_Capitolo 10_

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"Jimin sta bene, Bam?"
Jimin era scomparso in camera da letto con una manciata di pacchetti e non era ancora uscito.
Forse aveva preso un colpo di sole o magari stava solo aprendo i suoi acquisti.
"A me è sembrato di sì, signore. Però mi ha proposto di dargli del tu.
Quella richiesta doveva essergli sembrata sufficiente per dubitare delle facoltà mentali di Jimin.
"E tu hai acconsentito?"
"Signore!" Il gigante parve scandalizzato.
Yoongi lo lasciò rosolare per un secondo a fuoco lento.
"Naturalmente gli avrai detto che è impossibile."
"Sì, certo."
BamBam si rilassò un po'.
"Come sai, gli americani sono molto informali. Hai avuto una giornata pesante, perché non ti concedi un bicchiere alla trattoria in fondo alla strada? Jimin e io resteremo in casa questo pomeriggio."
L'altro annuì e se ne andò. Yoongi invece si diresse verso la camera da letto. Non sapeva cosa lo aspettasse, ma era ansioso di scoprirlo.
Bussò.
"Sono io. Posso entrare?"
"Certo."
La voce dell'omega era dolce e vellutata, Yoongi sorrise mentre abbassava la maniglia. Poi rimase a bocca aperta: Jimin era in piedi accanto al letto e indossava qualcosa che sembrava avere la consistenza di una nuvola.
Alzò la mano per accarezzare con delicatezza uno dei pilastri del letto e la sottile seta bianca sottolineò la curva dei fianchi e la protuberanza del capezzolo; non era nudo eppure Yoongi riusciva a scorgere tutto. Anche quel lento andare su e giù della mano sul legno contribuì a farlo infiammare.
"Ti piace?"
Jimin inclinò la testa e gli rivolse uno sguardo ritroso, seminascosto da un ciuffo di capelli.
"Tu che dici?"
Yoongi tolse la camicia dai pantaloni e slacciò la cintura senza distogliere lo sguardo dall'omega
Jimin si gettò sull'altro lato del letto prima che lui finisse di svestirsi. Rimasto in boxer, Yoongi le si avvicinò, pronto a tuffarsi anche lui se necessario. "Perché non vieni qui? Così ti faccio vedere quanto mi piace."
Jimin lo scrutò con occhi sgranati.
"Dovrai farmi vedere come si fa."
"Ohhh." Lui capì: Jimin voleva provare un gioco di ruolo nel quale lui avrebbe impersonato la parte del vergine ed innocente omega.
Anche se lo ius primae noctis non era mai esistito nei branchi di Taegu, e altrove era perlopiù una leggenda, senti il sangue dei suoi antenati conquistatori ribollirgli nelle vene e l'erezione rinvigorirsi per la proposta peccaminosa.
"Sono Min Yoogni, Alpha dei Branchi di Taegu, secondo in linea di sucessione come Alpha degli Alpha" disse sfoderando tutta la sua regale superbia. "Hai il dovere soddisfare il tuo alpha... e ubbidire a qualunque suo ordine."
Jimin chinò la testa.
"Sì, Alpha Min."
"Vieni da me."
L'omega strisciò verso di lui mentre il sole pomeridiano filtrato dalle persiane gli illuminava tutto il corpo.
"Dovrei strapparti di dosso quella camicia da notte perché hai osato indossarla al mio cospetto.Ed è contro la legge presentarsi nella stanza dell'Alpha principe con degli indumenti addosso."
Jimin trattenne un risolino.
"Ma visto che è così sottile, per te farò un'eccezione."
Fin dove vuoi spingerti Jimin con questa fantasia?
Yoongi era pronto a fermarsi se lui avesse esitato, ma in caso contrario...
"Porta le mani dietro la schiena."
Jimin eseguì, ma aveva un'espressione confusa.
Yoongi prese la cravatta posata sullo schienale della sedia e gli legò i polsi, non troppo stretti, per poi assicurarli alla testiera del letto.
Jimin sgranò gli occhi, ma non protestò.
Anzi, il suo respiro accelerò e i capezzoli gli si indurirono e tesero sotto il tessuto.
Yoongi si fece più vicino e la seta sfiorò la sua erezione.
"Che cosa avete intenzione di fare, alpha Min?"
"Tutto ciò che voglio."
Yoongi passò le mani sul petto, ammirandone la tonicità mentre fissava i capezzoli scuri e rotondi che si intravedevano attraverso la tela.
"Presto supplicherai il tuo padrone di toccarti, baciarti e penetrarti."
A quella minaccia Jimin inspirò a fondo.
Il principe gli coprì un capezzolo con la bocca e lui spinse la testa all'indietro, inarcando la schiena. "Oh, Yoongi."
Lui stuzzicò con la lingua e i denti quella tesa sporgenza, la seta era una barriera inconsistente di fronte alla sua determinazione.
Jimin emise un lieve ansito e sorrise di piacere.
Si spostò da un capezzolo all'altro, esplorando senza fretta le curve attraverso quell'affascinante velo. L'omega si dimenò, una goccia di sudore le scivolò lungo il collo e giù sul petto. Yoongi leccò quel sentiero salato finché non si perse sotto la scollatura, poi si accovacciò e le rivolse un lungo, lento sorriso mentre gli poneva le mani sotto il collo.
"Te ne comprerò un'altra."
"Un'altra cosa?"
Gli occhi stupefatti di Jimin si spalancarono e gli sfuggì uno strillo quando Yoongi strappò la camicia da notte.
"Ma lo sai quanto costa? Il cambio euro-dollaro è sfavorevolissimo questa settimana!"
"Te ne regalerò altre dieci, venti" giurò lui mentre seguiva quell'ipnotizzante gocciolina che continuava la sua corsa lungo la pancia per naufragare infine nell'ombelico. A quel punto gli fece schiudere le gambe e iniziò a picchiettarle l'erezione coperta con la lingua.
Jimin trattenne un grido e si accasciò contro la testata del letto. Non volendo che cadesse, Yoongi lo sollevò per adagiarlo sul materasso e li gli spalancò le cosce, ma Jimin ebbe un attacco di insolita timidezza e le richiuse.
"Neanche per sogno." Il principe le accarezzò il corpo finché le sue ginocchia cedettero.
"Yoongi" sussurrò, "è tutto così... così..." Si fermò, incapace di dar voce ai propri pensieri.
"Provocante? Sexy? Incredibilmente eccitante?"
Il corvino degluti a fatica. "Si. Tutto questo è così erotico. Ho l'impressione che l'Alpha  stia per prendermi con la forza."
"Bene. È proprio questa l'idea."
Yoongi lo morse sul collo, attento a non lasciarle dei segni. Gli succhiò un capezzolo, compiaciuto dai suoi gemiti e dopo le mordicchiò l'altro, vezzeggiandolo finché non fu turgido come il primo. Poi prosegui fino ad affondare la lingua nell'ombelico.
Jimin sollevò i fianchi per invitarlo e lui l'accettò osservandolo attento.
L'intimità di Jimin era splendida, rosa come l'interno di una conchiglia gonfia d'eccitazione aspettava solo lui.
"Ma lo sai quanto sei bello qui?"
Tracciò con un dito i contorni dell'ano di proposito di premervi sopra.
"No, non ci ho mai pensato più di tanto" ansimò l'omega. "Ma puoi dimostrarmi il tuo apprezzamento in un modo molto speciale."
"Oh, lo farò."
Continuò a esplorarlo lentamente con le dita. "In molti modi speciali." Fece scivolare un dito dentro di lui, penetrandolo senza fretta.
Un secondo dito affiancò il primo.
Massaggiò con tocco leggero un punto ben preciso e lui emise un breve gemito.
"Oh, mio Dio, Yoongi! Cos'era quello?"
Elettrizzato dal fargli conoscere nuove vie per raggiungere il piacere, continuò a insinuarsi in lui con le dita. Jimin cercò di costringerlo a muoversi più in fretta dimenando il sedere, ma lui si fermò.
"Piano, tesoro. Sei sempre così impaziente... dev'essere il tuo temperamento newyorkese.">
Jimin strattonò la cravatta che le bloccava i polsi. "Non puoi legarmi e stuzzicarmi così. Voglio che tu mi faccia venire subito."
"Attenta, mio innocente omega. Potrei stancarmi delle tue lamentele e decidere di zittirti."
"Con cosa? Un'altra delle tue elegantissime cravatte di seta? Perché ne hai portate così tante in vacanza?"
Il suo respiro si fece sempre più rapido e difficoltoso man mano che proseguivano in quella fantasia.
Lui rise, "Perché usare una cravatta? Conosco alternative più piacevoli." Gli sfiorò la coscia con i'erezione.
Jimin lo fissò con occhi dilatati, sempre più eccitato.
Yoongi moriva dalla voglia di togliersi i boxer e mostrargli cos'aveva intenzione di farle... I capelli che le ricadevano disprdinati sulla fornte e il completo da notte strappato stuzzicavano i su istinti di alpha saccheggiatore e distruttivo.
Gli alpha di Taegu nella sotria erano sempre stati guerrieri spietati e amanti rapaci, ma lui era sempre stato convinto che la vita moderna avesse sradicato quelle antiche attitudini.
E invece non era andata così.
Contò fino a venti in latino e si calmò quel tanto che gli consentiva di tornare tra le cosce di Jimin. Questa volta non si fermò e dopo aver stuzzicato un po' il buchino con due dita lo osservò raggiungere l'orgasmo mentre in preda all'estasi strattonava la cravatta che lo immobilizzava.
Con il viso arrossato, sudato e ansimante, era l'omega più bello che avesse mai visto.
Gli sfiorò il glande e l'erezione ancora tesa e turgida per il recente orgasmo, tremò sotto il suo tocco e al contatto della sua lingua.
"Oh, Yoongi, si!" Jimin inarcò i fianchi e Yoongi gli pose le mani sotto il bel sedere rotondo per tenerlo fermo.
Il sesso gli pulsava alla follia. Sarebbe bastato un attimo per penetrarlo, lui si sarebbe concesso subito e probabilmente sarebbe venuto all'istante.
Ma lui voleva aspettare ancora.
Solo un altro po'.
Emise un lungo gemito di frustrazione e Yoongi si protese verso suo viso, mugolando mentre strofinava lle labbra sul pene dell'omega
Gli tremarono le gambe e cercò di fare un respiro profondo.
Yoongi gli succhiò il glande e l'omega raggiunse nuovamente l'orgasmo strillando e dimenandosi. Lui continuò finché Jimin non smise di tremare e singhiozzare.
"Yoongi" mormorò.
"Stai bene?"
"Benissimo." Ruotò le spalle e lui lo slegò in fretta.
"Sei sicuro?" chiese in ansia, cercando di non farsi distrarre dalla sua appagata nudità.
"Assolutamente si. Voi alpha dispotici sapete come intrattenere un oemga." Si alzò e fece scorrere una mano sul suo petto, raggiunse l'ombelico e poi si fermò all'altezza della vita. "E adesso tocca all'omega intrattenere il suo capo Alpha."
Gli tirò l'elastico dei boxer. Jimin trattenne una risatina per l'espressione che lesse sul volto di Yoongi, a metà tra sollievo e nervosismo.
"Seduto."
Lo spinse verso la sedia imbottita e lo fece accomodare come un re sul suo trono.
I boxer di seta neri erano tesi fino al limite, bastò un rapido guizzo della mano e la sua erezione si liberò dalla costrizione del tessuto.
Wow, che visione eccitante!
Il desiderio di Yoongi era troppo grande per essere contenuto dagli indumenti. Le pupille dell'uomo si dilatarono e poi si contrassero mentre lo fissava in trepida attesa.
Jimin si inginocchiò davanti a lui. "Lasciate che il vostro omega vi dia piacere, Capo Alpha." Continuò a tenere le mani dietro la schiena, come se fosse ancora legato.
Lui rimase a bocca aperta per lo choc vedendolo in quella posizione sottomessa.
"Jimin, no."
Il corvino gli sfiorò il sesso con le labbra e allora Yoongi smise di protestare, fece ricadere la testa all'indietro e iniziò a gemere, "Oh, si, si..."
L'omega sollevò la testa. "Alpha, voglio compiacervi. Mostratemi come fare."
Gli occhi vermigli di Yoongi divamparono e Jimin capi che il menta era a un passo dal perdere il suo formidabile controllo.
Considerato quanto gli aveva fatto mentre era legato al letto, valutò che fosse uno scambio equo. Fece scorrere la lingua sulle labbra e lui crollo, insinuandogli le dita tra i capelli,
"Prendilo in bocca. Subito."
Jimin schiuse le labbra e lo accolse mansueto, in attesa che lil menta gli desse ulteriori istruzioni.
Yoongi gli fece muovere la testa su e giù mentre tentava di contenere l'istinto di partecipare più attivamente. La punta liscia del suo pene gli scivolava sotto la lingua accendendolo ancora di più.
"Più veloce" ordinò lui a denti stretti.
Ogni suo desiderio era un ordine per lui.
"Così, Jimin, di più, di più..."
D'un tratto il moro sollevò la testa, "Dimmi, chi è che comanda adesso?
Lo sguardo di Yoongi era annebbiato dal desiderio. "Tu, Jimin. Hai sempre comandato tu." In un istante, se lo trascinó in grembo e sollevò sopra la vita ciò che restava della camicia da notte. Jimin divaricò le gambe e lui lo solletico con la sua erezione.
Jimin sospirò di soddisfazione e lo accolse dentro di sé.
Yoongi le afferrò le natiche con le mani e Jimin, reso audace dal sesso, gli mormorò: "Sculacciami".
Lui apri gli occhi di colpo, "Cosa?"
"Hai sentito. Solo un colpetto, okay? Non voglio avere problemi a star seduto domani. Non pensi che sarebbe eccitante?"
"Sì" La voce di Yoongi suonò stridula, come se avesse la bocca secca. "Molto eccitante." Sollevò piano la mano e lo colpi sul sedere.
Jimin emise un mugolio di sorpresa.
Lui la guardò in preda all'ansia finché l'omega non sorrise. "Non mi romperò, Yoongi"
"Non ti farei mai del male, Jimin."
"È solo per gioco."
Yoongi lo fece di nuovo, e questa volta era preparato.
Tremò, travolto da un'eccitazione indecente.
Il principe sorrise. "Lo sento quanto sei eccitato, sei proprio un cattivo ragazzo, Jimin. Dovrei sistemarti sulle mie ginocchia e sculacciarti come si deve."
"Perdonatemi, principe Yoongi" implorò il moro con una voce falsamente mansueta.
"Per punizione, ti stuzzicherai i capezzoli. Voglio vederli rosa e turgidi..."
Jimin potrò le mani al petto, titillandosi con tocchi inizialmente lievi e poi sempre più decisi finché i capezzoli non furono duri e rossi come rubini. Solo allora Yoongi cominciò ad accarezzarle il suo anello di muscoli.
Cazzo!!!
Chiuse gli occhi per amplificare le sensazioni che stava facendo crescere dentro di lui.
"Apri i tuoi bellissimi occhi. Voglio che mi guardi mentre vieni."
Jimin degluti a fatica. Quella sembrava una situazione assai più intima delle loro precedenti attività.
Yoongi smise di toccarlo.
"Dico davvero. Nessuna recita o giochetto, solo Yoongi e Jimin, insieme."
L'omega si morse un labbro e annuì.
"Bene." Si sistemò sul bordo della sedia e la cinse con un braccio attorno alla vita. "Continua a muoverti, Jimin."
Jimin obbedi, il petto sfiorava il viso e lui non ne catturò uno con la bocca mentre le dita riprendevano a giocherellare con la sua intimità.
La deliziosa pressione crebbe e Jimin inarcò la schiena.
Yoongi lasciò andare il capezzolo. "Guardami!"
Si costrinse ad aprire gli occhi e vide la sua espressione furiosa. Si tratteneva a malapena e questo lo fece eccitare ancora di più. Si dimenò sopra di lui e Yoongi le pizzicó un capezzolo, rigirandolo sotto il pollice. Gli diede uno schiaffo sul sedere e Jimin fu travolto dall'orgasmo.
Yoongi affondò le dita tra i capelli. "Guardami" ordinò a denti stretti.
Jimin obbedi ansimando, sudando, ancor più prigioniero di quando era legato al letto.
Yoongi serrò la mascella e affondò dentro di lui, i gemiti che si facevano sempre più forti. Teneva lo sguardo fisso in quello di Jimin che d'istinto capi che questa era una parte di sé che Yoongi non aveva mai condiviso con nessun'altro partner prima d'allora.
Lo strinse con le braccia e assecondò i suoi movimenti finché lui non cominciò a rallentare. Prima che potesse dire qualcosa, Jimin si protese per baciarlo. Le loro labbra rimasero allacciate per quella che parve un'eternità e poi lui poggiò la fronte su quella di Jimin mentre entrambi riprendevano fiato.
"Oh, Jimin. Proprio quando pensavo che non potesse essere meglio di così, tu mi dimostri che avevo torto."
"Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta questo completo da notte."
Osservarono i resti del povero indumento.
"Dovrò comprartene molti altri."
"Per un alpha moderno, di certo hai gusti antiquati in camera da letto"> lo prese in giro l'omega "Legare un'innocente omega, costringerlo a soddisfare le tue voglie depravate e malmenarlo anche se lo vedi troppo spaventato..."
Si alzò e lo sollevò di peso. "Penso che protesti un po' troppo. Credo che protesti perché probabilmente ti è piaciuto troppo."
Jimin arrossi e nascose il viso sulla sua spalla.
Hai pienamente ragione! Non avrei mai tollerato di essere sculacciato da qualunque altro alpha, e mai avrei immaginato che potesse piacermi tanto.
Lui rise fragorosamente e lo adagio sul letto. Gli sfilò la camicia e la gettò sulla sedia.
"Il tuo alpha ha bisogno di riposo." Si infilò a letto accanto a lui. "Voi americani dovreste provare i benefici effetti di un riposino pomeridiano. Farebbe meraviglie per il vostro temperamento." Lo attirò a sé, così da cingerlo da dietro con un braccio attorno alla vita.
"Tu fai meraviglie per il mio temperamento" ammise Jimin.
"Solo il meglio per te Lunetta." Sbadigliò, ma gli occhi di Jimin si spalancarono: l'aveva appena chiamato Lunetta. Detto da un uomo normale, non avrebbe significato nulla, ma da lui?
Si girò piano per guardarlo negli occhi, ma lui si era già addormentato.
Un lapsus, senza dubbio. Non mi stava di certo facendo alcuna proposta.
Sospirò.
È così che le cose cominciano a farsi critiche: un omega inizia a immaginarsi in abito bianco e...Be', meglio fermarsi qui. Per quanto bello, sexy, dolce, gentile e meraviglioso fosse Yoongi, non posso innamorarmi di lui.
Più tardi, Jimin mise la testa fuori dalla camera da letto perché aveva sentito delle voci maschili provenienti dal salotto. Segui il chiacchiericcio.
Quando vide quante persone ci fossero in casa si strinse nella vestaglia. Yoongi alzò lo sguardo da un'intensa videochiamata e sollevò un dito per farle cenno di aspettare.
Jimin si girò verso un tizio nerboruto che le stava a fianco.
"Che succede?" sussurrò.
Quello si voltò per osservarla con sguardo vacuo, ma non rispose. Forse non parlava inglese, o magari era pagato per tacere.
Jimin si ritirò furioso in camera e si vesti in fretta indossando una camicetta bianca, un paio di jeans e un paio di sneakers bianche.
Tornò in salotto e si sedette su una poltrona.
Yoongi discuteva ancora al telefono in coreano, gesticolando con animazione.
Jimin riuscì a capire che stava chiedendo notizie sulla sicurezza di sua sorella e della nonna. Cominciò ad allarmarsi ma si costrinse a darsi una calmata... finché non esplose qualcosa e un uomo di centoventi chili lo trascinò a terra facendole da scudo con il suo corpo.
Per diversi secondi fu un susseguirsi di piccoli scoppi.
Qualche pazzo sta sparando a Yoongi?
Cercò di divincolarsi dalla guardia del corpo, ma fu un gesto inutile come tentare di spingere un muro.
Alla fine il rumore cessò, il gorilla esalò un sospiro di sollievo e la lasciò andare.
"Petardi" gli spiegò.
"Oh. Be', se dobbiamo finire in posizione orizzontale, dovrei almeno conoscere il suo nome."
Il suo era un debole tentativo di sdrammatizzare, un modo per domare le ondate di adrenalina che l'avevano travolto, ma lui le rivolse un'occhiata perplessa "Lasciamo stare."
"Okay!" gridò BamBam. "È tutto a posto!"
Jimin si mise a sedere e vide Yoongi dall'altro lato della stanza. I bodyguard erano saltati sul divano e sul tavolino per proteggerlo.
Lui si rialzò arruffato ma non particolarmente contrariato.
Deve essergli successo altre volte.....magari con proiettili veri.
"Stai bene, Jimin?"
"Sì." Sollevò una mano per fargli un cenno, e fu scosso da un tremito. Lo abbassò in fretta.
Lui parve preoccupato ma sollevò di nuovo il telefono.
"Pronto? Pronto? Sì, erano petardi." Rise.
Jimin non sembrava altrettanto divertito. Scivolò sulla poltrona e si strinse le ginocchia al petto.
Yoongi passò il cellulare a BamBam e lo raggiunse. "Stai bene? SeoJoon è bello grosso, spero che non ti abbia fatto male." Gli tese una mano. "Vieni qui." Lo aiutò ad alzarsi e Jimin vacillò un pochino mentre il menta lo conduceva al divano.
"Yoongi." Gli tremava la voce. "Yoongi, che succede?"
Lui sospirò e indicò le finestre di fronte a loro. "Petardi. Probabilmente erano solo ragazzini che volevano divertirsi."
"Ci sono otto energumeni in salotto nella remota possibilità che scoppino dei petardi?"
"No, certo che no. Quegli uomini fanno parte della squadra di Bam, sono rimasti nei paraggi in caso di incidenti."
"Che razza di incidente li ha portati tutti qui? La tua famiglia sta bene?"
"Sì, grazie per averlo chiesto."> Si portò la mano di Jimin alla bocca e la baciò. "C'è stato un allarme bomba a casa. A palazzo."
"Un allarme bomba?"
Yoongi annuì. "E naturalmente è stata dispiegata l'antterrorismo con le squadre cinofile. Non hanno trovato niente ma quando uno dei membri della famiglia  è sotto minaccia, intensificare la protezione per gli altri è una procedura standard."
Yoongi schioccò le dita e l'autista fu subito al suo fianco.
"Bam, chi ha causato tutto questo?"
"La polizia di Taegu ha fermato un gruppo locale di anarchici."
"Anarchici?""
Yoongi sorrise, il che la lasciò perplessa. "Un vantaggio dell'avere a che fare con gli anarchici è che sono sempre piuttosto disorganizzati."
"Yoongi!" Il suo macabro umorismo era sconcertante.
"Scusa, scusa." Gli cinse con un braccio. "So che non sei abituato a certe cose. Facciamo del nostro meglio per restare al sicuro pur tentando di vivere le nostre vite senza angoscia."
"Non hai paura?" Jimin era terrorizzato.
Yoongi si strinse nelle spalle. "Non per me stesso, ma per YuJin e mia nonna. E per te."
"Per me?"
"Ma certo." Lo baciò sulla fronte. "Sono responsabile della tua sicurezza. Chiunque cerchi di farti del male dovrà vedersela con me."
"E con BamBam, e il resto dei suoi uomini."
"È sottinteso." I suoi occhi si riempirono di orgoglio mentre osservava la sua squadra. "Farebbero qualunque cosa per proteggerci, e prego Dio che non siano mai costretti a farlo."

Atelier [Yoonmin]Where stories live. Discover now