𝓠𝓾𝓪𝓻𝓽𝓸 𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸

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𝓗𝓪𝓮𝓲𝓵𝔂

Mia cugina Sally non mentiva mai, perlomeno da piccola era una pessima bugiarda. Sapevamo tutti quando stesse mentendo. Grazie al suo modo di alzare gli occhi al cielo e al mezzo sorriso che faceva subito dopo.
Ho deciso che l'unico modo per capirci di più su questa storia è parlando con lei. Almeno se provasse a mentire avrei avuto la conferma. Sono in camera sua buttata sul suo letto matrimoniale. Si vede lontano un miglio che sia figlia unica. Ha una camera tutta per sé e come se non bastasse possiede un bagno al suo interno, con una enorme vasca da bagno. I miei zii fin da quando è nata hanno cercato di accontentarla su tutto. Appena fece sedici anni le regalarono un'auto nuova, in particolare scelse una 500 rossa. E' una bellissima auto, ma forse sono stati troppo impulsivi a regalargliela subito.
Io non ho un'auto tutta per me. Quando dovevo uscire con le mie amiche, prendevo in prestito quella di mia madre. Ho fatto la scelta giusta a non prenderla, perché da lì a poco mi sarei dovuta trasferire.
«Si può sapere cosa c'è stato tra te e Simon?», le domando. È intenda a pettinarsi i capelli, guardandosi nella sua specchiera.
«Ancora con questa storia», si avvicina mettendosi seduta accanto a me. «È da quando l'hai conosciuto che non fai che chiedermi di lui», mi osserva per bene, per cercare di scrutare i miei pensieri.
«Non è che ti piace?», mi domanda.
Non riesco a risponderle, ma le mie guance si colorano di rosso. È vero Simon è un bellissimo ragazzo, forse uno dei più belli che abbia mai visto.
«No! Solo pura curiosità». Mi volto da lato apposto. Nemmeno io me la cavo con le bugie, eppure questa volta è così. Non sono interessata a lui, ma la voglia di scoprire qualcosa di più sul suo conto mi intriga. Sembra una di quelle persone misteriose, che hanno qualcosa da nascondere. Magari ha commesso qualche reato, oppure peggio ancora c'entra con la vicenda di Matt. Sicuramente io non possiedo nessuna spiegazione e un pò mi maledico per non essermi trasferita prima.
«Ti consiglio di starci alla larga. Le persone come lui potrebbero rovinarti la vita», non capisco se il suo sua un avvertimento, oppure un modo per spaventarmi. Dovrebbe sapere, che io non giudico gli altri e ne tantomeno sto lontano da loro soltanto per delle stupide voci.
«Mi è passato per la testa l'idea di farci due chiacchiere. Sai dove posso trovarlo?», si china davanti a me. I nostri occhi si stanno scrutando a vicenda.
«Lo trovi sicuramente nel bar di suo padre», si alza dal letto in un solo istante. Si gira sempre verso la mia direzione per poi dirmi: «Giocando con il fuoco finirai per bruciarti...», non mi da il tempo di risponderle perché è già uscita dalla camera. Vorrei vietarmi di conoscere Simon, ma in cima alla lista dei miei obiettivi si trova il punto "fare qualcosa di pericoloso " e se per Sally dialogare con questo ragazzo, lo considerasse come un pericolo sarebbe stato fatto.

Non ho fatto nulla di produttivo per tutta la giornata, se non aspettare che fosse sera, per presentarmi al bar.
Ho dovuto chiedere aiuto a mia zia, sia per sapere dove si trovasse con precisione il bar, sia per farmi per dare un passaggio da lei stessa.
Non ho intenzione di apparire come la solita ragazza snob. Infatti ho deciso di indossare un body nero e dei jeans leggermente sbiaditi con uno strappo a sinistrata, per poi indossare degli stivali neri e una giacca di pelle nera. Forse per una serata da sola il mio look é fin troppo dark.
Il bar è uno di quei locali notturni.
C'è un insegna luminosa che ritrae la sigla "Brothers".
Entro all'interno, dove catturano la mia attenzione le lucine bianche e minuscole che decorano l'ambiente.
C'è un bancone circolare alla mia destra.
Deduco che per poter ordinare devo recarmi in quella direzione. Ancora non ci sono dei baristi, ma mi siedo su uno sgabello.

«Signorina cosa le preparo?», a chiedermelo è un signore di almeno cinquanta anni, ma che per la sua età è vestito alla moda. I suoi capelli sono ricci e sono fissati verso l'alto. Il suo volto mi è familiare, però è strano io non conosco quasi nessuno qui.
«Un gin tonic va benissimo», me lo prepara subito e me lo porge.
In torno a me ci sono varie persone, ma non conoscendo nessuno, mi ritrovo a sorseggiare il mio drink in completa solitudine.
«Come mai da sola?», mi domanda la prima persona in tutta la serata che mi rivolge la parola.
Non è una persona qualunque, è proprio il motivo per il quale sono qui.
«Ogni tanto ci sta prendersi del tempo», spero che come scusa sia accettabile.
Adesso è il mio momento per capire di più sul suo conto.
«Simon non stare fermo. Porta questi drink al tavolo 5», il signore che mi ha preparato poco fa il gin tonic, sta dando degli ordini a Simon e lui senza farselo ripetere due volte scompare.
«Mi dispiace che mio figlio ti stia importunando», finalmente ricollego tutto, anche la loro somiglianza
«Non si preoccupi. Lei è il padre di Simon?», continuo a girare sullo sgabello.
«Sfortunatamente si», ride.
Sembra una persona allegra ed alla mano. «Non sei di queste parti, giusto?», continua a parlarmi.
«No, mi sono trasferita più di un anno fa», lo chiamano per una nuova ordinazione e si scusa per non poter più parlare.
È stata una pessima idea venire qui, non sono riuscita a scoprire nessun tipo di informazione.
Arresa e pronta per andarmene mi incamminiamo verso l'uscita.
«Hailey?!», a gridare il mio nome è proprio Simon. Mi volto verso di lui.
Non indossare più il grembiule verde, ma incompenso si è messo una giacca nera da motociclista.
«Ciao...», non riesco a dire niente.
Ho paura che capisca che sia venuta di proposito per parlare con lui.
«Che ci fai qui da sola?», mi chiede ancora una volta.
Ha specificato il fatto che sia da sola, come se non potessi fare niente senza qualcun altro con me.
«Avevo voglia di uscire un pò», si posiziona vicino a me. Sono sicura che mi stia osservando e non posso fare altri che arrossire.
«Ti va di fare una passeggiata con me?», sembra davvero convinto di passare del tempo in mia compagnia, però perché chiedermelo, gli faccio pena poiché mi ha vista da sola?
Non posso nemmeno permettermi di rifiutare questa è la volta buona, che potrò scoprire qualcosa.

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