_ Capitolo 8_

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Benvenuti nella serra🌸

ciao fiorellini
Come va?
Scusate ma vi rubo 3 secondi prima di lasciarvi al capitolo.

[1]
SCUSATE IL RITARDO NELLA PUBBLICAZIONE

[2]
SPERO VI PIACCIA COMUNQIE

[3]
MI SCUSO PER GLI ERRORI.

A PARER MIO QUESTA FF SI STA RIVELANDO NOIOSA BRUTTA E  DELUDENTE.
NON RIMARRÀ A  LUNGO SUL MIO PROFILO, SEMPRE CHE NON LA CANCELLI PRIMA.
MI SCUSO MA ULTIMAMENTE  È  PASSATA L'ISPIRAZIONE, RISULTATO?!?!?  SCRIVO CON SVACCO E MALAVOGLIA E I RISULTATI SONO ( A PARER MIO) PESSIMI!
VABBE PROSEGUIAMO CON IL CAPITOLO 8 E VEDIAMO COME VA.

🌸🌸🌸🌸🌸🌸🌸










Molto più tardi del previsto, Yoongi e Jimin andarono a cenare al ristorante che aveva scelto il menta.
Nel ristorante affollato, quasi tutti i tavoli erano allineati in stile mensa, ma Yoongi era riuscito a rimediarne uno in fondo alla terrazza.
Una volta seduti, sorseggiarono un fantastico vino bianco contemplando il mare.
"Prima o poi vedrò com'è questo posto di giorno."
A dire il vero, era meraviglioso anche di sera, con il cielo viola che incontrava le luci dei palazzi sulla costa e la candela avorio che tremolava sul tavolo.
La musica chill in sottofondo attenuava il rumore delle posate e il brusio delle conversazioni più vicine.
"E di chi è la colpa? Devo ringraziare la padrona di casa che ha riempito il frigo di provviste, altrimenti sarei morto di fame."
Yoongi gli sfiorò con il pollice il dorso della mano.
"La luce delle candele ti dona, Jimin. Fiammeggiante."
"Shh."
Gli premette un dito sulle labbra. Il cameriere arrivò con un piatto di antipasti.
Jimin staccò un pezzo della focaccia e lo immerse nell'olio aromatizzato con aglio e foglie di basilico. Una vera delizia.
"Dovresti proprio assaggiarla." Gliela portò alla bocca e Yoongi ne prese un minuscolo boccone.
"Saporita."
"Prendine ancora" disse indicando l'enorme piatto.
Se avesse l'avesse finita tutta, le cuciture del suo completo sarebbero esplose.
Yoongi prese un'oliva.
"Grazie, ma mi limiterò a guardarti mangiare."
"Non farai mica qualche dieta priva di carboidrati, vero? Pensavo che in Corea fosse solo priorità degli idol...dovrebbe essere una cosa vietata dalla legge."
Yoongi fece spallucce. "Stasera vado pazzo per le olive. Hai provato quelle verdi? Davvero buone, probabilmente vengono importate dall'europa!"
Il cameriere portò una pirofila di pasta al pesto dall'aroma insolito, e poi chiacchierò con Yoongi mentre li serviva. Il menta lo ringraziò e lui e Jimin rimasero di nuovo da soli.
"Dice che si chiamano trofie e sono fatte con la farina di castagne. Il pesto è originario della Liguria, ovvio, e viene preparato con foglie di basilico, pecorino e pinoli."
"Non scordare l'aglio." Jimin sorrise per la sua espressione sorpresa. "Me l'ha insegnato mia nonna. Per fortuna adesso abbiamo un buon tritatutto e non c'è più bisogno di usare pestello e mortaio."
"La specialità di mia madre erano i dessert. Quando ha conosciuto mio padre lei era l'assistente di un pasticcere, Papà aveva un debole per i dolci e aveva ordinato un tiramisù nell'albergo in cui lei lavorava. Chiese di conoscere lo chef e... il resto è storia."
Jimin provò una fitta al cuore per il suo sorriso nostalgico. "Qual era il tuo dolce preferito tra quelli preparati da lei?"
"Biscotti al limone, barrette al limone e torta al limone." disse contnado sulle dita
"Qualsiasi cosa al limone"> concluse Jimin ridendo.
"Oh, si, soprattutto alla fine di un lungo, tetro inverno. I suoi biscotti erano un tocco di primavera."
Jimin si chiese se qualcuno gli preparasse ancora quei frollini. Qualcuno aveva ancora la ricetta? Forse non era troppo complicata.
"Speriamo che il nostro pesto sia all'altezza di quello di tua nonna."> Yoongi porse una forchettata di pasta e lJimin gemette deliziato.
L'aroma delle castagne bilanciava il sapore deciso di formaggio e pinoli.
Yoongi osservò Jimin soddisfatto.
"Pensavo di essere l'unico a farti mugolare così."
Jimin gli fece l'occhiolino. "Che posso dire? Sono un'edonista su tutti i fronti."
"Allora ti trovi nel posto giusto." Indicò la vista davanti a loro. "Cibo, vino, musica e passione. Anche se non sei nato e cresciuto qui, appartieni a questo posto. La terra chiama."
Jimin si fermò a metà boccone.
Sì, sentiva davvero una connessione con quello spicchio di Corea in bilico tra il mare di luci, le montagne e il mare ma forse era solo la presenza di Yoongi a renderlo possibile.
Era lui la lente che gli permetteva di focalizzarsi su quel mondo con così tanta intensità. Purtroppo non poteva restare per sempre lì in Corea del Sud, però.
"E il tuo ti chiama?" Jimin sperava di sì, perché Yoongi non poteva certo dare due settimane di preavviso e andarsene.
"Sì, ma in modo diverso. Sento il richiamo di mio padre e mia madre, il richiamo dei miei antenati che hanno prottetto Taegu e combattuto per lei e il suo branco. È mio dovere proteggere la mia gente e assicurarmi che prosperi in un mondo moderno, pur preservando il nostro patrimonio nazionale."
"Un compito impegnativo. Non c'è da meravigliarsi che tu sia così serio."
Arrivò il secondo, un grande pesce che aveva vagato libero per il il mare solo quella mattina.
"Eh, troppo a sentire mia sorella. YuJin dice che dovrei prendere le cose più alla leggera."> Yoongi servi una porzione per ognuno, il pesce si spellava allettante sotto la forchetta. "Mi raccomando, bevi il vino. Il cameriere dice che se bevi acqua quest'animale comincerà a nuotarti nello stomaco." Yoongi sorrise, mentre Jimin, mente perversa qual'era, pensava ad un altro genere di pesce che avrebbe voluto sentire fin alla stomaco.
Jimin si portò il calice alle labbra.
"Forse mia sorella dovrebbe darti un po' di tregua, visto che non è lei a guidare interi branchi" disse mentre una smorfia si dipingeva sul viso. Criticare sua sorella, forse, non era stata una buona idea, Yoongi le voleva molto bene.
Jimini riempi la bocca con un boccone di cibo per stare zitto.
Ma erano tutti dei geni della cucina da quelle parti o solo in quel ristorante?
Yoongi non si era offeso. "No, avete ragione entrambe. Comunque, non farti sentire dalla gente dei branchi. Sono addirittura più cocciuti di me e non esitano a sottolineare i miei errori. Non so perché ho insisitito tanto per introdurre gratuitamente strumenti come Internet e le mail a Taegu. Una volta, dovevano comprare il quotidiano, leggerlo e poi chiamare il palazzo o mandarmi una lettera di reclamo. Adesso gli basta leggere il giornale su Internet e inviarmi un messaggio per dirmi esattamente cosa sto sbagliando. Avrei dovuto lasciarli vivere nel XX secolo." Stava sorridendo. "Ho dovuto persino assumere un assistente di neanche vent'anni per decifrare gli acronimi e le parole con le vocali mancanti."
Jimin rise di gusto.
Il suo affetto per il suo paese e i suoi branchi - sempre che loro si considerassero tali - era evidene.
"Ti comandano a bacchetta, eh?"
"È come se avessi migliaia di zii e zie impiccioni, ma a fin di bene." Sollevò il bicchiere e indicò la terrazza. "Ed è per questo che siamo qui e non a a Taegue. Là non c'è la minima privacy."
"Che bella coppia siamo! Per poter stare insieme io devo attraversare l'Atlantico e tu devi sgattaiolare via dal tuo paese."
Yoongi le sfiorò l'angolo della bocca con il pollice. "Avrei attraversato il Pacifico a nuoto per raggiungerti."
"Quanto sei dolce..."
"È la verità." E gli fece scivolare un braccio attorno alle spalle. "Quando sono con te, sei tu la mia sola occupazione. Ho lasciato che i miei doveri mi privassero dei normali piaceri dell'essere un uomo. Graie di avermelo ricordato."
Jimin punzecchiò il pesce con la posata. "Ho lavorato come un pazzo da quando ho aperto la Boutique."
"Siamo proprio due belle persone: concentrate, ambiziose e determinate."
"Odio sentirmi in debito con qualcuno" ammise l'omega. "Solo perché tu lo sappia, è la prima volta che accetto un invito del genere."
Yoongi le sfiorò il collo con il naso. "Jimin, Jimin... ti prego, non preoccuparti. Se tu fossi interessato solo ai miei soldi e alla mia posizione, avresti triplicato il prezzo dell'abito di YuJin, accettato l'offerta di raggiungermi subito in hotel e poi mi avresti trascinato nella gioielleria più vicina per avere un piccolo ricordo del tempo passato insieme. E io mi sarei reso conto di che razza di omega tu fossi."
"Ti sei già trovato in quella situazione?" chiese per poi baciarlo sulla guancia.
"Sì, un paio di volte, quando ero giovane e stupido." Yoongi posò la mano libera sul ginocchio e gli accarezzò la coscia. "Con il tempo ho acquisito una maggior capacità di giudizio, eppure non sono mai stato tanto impulsivo come adesso."
"Nemmeno io. E visto che siamo entrambi impulsivi, perché non ordiniamo un dessert da portar via?"
"Impulsivamente, concordo." Fece un cenno al cameriere, l'altra mano ancora sul suo ginocchio. "Il dolce è meglio consumarlo in privato."
La mattina dopo, Yoongi sgusciò fuori dalle lenzuola e si infilò un paio di calzoncini mentre Jimin mormorava nel sonno e si girava dall'altra parte.
Una ciocca di capelli neri gli ricadeva sul candido collo. Cambiando idea ritornò a letto, ma si rese conto che si erano addormentati soltanto poche ore prima e non tentò di svegliarlo.
Si accontentò di fissarlo per qualche minuto, una cosa che non poteva fare quando era sveglio.
Gli ricordava un dipinto, visto in un museo di New York durante il college, che ritraeva un bellissimo ragazzo con i capelli neri, addormentato, le lenzuola avvolte attorno alla vita lasciando scoperto il busto e le gambe.
Lo osservò per un minuto ancora, poi sospirò profondamente prima di andare in salotto. Fece una rapida telefonata e il bar dall'altro lato della strada fu felice di mandargli caffè e brioches. Ci pensò per un istante e poi ordinò anche della frutta perché il dottore gli aveva fatto promettere di mangiare in modo più sano.
Il medico avrebbe anche voluto restasse per fare qualche altro esame e non lasciasse Taegu ma, saputo che stava per prendersi una vacanza, aveva smesso di protestare.
Diede la mancia al fattorino del bar e si voltò di nuovo verso Jimin. Si era girato sulla schiena e aveva un braccio disteso sulla testa, in una posa di completo abbandono.
Non ne aveva mai abbastanza di lui, ma era evidente che ne lui ne Jimin si sarebbero accontentati.
Un po' d'uva, melone e un piccolo cornetto furono sufficienti per rifocillarlo.
All'improvviso si rese conto che non aveva ancora controllato il cellulare. Il tempo che aveva trascorso concentrato solo su Jimin era un'eccezione, Yoongi non spegneva quasi mai il telefono. Comunque il suo assistente aveva il numero di BamBAm e l'autista lo avrebbe informato con tempestività in caso di problemi gravi o urgenti.
Vide un messaggio di YuJin. Lo invitava in Germania per una cena con la famiglia del crucco durante la quale avrebbe conosciuto i futuri parenti.

Fantastico! Birra e salsicce per tutti...

Si ripromise di controllare l'agenda con Jungkook.
Mmh, un sms di Yuki. Gli chiedeva com'era New York e se il crucco tedesco fosse un compagno accettabile per YuJin.

Troppo complicato rispondere tramite messaggio.

Yuki prese la chiamata al secondo squillo. "Ehi! Com'è New York?"
"In realtà sono già in Corea."
"Così presto? Ti hanno trascinato a casa per la grande apertura di un orfanotrofio? Un centro anziani? Una scuola per ragazze ribelli?"
"Non proprio" replicò ambiguo.
"Ah" esclamò  comprensivo. "Un rifugio per cuccioli abbandonati?"
Yoongi rise.
"Tu credi che stia scherzando, ma per una cosa del genere gli omaga cadrebbero ai tuoi piedi all'istante."
"Non ho bisogno di omega che si gettino ai miei piedi."
Qualcosa nella voce dell'amico lo mise in allerta. "Perché... ne hai già uno?"
Yoongi protestò, ma l'altro continuò imperterrito.
"Yoongi! Non me ne hai parlato quando mi hai telefonato per dirmi del fidanzamento di tua sorella".
"Perché allora non lo stavo ancora frequentando."
"Per la miseria! Hai fatto presto. Qualcuno che conosciamo?"
"Avrai modo di incontrarlo... è lo stilista dell'abito da sposa di YuJin."
"Quindi l'hai conosciuto mercoledì scorso?"
"Si" borbottò Yoongi.
"E allora perché non sei rimasto a New York con lui? Anche tu meriti di avere una vita privata."
"Sai, non potrei essere più d'accordo. Ecco perché sono qui... ma non da solo."
Un altro silenzio... doveva essere il suo record. Yuki cominciò a ridere.
"Devi averlo trascinato via con la forza, Yoon! Ottimo lavoro."
"Credo di piacergli, sì."
Yoongi cominciò a domandarsi che cosa Jimin provasse per lui.
"Ovvio, se l'hai convinto a venire in Corea con te poco dopo il vostro primo incontro."

Qualche ora dopo, a dire il vero, ma questi non sarebbero fatti tuoi.

"Qualche progresso nell'organizzazione del matrimonio?"
Questo nuovo argomento lo avrebbe distratto per un po'.
"Sì, ma ho chiesto a mia madre qualche consiglio e lei si è messa ridere. Quando ho affermato che una cerimonia è niente se paragonata alla gestione delle nostre tenute, gene ha riso ancora più forte."
Yoongi alzò gli occhi al cielo mentre l'altro continuava.
"Mi ha detto di non fare lo stupido, che gli uomini non sanno niente in fatto di nozze, a parte ubriacarsi come disperati al ricevimento"
"Noi siamo scapoli,cretino!"
"Visto che non era dell'umore giusto per rendersi utile, ho ordinato il libro di una wedding planner e Yujin e io ci siamo scambiati delle mail. I colori predominanti saranno oro e avorio, e lei e Friz stanno controllando le agende per fissare una data nella cattedrale di Taegu. Penseremo all'elenco degli invitati più avanti."

Wow bro, hai davvero bisogno di un hobby

"Per quanto riguarda me, Yuki, yujin non sa che sono qui e con Jimin. Tienilo per te, okay? Per quel che ne sa, sono tornato a Taegu."
"Non preoccuparti, non le riferirò nulla."
"Bene. Ti farò sapere quando rientrerò."
"Goditi la tua vacanza. E dà un bacio a questo bell'omega da parte mia, d'accordo?"
"No. Trovati un omega tuo! Dovresti sistemarti e generare dei piccoli bimbetti nipponici che tua madre possa viziare."
"Giusto." La voce gli si fece fredda all'improvviso. "Com'è quel detto? Se damigella sarai, non ti sposerai mai, Be', sono felice di essere il wedding planner e mai lo sposo"
Yoongi si acciglio, "Yuk..."
"Ciao, Yoongi."
"Ciao, Yuki."
Yoongi lo saluto ma l'amico aveva già chiuso la telefonata. Aveva toccato un nervo scoperto, sapeva quanto infelice fosse stata la conclusione del primo amore di Yuki.
Si ripromise di scusarsi con lui in seguito.
In realtà neanche Yoongi aveva mai parlato seriamente di sistemarsi... Aveva avuto diverse relazioni, ma aveva sempre messo YuJin, la nonna e il paesebranco prima di ogni altra cosa... proprio in quest'ordine. Inoltre, sapeva fin troppo bene che la sua vita non poteva consentirgli un matrimonio normale.
Ma finché lui e Jimin fossero restati li, in quella splendida cittadina sul mare, avrebbero creato piccoli ricordi a cui lui avrebbe potuto ripensare una volta tornato ai suoi doveri.
Posò la tazza con forza e fu abbastanza maldestro da romperne il manico.
Ricordi, frammenti di vita. Aveva tutto, poteva ottenere quasi ogni cosa con lo schiocco delle dita o uno squillo del telefono... e stava gelosamente accumulando istanti da rievocare alla memoria per i tempi difficili, quasi fosse una vecchia vedova davanti alle foto di famiglia.
Si alzò in piedi e tornò in camera. Be', se doveva essere una persona dedita ai ricordi, ne avrebbe costruiti degli altri.
Liberatosi dell'accappatoio, si infilo a letto accanto a Jimin. Il moro si voltò verso di lui e nel sonno lo cinse con un braccio candido. Yoongi degluti a fatica e gli diede un bacio sulla fronte. Un'altra reliquia per l'alpha di Taegu, ricco di beni materiali ma povero nelle cose che contano davvero.







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