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Sentivo ancora le sue mani addosso, la mia pelle bruciare, i vetri appannarsi dai nostri respiri annaspanti
e le sue labbra sulle mie che diventavano un tutt'uno tra loro.
Era un fuoco, una passione, mi eccitava il fatto che non sapessi quasi nulla di lui, su quella macchina consumando le nostre labbra come due adolescenti affamati di piacere, fino a lasciarci i segni dai morsi troppo prepotenti e pieni di desiderio, anche se, la magia svanì quando provò a levare la mia maglia, rovinò tutto, mi fece ritornare con i piedi per terra, o meglio, mi fece ritornare il ragazzo freddo che allontana tutti.
È stato comprensivo Josh a non insistere, trovando la scusa che era troppo presto, anche se io non mi sarei contenuto se non fosse per il mio fisico, la mia pelle macchiata e segnata d'odio, non volevo fare vedere il mostro che io fossi sotto a quegli indumento che mi coprivano.

Mi opprime così tanto i pensieri che non seguo ciò che dice la Dottoressa Yang, la mia nuova psicologa, vedo solo dei ragazzi come me, più o meno della mia età che parlano dei loro problemi, fin quando non richiama la mia attenzione.
«Giordan, tu ci vuoi raccontare qualcosa?» dice con quel tono da strizza cervelli che cerca di leggerti la mente.
«No grazie, sto bene così» rispondo guardando fuori la finestra, il cielo era diventato grigio e continuo a pensare che qualcuno lassù senta ciò che io provo. Ho una tempesta dentro, che vorrebbe creare un uragano e distruggere tutto, come se niente avesse valore. Come se io non avessi valore.
«D'accordo Giordan, sarà per una prossima volta, bene ragazzi andate pure, se avete bisogno di un'altra chiacchierata venite nel mio ufficio» aggiunge sistemandosi gli occhiali al naso.
Era già passata un'ora?
Chiamo mia madre per un passaggio, che non tardò ad arrivare
«Ciao amore» mi saluta mia madre provando ad accarezzarmi i capelli, che io allontano, odiavo questo genere di coccole, specialmente se non le reputo sincere.
Vedo il volto di mia madre incupirsi, ma non potevo farci molto, non puoi considerare tuo figlio solo dopo che ha cercato di ammazzarsi, ha iniziato ad avere questo atteggiamento nei miei confronti quando finì in ospedale e lo reputo un comportamento da incoerente, ci voleva questo mio gesto per attirare la sua attenzione? Improvvisamente è divenuta la mamma dell'anno.
Non dice nient'altro, si limita a guidare e sistemarsi i capelli dietro l'orecchio ogni due secondi, era un suo vizio, specialmente quando è nervosa e so che ero io che la rendeva così.

Scendo dall'auto una volta arrivato e mi affretto ad andare nella mia stanza, ormai era il mio nuovo salva vita, odiavo ricordare che dividevo lo stesso tetto con Simon, che non perde tempo a lanciarmi uno sguardo di avversione una volta varcata la porta "dell'inferno".
Chiudo a chiave la porta della mia camera, volevo solo dormire, mi aiuta a non pensare ed è ciò che mi ci voleva, misi la musica di sottofondo che aiutò subito, sentendo il mio corpo abbandonarsi a quel pomeriggio devastante.

Il rumore di qualcuno che bussa alla porta mi sveglia dal mio sonnellino pomeridiano, era mia madre, che diceva che era pronta la cena e con fare svogliato mi alzo per sciacquare un po' il viso.
«Adesso scendo mamma, inizia a mangiare» urlo per farmi sentire.
Scendo e inizio a mangiare la frittata di patate, anche se, appena sveglio non ne avevo molta voglia, ma riesco a mangiare tutta la mia porzione, in modo forzato ma ci sono riuscito e sentivo il mio stomaco che aveva bisogno di essere svuotato, ma resisto alla tentazione di farlo, cercando di distrarmi con il cellulare, avevo venti messaggio da Josh e, mi basta leggere l'ultimo messaggio per dimenticare che avevo bisogno di vomitare, era fuori ed io dormivo! Che brutta figura.
"-Oddio, ti chiedo scusa, mi sono addormentato e quindi non ho letto i messaggi in tempo".
Invio e subito visualizza, ma non risponde.
Dopo più di cinque minuti dedussi che non avrebbe più risposto, quindi faccio una doccia veloce e metto il pigiama, indossando le mie pantofole.
Metto i piedi sotto le coperte, che risultano fredde inizalmente, provocandomi la pelle d'oca, neanche il tempo di mettere a posto il cuscino che il cellulare squilla per via di una chiamata da Josh.
Entrai nel panico più totale, che doveva dirmi, magari voleva precisare qualcosa e forse è meglio farlo, oppure, voleva solo parlare con me, chissà.
Fatto sta che non rispondo, mi vergognavo troppo, speciale quando non so di cosa parlare, ed io non so quale argomento tratterebbe la conversazione, quindi meglio farlo con un messaggio.

"-io: Ehi, dimmi pure qui, non potevo rispondere...".
"Josh: Guarda dalla finestra, stupido".

Che voleva dire? Mi alzo e guardo fuori da essa e c'era lui con il dito medio in aria. Sorrisi istintivamente.
Che cavolo ci faceva qui sotto.
"-Io: non ti aspettare che io scenda eh!"
"Ho filmato tutto oggi, quindi scendi o altrimenti lo divulgo".
Il mio viso diventò da un rosso dal freddo a bianco dalla notizia appena avuto.
"-io: cazzo dici..".
"-Josh: dai scendi solo un secondo.
Mi ha convinto solo con quel messaggio del video, sarò anche paranoico, ma odio queste cose.
Scendo le scale il più lentamente e piano possibile per non far rumore.
Prendo un giubbotto nero e lo metto di sopra, andando incontro a quell'auto grigia che oggi ha preso parte a una cosa straordinaria, almeno per me.
Apro lo sportello e inizio a riscaldarmi le mani con la bocca, per fortuna c'erano i riscaldamenti accesi.
Lo guardo e lui ricambiò, anche al buio seppur notte i suoi occhi erano illuminati dalla luna, mi persi un attimo nel guardarli.
«io: Che ci fai qui, hai sul serio fatto un video?» domando.
«AHAHAH, NO IDIOTA» dice con tono sarcastico. Sollevato dalla notizia.
«Allora per cosa sei venuto?» Chiedo curioso.
«Bè, volevo darti il bacio della buona notte» risponde leccandosi e mordendosi il labbro inferiore.
«Che coglione che sei, tu sei pazzo» dico non curante se potesse o non ferirlo.
«Magari hai ragione, magari sono pazzo» dice.
«magari sono pazzo di te, dopo oggi, ti confesso che ti ho pensato tutto il giorno» aggiunge guardandomi negli occhi, stavo morendo dentro e sono sicuro che arrossì violentemente per ciò che aveva appena detto, da non rendermi conto che il mio corpo sapeva già cosa fare, perdermi per la terza volta tra quella avida, ma dal sapore misto al fumo e mentina della sua bocca.

The Rose Of A LiarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora