𝓤𝓷𝓭𝓲𝓬𝓮𝓼𝓲𝓶𝓸 𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸

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𝓢𝓲𝓶𝓸𝓷

Appena mi ha chiamato, sono corso subito da lei.

Vederla confusa e con un senso di vertigine agli occhi ha fatto sì, che il mio cuore si irrigidisse.
«Che succede?», lei chiedo dolcemente.
Il suo viso è rosso, proprio come i suoi occhi.
Sembrerebbe che abbia pianto, ma non so il motivo. Lei al contrario mio è completamente sobria.
L'alcool non è tra le opzioni, che aggiungerei ai motivi per cui sia così.
«Non c'è una solo cosa che mi vada bene», non mi guarda in faccia. Il suo volto è rivolto verso il basso.
Sono amareggiato, soprattutto perché non so cosa fare o dirle, per farla sentire meglio.
«Se hai litigato con Sally, devi stare tranquilla. Risolverai tutto», ma sono sicuro che ci sia altro. Il problema principale non è sua cugina. Le lacrime rigano le sue guance, che via via hanno sbavato il suo bellissimo trucco.
«Lei mi odia», afferma. Dal suo sguardo sembrerebbe che questa sia la fine del mondo. Sono consapevole che tenga al loro rapporto, però deve comprendere che certi comportamenti di Sally non dovrebbe nemmeno giustificarli.
Ho visto che rapporto hanno loro due. Sembra uno di quelli pure e sinceri.
Io sono solo, ma un tempo avevo un rapporto quasi fraterno, simile a quello di loro due con Matt. Il mio migliore amico, anche se aveva un rapporto molto intimo con sua cugina, non avevano niente da condividere almeno caratterialmente. Lui era dolce e premuroso, sempre disposto a mettere il bene degli altri prima del suo. Invece lei era davvero stronza. Alle superiori voleva apparire. Un mezzo molto utile per poter arrivare a tutti era Matt, ovviamente era uno dei ragazzi più popolari. Quindi se fosse diventata la sua ragazza avrebbe avuto metà strada asfaltata. Eppure adesso non capisco cosa abbia in mente.
«Non potrebbe mai farlo», le accarezzo la testa e cerco di trasmetterle più che posso il mio interesse.
«Non vuole che stia con te», finalmente capisco.
Il problema principale sono io e non qualsiasi altra cosa o persona.
«Pensa che io sia felice per la morte di Matt? Ho pianto per giorni interi. Ho vissuto nell'oscurità per due anni», è esattamente quello che sento.
Sono perso, mi sento come un complesso di nubi che non riesce a ricevere un raggio di luce. «Voglio vivere di nuovo. E tu dopo tanto tempo mi stavi aiutando a farlo».
Da quando sto vicino a lei, il mio cuore è ritornato a battere. La mia pelle si è riempita di brividi, come non aveva mai provato. Ma soprattutto riesco a sentire l'effetto che le faccio quando la sfioro, che non è altro che la conferma che noi ci facciamo del bene a vicenda.
«Lo stesso vale per me», non so niente della vita passata di Haely.
Forse avrei dovuto chiederle per quale motivo si sia trasferita proprio qui, invece mi sono fidato soltanto di ciò che sentivo.
«Non sono il mostro, che pensano che io sia».
Per Sally e per il resto della città lo sono.
Non posso cancellare quella notte, ma se avessi potuto l'avrei fatto senza esitare.
I suoi capelli biondi le nascondo il suo viso d'angelo, che è stata la prima cosa che ho notato insieme ai suoi occhi verdi, che riescono a brillare nonostante l'oscurità della notte.
«Simon, tu mi piaci», il mio cuore riesce a fare una capriola.
In passato ho avuto delle storie, eppure mai niente di serio. Per me è sempre stato difficile che qualcuno potesse colpirmi, che qualcuno potesse prendersi una parte di me.
Lei sembra diversa dalle altre. Sarà la sua purezza ad attirarmi, oppure il fatto che non si lascia trascinare dagli altri.
La bacio.
Senza riflettere e senza preavviso.
Ho voglia di lei.
Ho voglia di ogni centimetro del suo corpo.
Vorrei sussurrarle all'orecchio tutte le cose che vorrei farle.
L'unica cosa che mi ferma, è la mia lentezza. Con lei voglio fare tutto con calma, per godermi tutto prima che finisca.
La mia lingua si fa strada nella sua bocca.
Le do piccoli baci leggeri e dolci.
Voglio gustare ogni parte.
I miei baci scendono fino al collo, per poi risalire. Il suo corpo si riempie di brividi. Il mio invece non fa che aumentare il suo desiderio.
«Sai quanto mi sto trattenendo?», lo sto facendo soltanto perché non merita di essere tratta come una ragazza qualunque.
«Non farlo allora», le prendo i fianchi per poi appoggiarla sul mobile accanto a me.
La bacio ovunque, dal collo fino ai seni.
Lei ansima e non fa che mandarmi fuori di testa ancora di più.
Le inizio a spostarle le maniche del vestito per poterla baciare in altri punti.
«Simon...», il mio nome sussurrato dalle sue labbra sembra una bellissima melodia. «Dobbiamo fermarci», guarda verso l'alto, non dandomi così la possibilità di guardarla negli occhi.
«Non ti piace?», sto cercando di essere dolce con lei, come non lo sono mai stato.
«È questo il problema», che non continuo a capire. «Voglio andarci piano», capisco che voglia fare le cose con calma, ma stavo soltanto cercando di darle del piacere, che pare che non voglia ricevere da me.
«Ascolterò la tua decisione», però il mio pene non sarebbe d'accordo.
Sono stato eccitato al massimo, quindi mi aspettavo qualcosa in più.
Oppure dovrò fare tutto da solo, dopotutto è quello che faccio da un po'.
Pensano che io vada a letto con chiunque, che ne abbia una nuova alla settimana, ma non è così.
Da quando mi sono trasferito passo le giornate a casa.
Per non dimenticare, che tra qualche giorno dovrò ripartire e chissà quando ritornerò.

Avrei voluto passare più tempo con lei, ma purtroppo, come sempre le cose belle finisco.

E per me prima degli altri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 04, 2022 ⏰

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