Capitolo 17

49 10 0
                                        

Niall's POV
Siamo in macchina e Harry sta urlando sulla musica riprodotta dalla radio. Io sono nervoso e sto sgranocchiando degli snack che probabilmente finiranno presto.

Inizia un'altra canzone e Harry si gasa troppo, visto lo spirito rock che accompagna la melodia. Siamo in viaggio da circa tre ore ma lui non sembra accorgersene vista la foga con cui corre e canta.

La prima mezz'ora ero abbastanza tranquillo, non mi ero ancora reso conto di ciò che stavamo per fare. Poi ho incominciato a farmi dei film mentali in cui mi immaginavo di incomtrarla, vederla in carne e ossa, quel sorriso dipinto sul volto e i voluminosi capelli scuri, e mi sono agitato.

Bramavo di vederla, volevo assolutamente incontrarla e farmi perdonare. Presi in mano un libro e incominciai a leggerlo svogliatamente. Ero davvero annoiato.

"Ci fermiamo a fare benzina bello" urla Harry. "Ci sento" rispondo a tono. Improvvisamente mio cugino gira ed entra in una stazione di servizio. Scendiamo e lui salta ancora per la canzone.

Mi giro e noto delle striscie nere rigare l'asfalto dove prima abbiamo girato.

Decidiamo di rifornirci ed entriamo nel negozietto affiancato. Una commessa di circa vent'anni ci accoglie. O perlomeno, mi sorride e sbava dietro a Harry.
Ammetto che è abbastanza carina: capelli ricci che arrivano fino alle scapole contornano la faccia color cioccolato e lumimosi occhi verdi spuntano sotto delle sopracciglia ben definite. Anche Harry rivolge attenzioni alla ragazza e per farsi figo si scombina i riccioli, sapendo che fa impazzire le ragazze.

"Smettila, coglione." Sghignazzo. Lui mi guarda infastidito ma io sono più concentrato ad andare avanti di fretta, prendere ciò che mi serve e rimettermi in viaggio. "Tu prendi le bevande, io il cibo." Lo avviso.

Raccatto qua e là snack, panini e patatine e mi dirigo velocemente alla cassa, seguito da Harry, dove fortunatamente la commessa è stata sostituita da un signore. Non avevo bisogno di altre perdite di tempo.

Pagammo e corremmo fuori buttando tutto nei sedili posteriori, un po' a casaccio. Ci risedemmo col fiatone, io al posto di guida, deciso a concedere ad Harry un meritato riposo.

Le ore passarono veloci in compagnia della musica incessante nella radio e le lamentele di mio cugino per il volume troppo elevato.

Dopo un tempo quasi interminabile, giunta la sera vidi un cartello con scritto "SEATTLE".

"Si!" Esultai. Harry seguì la direzione del mio sguardo e sorrise soddisfatto. "Ce l'abbiamo fatta!" Urlò.

Credo contemporaneamente ci venne in mente un problema non programmato. Dove avremo dormito? "Ehm... Niall, dove dormiamo?" Chiese, la paura fissa sul volto. "Io non.." La mia bocca era spalancata, la mascella a terra. "Non abbiamo soldi per permetterci un hotel, abbiamo preso a malapena per il cibo." Lesse i miei pensieri. "Dormiamo in macchina." Conclusi. Aprì la bocca per obiettare ma la richiuse subito dopo. Qualsiasi alternativa sarebbe stata troppo costosa. "Dove parcheggiamo?" Chiesi. "Và da quel tizio e chiedigli se c'è un posto tranquillo da queste parti."

Mi incamminai dal signore di cui stava parlando prima Harry, intento a fumare una sigaretta e controllare il cellulare. Dalla divisa importante che indossava presunsi fosse un uomo di lavoro importante. "Scusi, c'è un posto decente da queste parti? Io e il mio amico dobbiamo fermarci a dormire."
L'uomo voltò la testa verso di me e aggrottò le sopracciglia.
Sbiancò in viso.
Lo notai appena, visto il buio che regnava.
Guardai Harry, che osservava la scena curioso.
"Niall?" Sentii dire dall'uomo. Una macchina passò con i fanali ben puntati e vidi la faccia di quell'uomo.

"Papà." Mormorai, sconvolto. "Che ci fai qui?" Chiese lui, ovviamente scioccato come me. Sentii la portiera della macchina sbattere e mio cugino si incammina verso di noi, ancora inconsapevole di ciò che stava succedendo. Essendo di lato, non poteva vedere mio padre.

Mi rivolse uno sguardo interrogativo, poi mio padre si accorse della sua presenza. "Harry." Affermò. Al ragazzio riccio gli uscirono gli occhi dalle orbite e mi guardò.
"Niall non-" iniziò a parlare ma lo bloccai urlando "Ma che cazzo ti passa per quella fottuta testa? Ce l'hai un cervello? Coglione. Ci hai lasciati soli, soli! Brutto pezzo di merda! Adesso hai un'altra donna? Un figlio migliore? Eh? Sei felice?" Marcai l'ultima parola. Lui si alzò e fece per toccarmi ma sbraitai "lasciami in pace!"

Notai a malapena una coppia di anziani che passeggiavano. La donna tirò suo marito per la manica e camminarono velocemente verso un'altra strada.

"Niall, davvero, non-" ricominciò a parlare. "Dimmi, hai qualche scusa? Cos'è successo? Amavi un'altra?" Sputai.
"Avevo solo bisogno di tempo." Biascicò. "Te lo ficco su per il culo il tempo." Conclusi ridendo. Me ne andai, deciso a non perdere altro tempo con una persona del genere.

#me
Swash! Ciao! In ritardo mi sa... Mi perdonate? Ho fatto un capitolo lungo. e pure bello ehehe. Vi voglio bene. Schiacciate la stellina se vi piace e commentate, vi voglio bene❤️

Spaces between us.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora