Inizia a vivere

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È calata la sera e sto tranquillamente sdraiata sul divano a guardare un programma televisivo. Gabriel è qui vicino a me.

Dopo l'episodio della doccia ci siamo fatti qualche altro dispetto, ma poi abbiamo concluso, così mi sono lavata anch'io e lui ha potuto rimettersi i suoi vestiti asciutti.

È stato divertente giocare con lui, lo ammetto. Rideva tanto e forse oggi è stata la prima volta che l'ho visto ridere in quella maniera.

-"Questo programma si sta facendo noioso. Tagliano carote, cucinano uova e bolliscono patate" sbuffa. Faccio spallucce e lo guardo. Il suo volto è ancora indirizzato verso la televisione.

-"E cos'è che vorresti fare?"
Si gira e guarda nel vuoto.

-"Che ne dici se prepariamo la cena?"

Si ritorna sull'argomento cibo.
Se dobbiamo preparare la cena assieme significa che rimarrà a mangiare, no?

In fin dei conti non mi dispiace, abbiamo giocato come bambini ed ora non ho il coraggio di cenare con lui?

Accetto la proposta e ci spostiamo in cucina, tirando fuori dal frigo e dagli scaffali tutto il materiale.

-"Quindi vada per pasta con funghi e petto di pollo?" chiede. Annuisco e ci mettiamo all'opera.

Rispetto alla scorsa volta, la sua presenza non mi mette più ad estremo disagio.

Sorrido guardandogli la fronte corrucciata per la concentrazione che evidenzia le pieghette all'inizio delle sopracciglia.

-"Hai finito di analizzarmi?" mantiene un tono serio e la fronte corrucciata. Avvampo e torno furtiva a svolgere il mio lavoro, senza rispondergli.

Eppure avrei continuato a guardarlo per un tempo indefinito, se solo non se ne fosse mai accorto.

Gabriel svolge tutto con molta calma ed ordine, mentre io sbatto sempre da qualche parte o lascio cadere qualcosa. Se prima non ero a disagio, ora lo sono.

Il cucinare assieme sembra una situazione un po' intima, personale, tipica da coppia.

-"L'acqua sta bollendo, passami il pacco di pasta" gli dico, mentre tolgo il coperchio dalla pentola e lo poso nel lavandino.
Mi passa la pasta ed io la verso nell'acqua.

Gabriel ha già cotto e speziato i funghi, manca solo il petto di pollo.

-"Lo faccio io" affermiamo all'unisono. Ci guardiamo divertiti e lasciamo spazio ad una breve risata.

-"Vorrei sapere qualcosa in più su di te" confesso ad alta voce, mordendomi la lingua.

-"Sei curiosa, eh" ribatte lui malizioso. Faccio spallucce e sposto lo sguardo.

-"Non mi entusiasma avere uno sconosciuto come badante" mimo le virgolette sull'ultima parola e lui ride.

-"Addirittura badante? Avevo notato qualche capello bianco, ma non pensavo fossi già così anziana".
Si avvicina e mi da due pacchette sopra la testa.

-"Non sei simpatico. Avanti, raccontami di te" lo sprono nuovamente. Lo sento sospirare e prendere parola.

-"Le cosa generiche credo di avertele dette. Cosa potrei raccontarti?" diventa pensieroso, ma in breve tempo torna a parlare.

-"Ho un'appartamento di proprietà non molto distante da qui, è un piccolo loft che prima condividevo con un ragazzo, Derek. Prima di fare questo lavoro, ne ho fatti altri. Il cameriere, l'autista" spiega iniziando a preparare il petto di pollo, mentre io controllo la cottura della pasta. Sembra mentirmi.

Affittami per un giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora