio.

Tra cui, il leader dei devianti: Markus, poi North, Simon e Josh. 

Erano scioccati dal video, e avevano detto che non sapevano niente su la persona che l'aveva pubblicato, se non che fosse americana, una donna, e probabilmente un androide.

La ragazza umana in questione, era felicissima che il suo messaggio fosse arrivato.

il giorno dopo, al telegiornale passò il video di markus.

La nostra cara ragazza, era colpita dal fatto che proprio il giorno dopo avessero fatto tutto ciò, gli androidi. Forse gli aveva dato l'idea?

Vide il video, ovviamente fu d'accordo con loro, e decise di scrivere un altro discorso. 

Dopo due giorni, la mattina alle 12, pubblicò il video. 

«immaginate che, per una piccola cosa, che per alcuni tanto piccola non è...veniate discriminati. E non solo, anche picchiati. Poi usati, maltrattati, insultati. Ogni volta che la gente ne ha l'occasione. Ed a volte, anche uccisi.

Immaginate, che non vi sia permesso essere chi siete, chi volete essere. Immaginate che, non vi sia permesso provare emozioni. Soffrire, essere spaventati, arrabbiati, amare...

Immaginate, che per la gente sia sbagliato. Che tu, sei sbagliato, se non accetti di essere usato, come un oggetto! Insultato, picchiato... solo per quella cosa. Immaginate, che quelli come voi, se solo provano emozioni, pensino, decidano di ribellarsi da questa schiavitù. (che noi umani, abbiamo creato).

Venga ucciso.
Sterminato.
Senza nessuna pietà! Allora quelli senza emozioni siamo noi! NOI!

Sono esseri viventi, e noi li uccidiamo con la leggerezza di chi butta un oggetto rotto!
Senza emozioni, siamo noi. 

Non pensate a come si sentono? No? EMPATIA! è un'emozione umana, per vostra informazione. E voi, non l'avete.

Nemmeno per quelli della vostra specie.
Della nostra specie, si sono un'umana!

Siamo noi, a renderlo sbagliato.
A rendere sbagliati loro, pensando che lo siano. Ma non è vero.

Siamo noi a rendere sbagliato, l'essere come si è. Quindi, è tutta colpa nostra.

Di noi, che uccidiamo a sangue freddo.
Di noi, nostra, che non abbiamo emozioni.»

E, sempre con la felpa nera, ed il panno per la cucina, pubblicò il video.

In poche ore, divenne anch'esso virale. Lei, se non sbaglio, aveva solo detto come venivano trattati, ma tutti avevano capito si parlasse degli androidi.

Quando North seppe che si trattava di un'umana, aveva iniziato a scervellarsi, cercando il motivo per cui un'umana dovrebbe fare discorsi sugli androidi. Per di più, che dicono che sono esseri viventi! Era strano, le sembrava strano.

Aveva detto: "si, sono un'umana!". Ma... era strano!

L'umana, però, non la odiava. O almeno non la odiava troppo.

Gli umani le avevano ripetutamente fatto del male, l'avevano usata, l'aveva sfruttata, l'avevano trattata come un oggetto. Non potevano essercene di così!

Non ci credeva, ma i video erano li, tutti gli androidi li avevano visti...

Lei li stava aiutando. Lei era dalla loro parte.

Quella stessa sera, la ragazza stava guardando un programma di cucina.

All'improvviso, la porta della casa si aprì, la persona depositò la spesa sul tavolo della cucina, ed andò di sopra. 

«che cosa hai fatto mentre non c'ero?»

«oh sei tornata! Hai preso le patate?»  Lei aveva annuito.

«ho... guardato dei film... mentre facevi la spesa. Addison, mi sembri strana...tutto bene?»

«ha visto...-»

«dammi del tu Addison!»

«oh si certo..hai visto i video di quella ragazza, che ha detto di essere un'umana, con la voce distorta, che faceva discorsi sugli androidi?» Chiese con fare nervoso.

«Si certo! L'hanno passato su tutti i telegiornali interrompendo i film!»

«Oh beh si...»

«Tutto ok? Addison... non sarai mica un deviante, vero?»

Addison andò totalmente nel panico, ed iniziò a piangere, temendo una possibile brutta reazione da parte delle ragazza umana.

Addison era un androide dai capelli argentati, che le arrivavano alla schiena, aveva gli occhi ugualmente argentati. Era orribile vederli pieni di lacrime.

Indossava, quella sera, un vestito blu scuro.

Spesso, la ragazza umana commentava che avrebbe dovuto mettersi vestiti meno eleganti per la casa, o per fare la spesa.

«oh Addison calma...va tutto bene.» E l'abbracciò.

Un'androide che aveva conosciuto, le aveva detto che probabilmente l'umana si sarebbe arrabbiata, e l'avrebbe picchiata. Le aveva consigliato di ucciderla nel caso...

«quindi sei un deviante! Che bello!»

«non sei arrabbiata?»

«perché dovrei? Assolutamente no!»

«grazie, Luna.»



L'accettazione del cambiamento- Detroit: Become HumanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora