Pensai che poteva essere un gesto gentile offrirle un passaggio al lavoro visto il tempo che perdeva ogni giorno a dover prendere il treno.
Quando mi disse che quella canzone sarebbe stato bello cantarla in auto colsi la palla al balzo.
Avevo pensato alla risposta che mi avrebbe potuto dare? No! Io sempre così organizzato e preciso incredibilmente mi ero lasciato trasportare e avevo agito senza pensare.
Che cosa mi stava succedendo?
Mi dovevo preoccupare?
Erano tante le domande che mi ronzavano in testa e a cui non riuscivo a dare una risposta.
O forse non volevo trovarle le risposte?Può essere, non è che non può essere pensai ridendo tra me e me.
Va bene comunque ci stava la sua risposta, aveva ragione nel dire che eravamo estranei. Quindi come potevo risolvere il problema? Sbarrai gli occhi illuminato dalla risposta scontata a questa domanda: Farmi conoscere e smettere di essere un estraneo per lei!
Ma se lei non volesse? Ci hai pensato Nicolò?
Questa opzione non l'aveva presa in considerazione. Doveva parlarne con sua sorella. Era l'unica di cui si fidava quando si trattava di fimmine.Entrò in camera di Nina a passo spedito e senza neanche bussare. Per cui non dovette stupirsi quando lei, dal suo letto e con il libro della settimana appoggiato sulle gambe a mo' di leggio, gli lanciò una ciabatta dritta dritta sul petto.
Aveva una camera di quelle classiche a ponte perché la stanza era piccolina, come quella di Nicolò d'altronde. L'avevano trovata usata su Subito e i genitori gli avevano aiutati a comprarla per dare uno spazio a Nina nel suo mini appartamento. Era completamente bianca così Nina, per darle un tono, ci aveva attaccato degli adesivi con l'edera che scendeva dall'alto. Sotto la finestra, a sinistra del letto c'era una piccola scrivania Ikea con una sedia pieghevole e dietro la porta un lungo specchio per evitare che uscisse con abbinamenti improponibili come era solita fare.
《A 50 anni imparerai a bussare a st'accidenti di porta?》
《È una cosa urgente Nì》
《Stai murennu??》chiese con tono sarcastico mentre chiudeva il libro e faceva spazio sul letto
《Devo chiederti consiglio su una fimmina》
Lei si mise dritta con la schiena e parve immediatamente interessata《Hai una zita? Nu, mancu veru mi pari!》rispose con gli occhi sgranati e piena di entusiasmoNina era più piccola di lui di sei anni. Studiava all'università di Palermo come ostetrica perché il suo sogno era "far nascere di nuovo i bambini a casa loro come una volta". Ci teneva così tanto a questo suo progetto che non era raro sentirla elogiare, con entusiasmo, tutti gli aspetti a favore di questo tipo di parto.
Lo sapeva bene Nicolò, sua sorella minore era bella. Con i suoi lunghi capelli corvini e ricci, gli occhi scuri come una pozza di petrolio e quel fisico che sembrava di una donna fatta e finita e non di una diciannovenne. Questo faceva preoccupare non poco i suoi genitori, terrorizzati all'idea che si facesse sedurre da un "picciotto"* qualsiasi e abbandonasse gli studi. Per questo avevano accettato che lei lasciasse il paese per studiare in città a patto che lui la tenesse d'occhio, così da essere certi che la "picciridda" non si mettesse nei guai.
Nicolò era molto legato a sua sorella ma, oltre ad avere un forte senso di protezione nei suoi confronti, era anche largamente consapevole della sua intelligenza. Questo lo portava ad avere fiducia nelle sue scelte e quindi a decidere, di comune accordo con lei, di lasciarla agli appuntamenti con le sue amiche e ritrovarsi solo più tardi a serata finita per darle un passaggio verso casa.
La fiducia nei suoi confronti era tale che quando aveva qualche pensiero lei era la prima a cui si rivolgeva; proprio come in quella occasione.《Amunì Nina ma ti pare?》
《Non hai abbastanza fiducia nel potere del tuo fascino frati!》rispose lei ridendo《allora, chi è sta fimmina?》
《Si chiama Matilde. L'ho conosciuta alla stazione di Cardillo》
《Quando?》
Fece mente locale per ricordare da quanto la conoscesse《Ieri》
La conosco solo da ieri?
Lei scoppiò a ridere《La conosci solo da un giorno e mi vieni a esporre dubbi amletici?》
Si rendeva conto anche lui dell'assurdità della cosa per cui si mise sulla difensiva《Non ti sto chiedendo se posso farle la proposta di matrimonio eh!》
《Allora che vuoi?》
《Le ho fatto sentire una canzone oggi in treno》
Lei alzò gli occhi al cielo e si appoggiò la mano sulla tempia, lui aveva già capito.《Che ti dovrei dire? Penso che sai che è stata una pessima idea, no?》
Lui distolse lo sguardo《Lo so, lo so》
《Va beh, quale le hai fatto sentire?》
《Smells like teen spirit dei Nirvara》
《Oookay》
《E perchè proprio quella?》
《Non c'è un motivo specifico. Noi maschi non calcoliamo tutto come voi geni del male》si beccò un'occhiataccia che fece sorridere entrambi. Dopo di che lui proseguì con la spiegazione《la stavo ascoltando e sai come faccio quando la sento no?》
《Non avrai iniziato a muoverti come Dave Grohl mentre suona la batteria..... vero?》
《Ehm》
《Oh povera me》
《Lo sai che è più forte di me! Ho completamente dimenticato che lei fosse lì davanti a me》
《Vabbè almeno ha già capito che non sei normale!》disse con un risolino sulle labbra《quindi il problema qual'è scusa?》
《Che siccome mi ha chiesto quale fosse il significato del testo, le ho proposto di darle un passaggio al lavoro un giorno, così da spiegarglielo con calma.》
Nina non potè fare a meno di sbarrare gli occhi《Ma sei fuori?》
《Ha detto la stessa cosa》
《E ci credo! Anzi, meno male, vuol dire che è una ragazza seria! Ma come ti è saltato in mente》gli ripeteva scuotendo la testa quasi delusa《le sarai parso un maniaco!》Ormai rideva immaginando la scena
《Eh ormai! Cu fici, fici》voleva chiudere il discorso il prima possibile《Allora cosa mi consigli di fare?》
《Intanto non ti presenti in stazione domani ma prendi la macchina. Così già che ci sei mi dai un passaggio in Uni》disse con fare sornione
《Tu sei matta! Ci vuole mezz'ora con il traffico ad arrivare in ufficio. E poi dove parcheggio? Hai presente il caos la in mezzo?》
《Eh su quante storie! Vuoi diventarci amico?》chiese facendo le virgolette con le dita
Lui decise di ignorare quella insinuazione
《Seh, e allora?》
《Allora non devi starle addosso! Se no si convince che sei uno squilibrato e scappa. Lascia a me l'onore di dirgli che sei realmente squilibrato》rispose con un'alzata di sopracciglia
《Va fatti monaca va!》le disse dandole uno strattone al braccio
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Avvicinarsi alla linea gialla
General FictionMatilde è cresciuta al quartiere Zen di Palermo, considerato uno dei peggiori d'Italia. Incontra Nicolò alla sua fermata del treno, entrambi sono pendolari ma lui è un tipo socievole mentre lei è delusa dalle persone e solitaria. Nel mezzo le loro...