《Non mi piace parlare
Ma mi piace sentire
Non mi piace studiare
Ma mi piace sapere
Non mi piace l'altezza
Eppure amo volare
Ho le tasche bucate
E i sogni sono caduti qui, qui, qui》《Cosa ascolti?》sentì una voce provenire dalle sue spalle.
Si girò di scatto.
《Ma che caspita.... ah ma sei tu! Sei matto? Ti pare che mi arrivi alle spalle?》
《Che avrei dovuto fare? Arrivare con la banda per avvisarti del mio arrivo?》e rise, chissà che c'avesse da ridere sempre questo.
Me lo immaginai con addosso la divisa della banda, tutto agghindato con tanto di cappello, giacca e bretelle e non potei fare a meno di ridere tra me e me.
《Beh staresti bene con quel costume》
《Sì certo come no! Vabbè vedo che ci sono tre posti liberi, io mi siedo eh.》
《Giustamente con tutti i vagoni e i posti liberi che ci sono, proprio qui devi sederti...》
《Esatto, hai detto bene! Non mi piace stare da solo e con te ormai siamo amici no?》
《No infatti, no. Non faccio amicizia con gli sconosciuti e così facilmente. Da quanti minuti ci conosciamo scusa?》
Guardò lo smartwatch verde petrolio che aveva al polso《Ben trenta minuti!》
《Ecco appunto! Trenta minuti sono assolutamente troppo pochi per poterti definire amico, mi sembra ovvio!》
《Niente è ovvio nella vita, tutto è relativo. Dipende da quale punto di vista lo guardi. Dipende da chi lo guarda. Dipende dalla storia che ti porti dietro e mille altre cose.》
《Scusa fammi capire... prima era ovvio che tu dovessi sederti proprio qui e non in uno delle altre decine di posti e adesso sei tutto filosofie sulla banalità dell'ovvietà?》
Stette un po' lì a pensarci guardando fuori dal finestrino《Esatto, proprio così! In pratica decido io quando una cosa può essere ovvia e quando no》con il solito sorriso sbilenco al seguito.
《Si vabbè ciao, ho capito.》e si rimise la cuffia che si era tolta, decisa ad ignorarlo per il resto del viaggio.Cliccò su Play e la canzone riprese da dove l'aveva interrotta:
《Ho sperato tanto di ottenere ciò che voglio
Voglio avere tutto ma non voglio tutti addosso
E scusa se ti parlo e sto mostrandoti le spalle
Ma non resisto e anche stanotte spero di vederle
Mi presento, sono io il bambino che contava le stelle
Mhm》Mentre l'ascoltava stava lì con gli occhi chiusi, la testa poggiata allo schienale e canticchiava come suo solito, scollegandosi dal resto del mondo e dimenticandosi di dove si trovasse. Tamburellava, con il piede a terra e le mani sui braccioli senza rendersi minimamente conto di essere osservata.
#NICOLÒ
Poi si rimise la cuffia e chiuse gli occhi. Per un po' stetti a guardare fuori dal finestrino. Il mare che ci passava davanti, l'isoletta che si dicesse fosse stata una prigione per sole donne e poi alberi e ancora alberi finché non finimmo in una galleria. Fu lì che i miei occhi si posarono su di lei.
Aveva delle ciglia lunghe e nere che incorniciavano gli occhi leggermente a mandorla, uno chignon che portava alto sulla testa, quattro piccoli cerchietti alle orecchie, un rossetto rosa che le evidenziava le labbra strette ma carnose e delle mani piccole ma con unghie lunghe gialle che si muovevano a ritmo di musica.
Non so cosa mi avvicinasse a quella ragazza che neanche conoscevo. Era chiaro che non fosse una che si fidava della gente, tanto meno dei ragazzi.
E poi io cosa volevo da lei? Tornai a guardare fuori dal finestrino le case che sfrecciavano davanti e pensai al fastidio che mi dava non poterne analizzare i dettagli.
Sposarla!
Pensai ridendo dentro di me. Questa sarebbe stata la risposta che avrebbe dato uno di quei bellimbusti dei film romantici che da adolescente mi costringeva a vedere mia sorella.
Ma no, a me lei stava simpatica. Forse perché mi ricordava proprio Nina con quel suo fare da dura, indifferente a tutto ciò che la circonda tipica dei vent'anni.
A proposito, chissà quanti anni ha lei. Poteva averne diciotto come ventiquattro. Io votavo per i venti.Ripresi a guardarla, un po' di sottecchi per evitare di essere beccato da lei e il suo sguardo accigliato. Continuava a canticchiare e a un certo punto mi resi conto di conoscerla quella canzone.
Dove l'avevo sentita?
Cominciai a frugare nei cassetti della mia memoria.
A un concerto a cui ero stato? Nah impossibile.
In qualche pub?
Dubitavo che fosse il tipo di canzone che avrebbero messo in un pub.
Continuai a rovistare nei meandri della mia mente e comparve un nome:
Nina!
Ah sì sicuramente c'entra con lei!
Che cantanti ascolta Nina?
Gli Imagine Dragons. Ok ma questa non è loro sicuramente.
I Pinguini Tattici Nucleari. Sì ma non mi sembra che faccia parte del loro repertorio musicale.
Ed ecco che nella mia mente compare lui. Quello pieno di tatuaggi, col ciuffo e gli orecchini da pirata.
Ultimo! Bene, il nome ce l'abbiamo. Ora dobbiamo capire che canzone è però.
Con chi stava parlando poi, non lo sapeva.Mi rimisi in ascolto. Dalle cuffie non uscivano suoni.
Accidenti a ste cuffiette moderne e il loro perfetto isolamento acustico!
Fortunatamente lei non riusciva a non canticchiare, anche se a bocca chiusa e questa cosa mi fece sorridere.
Ok adesso ti concentri, tiri fuori tutte le abilità sepolte della tua memoria e indovini la canzone. Fai finta di essere a Sarabanda
e avere in palio un grosso montepremi.
《Mmmm mmmm mmm》
Certo molto chiaro, come no.
Aspetta aspetta...#MATILDE
Sentii una voce fuori dalle mie cuffie che cantava le stesse parole che stavo ascoltando io.
《Uno, due, tre
Uno, due, cento》
Aprì gli occhi di scatto.
《Che fai, mi spii?》
《Non è colpa mia se stai facendo un concerto di onomatopee e ho riconosciuto la canzone!》e sorrise come soddisfattoAppoggiò un gomito sul bracciolo e si mise la mano sotto il mento《Ah si sentiamo allora, chi la canta?》
《Ultimo!》rispose lui deciso e molto fiero di sé.
Lei rimase un attimo interdetta ma cercò di non darlo a vedere《Okaaay... passiamo al livello due allora. Dimmi il titolo. Preciso però eh!》
《Eh vabbè così pretendi troppo però!》
《Su su forza, ti do cinque minuti, guarda come sono buona! E non disturbarmi finché non ce l'hai!》
E richiuse gli occhi con un ghigno sulle labbra
《Pfff》
Che capa tosta oh! Pensò lui
Si mise una mano sulla fronte, come se questo potesse aiutarlo a pensare meglio.
Dai su concentrati, pensa alle parole!
E cominciò a canticchiarla nella mente.
Intanto lei socchiuse un occhio, lo spiò e le venne inevitabilmente da ridere nel vederlo così concentrato nella sua missione.
《Sono io il bambino che contava le stelle!》rispose quasi urlando
《Sì vabbè un po' più lungo no sto titolo?》
《E dai, un aiuto non me lo puoi dare?》
《Diciamo fuochino》
Lo vide mordersi il labbro inferiore e alzare gli occhi come per cercare in un cassetto nella mente.
《Allora il bambino che contava le stelle!》
《Bravooo》
《Non che sia così corto pure questo comunque eh! Quindi cosa ho vinto?》
《Assolutamente nulla! Mi sembra OVVIO!》
Lo disse alzando le sopracciglia e lui capì che si stava riferendo alla loro conversazione di prima.
《Non è possibile, si deve vincere qualcosa quando si indovina a un quiz. Io propongo che tu mi offra un caffè quando scendiamo di qui》
《A parte che non sai neanche dove scenderò e se sarà la tua stessa fermata e poi io non bevo caffè》disse con aria fiera.
Lui strabuzzò gli occhi《Come non bevi caffè?? E come fai a vivere?》
Alzò le sopracciglia e fece un respiro profondo《Con l'auto motivazione. Non serve il caffè per vivere e stare svegli. Servono buone abitudini, una vita regolare e sana.》
《Vabbè, se lo dici tu》
《Ma è la tua frase del giorno per caso?》
《No, so dire anche altro. Per esempio, dove scendi?》
《Mmmh lo scoprirai quando ti saluterò dal finestrino》
《E dai! Te l'hanno mai detto quanto sei noiosa?》
《Fammici pensare? Forse una o due-》
《Cento volte?》
《Ah ah simpatico》
《Vabbè almeno mi puoi dire dove vai? In spiaggia, al lavoro, in università, a casa?》
《La seconda》
《Ah lavori quindi?》chiese giusto per il gusto di stuzzicarla
《Te pensa che roba strana eh! Avrei potuto vivere dell'eredità del mio vecchio ma sono umile》disse con un'alzata di spalle
《Sì certo come no! Quindi è sempre perché sei umile che ti vesti come una barbona?》rideva ancora prima di aver finito la frase
《Ma allora!! Non è che perchè adesso mi conosci da...》accese lo schermo del suo telefono per vedere l'ora e scattò in piedi 《Urca ma dove siamo? Non dirmi che ho perso la fermata! No dai non è possibile, così faccio tardi a lavoro!》
《Oh stai calma! Siamo a Guadagna! Dove dovevi scendere?》
Fece un sospiro di sollievo《Alla prossima》disse con tono di resa
《Ah aah, quindi in Centrale! Bene bene ora ho un indizio》
《Ma per cosa? Che te ne importa?》
《Così so dove ritrovarti per darti fastidio di prima mattina》
《Ah che carino che sei! Ma non ti disturbare, non ce n'è bisogno, ci sono già io a darmi fastidio!》
《Su questo non avevo dubbi!》
Si girò di scatto con un'occhiata fulminante.
Non posso dargli la soddisfazione di fargli capire che mi sta simpatico, non ridere Matilde! Non ri-de-re!
《Okay ciao, non posso dire che sia stato bello conoscerti o che spero di rivederti ancora quindi, che dire... buona giornata》emise una risata sommessa.
Niente, non era brava a nascondere i sentimenti.
《Sì certo certo, lo so che stai mentendo spudoratamente! A domani allora》
Lei neanche gli rispose, stava già aprendo le porte e scendendo dal treno
Aaah finalmente respiro!
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Avvicinarsi alla linea gialla
General FictionMatilde è cresciuta al quartiere Zen di Palermo, considerato uno dei peggiori d'Italia. Incontra Nicolò alla sua fermata del treno, entrambi sono pendolari ma lui è un tipo socievole mentre lei è delusa dalle persone e solitaria. Nel mezzo le loro...