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Sono le 17:00 del pomeriggio, avevo deciso di andare in libreria per acquistare un altro libro da aggiungere alla mia collezione di libri, avevo terminato quel libro dal titolo ammiccante, devo dire che non mi ha lasciato insoddisfatto, potevo prendere spunto e un giorno anch'io riuscirò a trovare me stesso, anche se dovrò scavare venti metri di terra.
Io ed Ethan abbiamo fatto di nuovo sesso, avevo bisogno di sentirmi desiderato, anche se ne sono uscito sfinito, era violento, quasi massacrante a livello mentale.
Forse non avevo bisogno di lui, ma in questo memento è l'unico che riesce a farmi sentire me stesso nel mio essere incompleto.
Lui non mi faceva sentire appagato, riempiva semplicemente i miei vuoti, le mie lacune che nel tempo si sono create nella mi vita.
Josh non si è più visto, solo tra i banchi di scuola, ma eravamo dei perfetti sconosciuti che neanche si rivolgevano un minimo sguardo e credo che fosse la cosa migliore in questo momento.
Perso nei miei pensieri non mi accorgo di aver fatto cadere un libro dalla scaffale e una voce a me familiare che non sentivo da tempo mi richiama.
«Pensavo avessi più cura dei libri, come fossero tuoi figli» mi porge il libro ed io non posso che rimanere sorpreso di chi avevo davanti.
«Dylan, ma che cazzo ci fai qui!» esclamo.
«Felice di rivederti Dylan, come stai Dylan?, vorrei sapere cosa hai combinato in questi mesi Dylan" ironizza il mio migliore amico. L'unico che non mi ha mai abbandonato, l'avevo perso di vista da quando mi sono trasferito, quasi non riuscendo più a sentirlo.
«Che scemo, andiamo da un'altra parte a parlare» lo spintono per uscire dalla libreria.
Io e Dylan ci conosciamo da quando siamo piccoli, era la mia spalla, la persona che mi difendeva dai bulli quando venivo preso di mira e alle volte si beccava qualche pugno al posto mio.
Ordiniamo un caffè al bar più vicino, volevo sapere cosa ci facesse qui.
«Che ci fai qui?»
«Ho conosciuto una ragazza su tinder e con la scusa bella e buona volevo rincontrare il mio migliore amico» risponde lasciandomi perplesso.
«E te la sei cercata qui la ragazza?» chiedo infastidito.
«Si, non l'ho deciso io, abbiamo iniziato a messaggiare ed è scattato qualcosa» ribatte con gli occhi che brillavano.
«almeno l'hai mai vista?» domando ulteriormente.
«Ma quante domande, non è che sarai geloso?» risponde con un'altra domanda facendomi arrossire.
«Che coglione, no semplicemente qui le persone sono strane.» cerco di metterlo in guardia.
«Come si chiama?» Domando ormai incuriosito.
«Si chiama Josephine Smoke» risponde con un sorriso da ebete.
Josephine? Quella Josephine? Non sapevo se essere sollevato o preoccupato.
Era una brava persona, simpatica e una delle poche persone che mi hanno fatto sentire parte di un gruppo.
«Non ci posso credere» dico contento.
«È una mia amica» aggiungo e mi faceva sentire strano considerarla tale, avevo pochi amici e lei era una di quelle.

Parlai a Dylan di Josephine e della splendida ragazza che è prima che sparisse nel nulla per incontrarla.
Avevo detto di non dire nulla su di me, volevo farle delle domande io di persona senza che lei già sapesse che io sappia. che giro di parole.
Ero contento che fosse lei la ragazza con cui ha un appuntamento il mio migliore amico e non chissà quale cattiva persona che vive qui a Seattle.
Torno a casa e saluto mia madre, che sta preparando qualcosa che io sicuramente fingerò di mangiare.
«Giordan, è passato Dylan da qui e voleva sapere dov'eri, ma anche lui è gay?» domanda invadente.
«Mamma!» esclamo.
«No, è qui per una ragazza, non ti impicciare nelle vite altrui e tanto meno la mia» aggiungo a denti stretti salendo in camera mia.
Mi butto a peso morto sul materasso, accendo lo schermo del mio cellulare: 90 chiamate da Ethan. Sta scherzando spero.
Da quando ho dato il mio numero di cellulare a Ethan, non la smetteva di inondarmi di messaggi e chiamate, stava diventando veramente asfissiante.
Tra le mie notifiche c'è anche una chiamata da Josh, chissà cos'altro vorrà da me dopo il mio categorico rifiuto di sentirlo e tanto meno vederlo.
Avevo optato di chiedere a Dylan se avesse avuto voglia di uscire a bere qualcosa, odiavo stare a casa, sentire la presenza e la voce molesta di Simón non era la cosa più strabiliante che ci sia al mondo, quindi qualsiasi buco sia meglio di questa casa.
Il mio migliore amico accettò, informandomi che ci sarebbe stata anche Josy con lui, quindi avrei potuto intuire che ci sarebbero stati anche gli altri, ma non mi importa, volevo stare con lui, quindi di chi ci sia poco mi importa.

Sistemo i miei scuri capelli con la mano portando il ciuffo mosso da un lato, indosso un semplice maglione e un jeans, solito outfit che non rimorchierebbe neanche una secchiona con l'apparecchio.
Ad accompagnarmi era mia madre, non volevo chiedere a Nicole di passare dato che ignoro anche lei ultimamente e non mi sembrava il caso di scomodare Josephine che è con Dylan.

Scendo dalla macchina una volta arrivato al pub dove per la prima volta Josh mi aveva drogato nei bagni pubblici, mando un messaggio a Dylan per sapere dove diavolo fossero e risponde che avrebbero ritardato per un contrattempo. Si, immagino il loro contrattempo.
Nell'attesa ho deciso di bere qualcosa, ormai era mia consuetudine ordinare lì, tanto che il barman sa già cosa bevo e mi prepara il mio cocktail.
«Posso sedermi?» Domanda Josh.
«Fai come credi» rispondo senza un minimo di reazione di stupore, dovevo immaginarlo che ci fosse anche lui e in realtà non volevo che si sedesse vicino a me, ma lui fa tutto il contrario.
«Come stai?» chiede, sentendo i suoi occhi puntati su di me.
«Sto, ti importa?» rispondo con un'altra domanda, volendo divagare sulla sua.
«Che hai fatto al collo?» ribatte.
Avevo dei lividi causatomi l'altra sera con Ethan, troppa eccitazione da parte sui che non si rese conto della presa che aveva sul mio collo, non pensavo si notasse così tanto.
«Oh, sicuramente mentre scopavo con Ethan, ma questi non sono affari che ti riguardano» rispondo, alzandomi per andare via sbattendo contro Dylan.
«Ehi Giò, dove stai andando?» mi domanda preoccupato.
«Vado vía, sto poco bene» rispondo facendomi spazio tra loro e la gente lì presente.
Una volta uscito dal locale a piede spedito cerco di tornarmene a casa, fin quando non sento Josh fermandomi sbarrando la strada davanti a me.
«Cos'altro vuoi da me?» chiedo rassegnato.
«Voglio esserti almeno amico» risponde col fiatone per via della corsa che poc'anzi ha fatto per raggiungermi.
«Non essere stupido Josh, vuoi qualcos'altro da me e ciò che ho detto di Ethan era vero» ribatto.
«Si forse è vero, e neanche so io il motivo per cui tu mi riesca ad attrarmi in questo modo» dice guardandomi negli occhi.
«E ciò che hai fatto con Ethan poco mi importa» aggiunge.
Stavo per dire qualcosa ma qualcuno mi spinge da dietro.
Erano tre ragazzi, dall'aspetto da teppisti di strada ed erano più grandi di noi. Il prima era magro, dai lunghi capelli neri che gli ricadevano sulle spalle, sembrava uscito da un cosplay di anime, il secondo invece era un ragazzo alto, dai capelli curati con taglio corto, sembrava sul punto di una crisi di nervi, era evidentemente frustrato. L'ultimo sembrava il più innocente dei tre, era paffuto in viso, come se fosse qui per obbligo e non per scelta.
«Che abbiamo qui, due finocchi» dice il più alto.
«Guarda, ancora esistono i bulli di strada» rispondo in cagnesco, ricevendo un pugno da uno di loro, che portava una giacca in pelle come quelle che usa Josh.
Mi viene da ridere, faceva male, ma riesco a ridere, ricevendo un altro pugno allo stomaco, facendomi piegare in due dal dolore.
«Giordan andiamocene» cerca di afferrarmi per un braccio Josh, che sembrava più spaventato di me, lui che sembrava uno di loro a guardarlo meglio.
«No!» urlo con voce pieno di rabbia, sputando sangue sull'asfalto grigio.
Potevo percepire le persone intorno guardarmi e non muore un dito in nostra difesa.
Vedo Josh abbandonarmi quando ormai sono atterra, preso a calci da quei tre, fino a perdere conoscenza di ciò che era appena accaduto.
Era tutto confuso e incerto, ma quando metto a fuoco mi accorgo di essere in ospedale.

The Rose Of A LiarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora