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Se c'era una cosa che Manuel si sarebbe evitato volentieri, quello era un trasloco alle sette di sera, stipato in un furgoncino tra Chicca alla guida e Matteo accanto a lui che lanciava occhiate furtive alla ragazza manco stesse controllando la furia di un puma.
Sbuffò per l'ennesima volta, mentre scuoteva un po' le spalle nel vago tentativo di far capire a Matteo che, se se fosse sporto un altro po', sarebbe potuto salirle direttamente in braccio, a Chicca.
Che era vero, a Manuel Karen non era mai piaciuta, come a tutto il distretto, ma nemmeno voleva essere testimone del suo tradimento in diretta.
Quando aveva chiesto a Matteo di aiutarlo col trasloco di Chicca, non aveva messo in conto che il ragazzo si sarebbe preso una sbandata colossale per la sua amica, al momento ignara di tutto.
Arrivarono sotto al nuovo palazzo di Chicca che era il tramonto e avrebbero fatto bene a sbrigarsi, o avrebbero finito di scaricare alle undici.
Manuel scese dal furgoncino stiracchiando le braccia, finalmente libero di muoversi ed osservò con uno sguardo misto tra pena e giudizio Matteo che seguiva Chicca come un cucciolo di labrador. E lei rideva, perché davvero non aveva capito niente.
Sospirò e poi vide il pesante portone di legno e vetro massiccio aprirsi e una figura riccioluta uscire per dirigersi ai secchi dell'immondizia poco distanti.
Manuel spalancò la bocca quando riconobbe la figura.
Simone, che non sembrava Simone con quella maglietta grigia slavata degli Iron Maiden, e un paio di orecchini ai lobi delle orecchie, sembrava non averlo nemmeno visto.
Ma era Simone, lo era per forza.
E quindi, ignorando Chicca e Matteo che litigavano con la chiusura a scatto del furgone, si avvicinò al corvino con i ricci scompigliati come non l'aveva mai visto.

"Balè, dovemo smetterla de incontrarce così, me sa."

Il riccio fece ricadere con un tonfo il coperchio del secchio e si voltò verso Manuel, squadrandolo confuso.
Quelle battute di solito funzionavano?

"Dici vicino ai secchi d'a monnezza?"

Aveva lo sguardo placido, molto più rilassato del solito e sembrava un Simone nuovo, uno che non aveva mai visto.
Anche la sua voce aveva un'inflessione diversa, meno profonda, con l'accento marcato molto più del solito.
Il corvino si sfilò un pacchetto di Marlboro dalla tasca dei jeans strappati e sfilò una sigaretta prima di rivolgere lo stesso pacchetto a Manuel, che ne sfilò una a sua volta, pur guardandolo confuso. Non sapeva fumasse. E tutte quelle ramanzine al lavoro quando lo aveva beccato nell'anticamera del distretto?
Il ragazzo accese e aspirò una boccata piena di fumo, prima di squadrate di nuovo Manuel.

"Com'è che sai il cognome mio, tu? Ce conosciamo?"

Manuel lo guardò perso nella confusione più totale, che davanti aveva una persona con cui aveva lavorato per anni tutti i giorni tra battibecchi ed operazioni riuscite, e invece gli sembrava di squadrare uno sconosciuto.

"Balè, ma hai battuto 'a testa oggi? E certo che ce conosciamo scusa! Me stai attaccato ar culo da anni co 'e prediche tue su a buona condotta!"

Il riccio fece comparire sul viso un sorrisetto sbieco spaventosamente simile a quello che di solito esibiva Manuel, che intanto lo guardava con un sopracciglio sollevato.
Intanto, dietro di loro Chicca si stava stracciando, chiamando a gran voce l'amico: "Se hai finito de' fa comunella co' i miei nuovi vicini, noi c'avemo fatta qua eh!"
Matteo, accanto a lei, sventolava le chiavi del furgone tutto contento, manco fossero un trofeo.
Manuel li guardò per un attimo e poi tornò con gli occhi sulla figura di fronte a lui, che soffiò via l'ennesima boccata di fumo.

"Me sa che te conosci mio fratello. Io so' Jacopo."

Gli allungò una mano che Manuel fissò un po' intontito. In lontananza, sentiva Chicca sbuffare e Matteo che "tranquilla, t'aiuto io!"

"Fratello? Ma siete-"

"Gemelli. Omozigoti. Condividemo 'a faccia praticamente."

Manuel sgranò gli occhi e lo guardò meglio. Aveva tutto molto più senso.
Gli orecchini, l'aria placida, l'aspetto disordinato. Tutto contrastava con l'immagine ordinata di Simone, quell'ordine che infondeva pace e fiducia.
Allungò anche lui la mano e la strinse.

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