Yoongi era andato a controllare se il pacco di campioni di stoffa e pizzi era arrivato, così Jimin aveva un po' di tempo per poltrire in casa da solo.
Si stava appassionando a ld una serie strana, con gemelli malefici, figli segreti e mariti che tornavano dall'oltretomba, quando gli squillò il telefono.
"Ciao, Tae."
"Ciao. Come va nell'assolata citta paradisiaca?"
"Va. Anzi, ormai è andata... parto dopodomani."
"Be', ogni vacanza giunge alla fine. Altrimenti vivremmo tutti su una spiaggia in una scatola di cartone."
Jimin borbottò.
"Non te la prendere con me adesso. Ho sorriso così tanto a queste spose che mi si sta prosciugando la bocca. Ancora qualche giorno nel tuo atelier e dovrò cospargermi i denti di vasellina come una reginetta di bellezza."
Quell'immagine distrasse il corvino per un istante.
"Davvero? È così che fanno ai concorsi di bellezza?"
"L'ho visto in un reality. Usano anche il nastro adesivo per tenere a posto vestiti e costumi da bagno."
"Ero convinto che qualche centimetro quadrato di pelle in vista significasse un punteggio maggiore."
"Un difetto nel guardaroba è una cosa pericolosa, lo sanno tutti che può rovesciare intere civiltà."
Si fecero una bella risata, ma Jimin ridivenne presto silenzioso.
"Non vuoi sapere come sta andando la tua preziosa boutique?"
"Come va la mia boutique?" chiese diligente Jimin, senza entusiasmo. Non era una follia? Aveva lavorato ottanta ore alla settimana negli ultimi anni per renderla un successo e adesso non si ricordava nemmeno di domandare in che condizioni fosse.
"Non vuoi ritornare, vero?"
"Cosa? Figuriamoci. Perché non dovrei voler tornare a New York? Tutto ciò che conta per me è lì, dopotutto."
Fatta eccezione per Yoongi, però.
"Non il tuo principe." Taehyung parve leggergli nel pensiero "Sua sorella vive a New York. Verrà pure a trovarla di tanto in tanto, no?"
"Se stanno organizzando il matrimonio, è più probabile che sia lei a raggiungere Taegu."
"Oh. Immagino di sì." Non aveva mai considerato quella possibilità. "Wow. Be'..." I suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.
Ma che mi sta succedendo?
Tae, perspicace com'era, diede la giusta spiegazione. "Bellezza, odio essere io a dovertelo dire, ma sai cosa penso?"
"Cosa?" si costrinse a chiedere Jimin.
L'amico si schiarì la voce, il suo abituale umore frivolo era scomparso. "Credo che ti sia innamorato di quell'alpha Jimin."
"No" ribatté la sua bocca, mentre la testa e il cuore le dicevano: Si, eccome se ti sei innamorato! "No, non è vero! La gente non si innamora dopo una settimana. È soltanto un'avventura. Sono venuto in Corea per una vacanza divertente e spensierata, e per la miseria l'ho avuta!"
Si rese conto che aveva urlato solo assurdità, non era riuscito a trattenersi.
"Okay, okay" concesse Taehyung per calmarlo, come se Jimin fosse la donna fuori di testa che, dalla sua scatola di cartone vicino alla metropolitana, delirava di alieni viola spuntati dal marciapiede. "Hai ragione tu. Certo che hai ragione, nessuno si innamora in questo modo. Ci vogliono settimane, mesi, anni. Accidenti, alcuni non si innamorano mai... come noi due. Giusto, Jimin?"
"Esatto!"
Fantastico, Taehyung pensava che lui fosse da ricovero e magari stava già programmando una serata insieme a base di vino e autocommiserazione.
Jimin inspirò a fondo. Perché un imprenditore di New York doveva aver bisogno di alcol e sostegno dopo essersi separato da un tizio che conosceva soltanto da otto giorni? Perché si era innamorato di lui!
"Merda."
"Che c'è?" s'informò Taehyung con cautela.
"Mi conosci così bene" ammise "È vero, mi sono innamorato di lui." Gli si rivoltò lo stomaco.
Sto per vomitare. Ma quanto sono stato stupido?
Si lasciò cadere sul letto e picchiò la testa sul cuscino un paio di volte.
"Jimin, ci sei ancora?"
"Si" borbottò scontroso.
"Se ti fa sentire meglio..."
Jimin alzò gli occhi al cielo. Una frase che iniziava così non finiva mai bene, ma Taehyung continuò con coraggio "Se ti fa sentire meglio, direi che non avevi alcuna speranza. Il tuo alpha è bello, in pratica ti ha rapito per portarti in una meravigliosa località di mare ed è fantastico a letto, da quello che riesco a leggere tra le righe, visto che non mi racconti mai le cose davvero succose!". Per un istante sembrò arrabbiato, ma poi rise. "Ecco! Questo doveva essere per me l'indizio principale!!
"Che cosa?"
"Non hai voluto confidarmi nessun dettaglio intimo perché cominciavi a provare qualcosa per lui e non volevi sbeffeggiarlo con me."
"Non essere ridicolo. Non significa niente."
"Okay, qual è la posizione che preferisce? Quanto ce l'ha grosso? Qual è il record di orgasmi che ti ha fatto provare?"
Jimin serrò le labbra prima di capire che cosa stesse facendo l'amico.
"Ah-ah!" esultò l'amico. "Non sono riuscito a cavarti nulla di bocca, nemmeno sul primo giorno in cui vi siete incontrati, e scommetto che deve essere stato fenomenale."
Jimin non poté fare a meno di sorridere al ricordo di quel tour in limousine davvero sorprendente. "Aspetta... significa che ero già innamorato di lui?"
"Amore a prima vista..."
Senti di nuovo le lacrime che le pizzicavano gli occhi e si morse il labbro. "Promettimi che non glielo dirai, Tae."
"E come? Pensi che chiamerò la casa Casa Branco di Taegu per lasciare un messaggio al suo segretario?"
"No, certo che no."
"Devi dirglielo tu."
"Cosa?" Jimin saltò in piedi. "Oh, no. Assolutamente no."
"Oh sì, invece."
Jimin strinse il cellulare e si accasciò su una poltrona.
"Taehyung, lui è un Capo Alpha e io solo uno stilista di abiti da sposa."
"Ehi, per Cenerentola ha funzionato, no? E poi che cosa sei? Uno stupido campagnolo che si sottomette a un aristocratico o un ragazzo forte, un americano di Brooklyn che non si inchina davanti a nessuno? Tira fuori le palle e fagli sapere cosa provi."
Jimin raddrizzò la schiena. "Sì. E se lui dovesse rispondermi: "Sono lusingato, ma ecco qui il tuo biglietto per New York"?"
L'amica sbuffò. "Ma devo proprio spiegarti tutto? Allora lo ringrazi per la vacanza e te ne torni a casa. Dio, mi sa che haipreso un po' troppo sole."
"Oh, Tae."
"Su su, smettila di piagnucolare e agisci. Dov'è il principe azzurro?"
"È uscito qualche minuto fa, doveva fare delle commissioni."
"Raggiungilo."
"Correre dietro a un uomo? Anch'io ho il mio orgoglio."
"Fantastico. Ti vengo a prendere all'aeroporto domani. Assicurati di mettere il tuo orgoglio ben piegato in valigia perché non si danneggi durante il viaggio di ritorno."
Jimin fece una smorfia, Taehyung aveva ragione, accidenti!
Non era mai stata un vigliacco, ed era imbarazzante dover ammettere che se la faceva sotto. "D'accordo, vado. Il centro è piccolo, quindi dovrei trovarlo con facilità"
"Sbrigati. E mandami un messaggio appena puoi."
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Atelier [Yoonmin]
FanfictionLa sua sorellina si sposa e Min Yoongi corre a New York per conoscere il futuro cognato MA rimarrà incantato dallo stilista che si occuperà dell'abito da sposa della sorella: Park Jimin. Un giovane ragazzo con i capelli neri ed estrose labbra rosse...