I don't regret.

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-P...puoi...hem...baciarmi.- dico imbarazzata, passandomi una mano dietro il collo.

Con due lunghi passi si precipita su di me, afferrandomi un fianco con una mano e posando l'altra sulla mia guancia. Brevemente appoggia le sue labbra alle mie in un bacio a stampo, che intensifica poco dopo. Non ho mai assaporato qualcosa di così dolce, ma non descrivibile.

Indietreggio senza staccarmi da lui e mi poggio al muro. Tolgo goffamente il giubbino, lasciandolo sul pavimento. Le sue mani accarezzano dolcemente le mie guance, scendendo sul collo. Ci stacchiamo pochi attimi solo per riprendere fiato ed in quel breve tempo riesco a bearmi alla vista delle sue labbra rosse. Le sue mani si stringono tra i miei capelli disordinati e torna a baciarmi con foga. Non parliamo. C'è solo il rumore dei nostri respiri e dei nostri baci.

-Non dovevo...- sussurra staccandosi lievemente. Scuoto la testa contraria e prendo il suo viso tra le mani.

-No, ti prego, non questa volta. So che vuoi baciarmi, per favore non dire di no.- le parole escono strozzate, spaventate da un rifiuto.

Sorride e stringe gli occhi, passando il pollice sulle mie labbra screpolate e sforzate dalla foga del bacio.

-Non andremo da nessuna parte, lo sai questo?- la sua voce è dura, mentre poggia la fronte sulla mia. Vorrei aprisse gli occhi mostrandomi il bel colore che domina.

-Adesso non importa, voglio solo tornare sulle tue labbra.- ammetto imbarazzata.

Mi accontenta poco dopo, baciandomi con forza e stringendomi. Tutto prende una nota più forte e camminiamo con squilibrio per il soggiorno, fino a ché non mi sdraia sul divano. Si aggiusta sopra di me e ritroviamo il contatto delle labbra. Le sue grandi mani prendono spazio sulla mia pancia, sulle cosce. Non mi sento in imbarazzo. Vorrei che le sue mani vagassero per il mio corpo per sempre.

I respiri si fanno sempre più corti e la stanza sembra aumentare di gradi.

-Gabriel, voglio...- mi fermo incastrata sul cosa dire cercando di non risultare idiota. Il suo viso a pochi millimetri dal mio e la meraviglia dei suoi lineamenti mi tolgono il fiato e le forze. È spiazzante.

-Cosa? Cosa vuoi?- chiede dolcemente sulle mie labbra, accennando un piccolo sorriso.

-Vorrei fare...insomma, hai capito.- arrossisco e giro il volto da un'altra parte. Ridacchia brevemente e porta il mio viso a guardarlo, stringendomi il mento.

-Dillo. Voglio sentirtelo dire.- risponde con un sorriso furbo. Sospiro scocciata. Si diverte a chiedermi certe cose? Sa benissimo cosa intendo, ma ovviamente devo sempre mettermi sotto una luce nera.

-Sei incredibile, eh.- alzo gli occhi al cielo.

-Invece di fare la scocciata, dimmi cosa vuoi? Cosa stavi per chiedermi?- continua insistente, appesantendo la mia angoscia quando indugia sul mio collo, per poi torturarlo di piccoli soffici baci. Non posso non farmi scappare qualche gemito di piacere.

-L'amore. Voglio fare l'amore.- mi libero

-L'amore, eh? Magari chiamiamolo differentemente.- mi deride, dandomi un buffetto sulla guancia. Che pezza d'idiota che sono. Come posso dirgli di fare l'amore quando ci conosciamo da così poco?

-Jess, sei bellissima, lo sai?- le sue dita si aggrappano sull'orlo della mia maglia, alzandola fino a sotto il seno, lasciando la mia pancia scoperta. Poggia la bocca poco sopra l'ombelico, lasciandovi un bacio a stampo.

La tortura inizia. Morde la mia pelle con delicatezza e lascia umidi baci e si sposta verso baci più indulgenti. Ogni tanto sposto lo sguardo verso di lui, sorridendo come una cretina. I capelli biondi scompigliati e la fronte raccolta in un cipiglio di concentrazione. Sulla pancia noto due segni violacei e giuro a me stessa che se non fossi così coinvolta dalla situazione mi sarei incazzata a morire. Ma non c'è niente di più beatificante del suo segno.

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