CAPITOLO 11

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#NICOLÒ
Tutto sommato era contento di aver incontrato Matilde e Ginevra sabato pomeriggio. Gli aveva permesso di conoscere qualcosa in più di lei.
Certo che è proprio strana comunque!
Era rimasta rigida per tutto il tempo, distaccata nei suoi confronti. Una Matilde diversa da quella che aveva imparato a conoscere in quelle poche settimane. Avrebbe voluto avere una laurea in psicologia per capire ciò che le passasse per la testa.
Ho un'idea! Potrei invitarla a mangiare una pizza con Nina e gli altri. No, non lo so, non mi sembra sia una che esce volentieri. Allora la cerco su Instagram.
Digitò il suo nome sulla barra di ricerca accorgendosi improvvisamente di non sapere il suo cognome.
Che mongolo che sono!
Rimise il telefono in tasca e continuò a pensare a un modo per capire meglio chi fosse senza spaventarla.
Salì sul primo vagone e cominciò a guardare a destra e sinistra cercando dove si fosse seduta. Superò un vagone, poi due, poi tre finchè dedusse che quel giorno non avesse preso il treno.
Per scrupolo aprì la porta del quarto vagone semi vuoto, deciso ad attraversarlo e nel caso a sedersi in uno dei tanti posti liberi. Arrivato a metà il suo sguardo si fermò su una ragazza dai lunghi capelli scuri che le coprivano il volto e semi distesa sul sedile vicino al finestrino. La riconobbe dalla borsetta che portava sempre con sé e un sorriso divertito gli attraversò il volto.
《Buongiorno eh!》
Silenzio, nessuna reazione.
《Oh Matì!》
Niente.
Le toccò il braccio, al che lei si girò di scatto sussultando per lo spavento.
《Oh!》esclamò togliendosi una cuffia
《'Giorno!》replicò lui mentre, sfilandosi lo zaino si sedeva di fronte a lei《È mezz'ora che ti chiamo e tu mi ignori!》
《Eh scusa avevo la musica!》
《Sì a palla ce l'hai però! Che ascolti?》
Si trovava in quel limbo dove non sapeva se volesse o meno rispondere e avviare una conversazione. Il suo istinto l'avrebbe portata ad avere un approccio amichevole ma la testa gli diceva di non farlo e questo avveniva in continuazione, una costante lotta interiore.
Alla fine l'educazione la spinse a decidere almeno di rispondere alle domande.
《Enemy》
《Enemy? Degli Imagine Dragons?》
《Esatto》
《Hai praticamente gli stessi gusti musicali di mia sorella!》affermò divertito
《Ma va?
《Sì si chiama Nina... a proposito》Fece un istante di pausa《ha sei anni in meno di me.》
《Ginevra ne ha cinque invece, più di me》replicò guardando poi fuori dal finestrino il mare mosso di quella mattinata ventosa.
《Pensavo fosse più grande! Ma tu non dirglielo!》
《No no per carità quella ti ammazza se ti sente!》Si perse nei suoi pensieri come accadeva spesso, poi tutto d'un tratto proseguì《è stata la gravidanza... o il parto, boh vallo a capire. Fatto sta che da dopo la nascita di Leo rischia di sembrare mia mamma invece che mia sorella. Ma in fondo lo capisco, ci pensi a che fatica è fare un figlio? Per carità!》
《Deduco che tu non abbia molto istinto materno!?》
《Ma no, non è questo. È che sono una fifona e le urla che sentivo fuori dalla sala parto quella sera non vorrei che fossero le mie. Poi io ho bisogno di dormire e quegli esserini non te lo permettono. Ma anche tante altre cose vabbè.》
《Cioè?》
Rimase qualche secondo in silenzio《Tu lo faresti un figlio?》
《Quando?》
《Adesso! Metti che hai una compagna con cui stai da molto e volesse un figlio. Lo faresti?》
《Non lo so, in questo momento non credo. Sono giovane, divido la casa con mia sorella e l'aiuto con gli studi. Non ho la testa per mettere su famiglia.》
《Ecco. Io penso che avere dei figli sia bello ma, uno, si può essere una famiglia anche senza dei bambini e, due, faccio fatica a barcamenarmi in questo mondo da sola, figurarsi dover crescere dei bambini! No, no troppo difficile per me!》
《Chissà magari un giorno, con delle circostanze diverse, cambierai idea》la buttò lì lui.
《Mah, non lo so, ti rispondo fra cinque anni.》
Lui appoggiò una mano sulla bocca per nascondere il sorriso che gli era comparso a quella affermazione.
Dai ha tirato via un mattone dal muro. Pensò.
《Vuoi una cuffia?》gli chiese lei improvvisamente
《Che canzone c'è adesso?》
《Non penso ti piaccia》
《Fammi sentire e te lo dico!》

"Un tedesco suonava Wonderwall ad un falò
Di notte lui giocava a far ľartista
Mentre tu sorridevi e non guardavi, no
Mia dolce venere di Insta
Perché sei stata ľestate migliore della mia vita, è la verità
Sembrava la storia infinita e forse era solo la felicità (Let's go)

E quanto siamo bravi a fingere
Di non provare sentimenti
E siamo felici come Pasque, sì
Ma Pasqua del 2020
E tu dicevi di amare la mia S
E invece ora chissà che cosa pensi
Esser felici dura il tempo di un ballo
Fra Dustin e Nancy..."

Rimasero in silenzio fino alla fine della canzone, ognuno nei suoi pensieri e guardando un punto diverso fuori dal finestrino.
Lei il mare, con le onde che le ricordavano la sua anima, così burrascosa ma senza neanche la speranza di trovare un porto dove riposarsi per poi riprendere la navigazione.
Lui le villette nelle viuzze dietro la spiaggia. Ciò che desiderava e di cui sentiva sempre più il bisogno, una casa in cui tornare e dove si potesse sentire realmente a Casa.
La stagione estiva era ormai iniziata, anche se i turisti erano ancora pochi ed era troppo presto per vederli in spiaggia. E lui pensò che forse quella canzone potesse aver descritto la sua, di estate.
Quella sarebbe stata l'estate migliore della sua vita? Non lo sapeva ma sperava che potesse almeno lasciargli un bel ricordo.

《Senti stasera dopo il lavoro ci vieni a fare un aperitivo?》gli chiese mentre le note della canzone successiva gli risuonavano nelle orecchie《Devo ancora spiegarti il significato di Smells like teen spirit》
"Oh santo cielo no ti prego"
Fu il pensiero instintivo che passò per la testa di Matilde a quella domanda. Poi si ricordò ancora una volta della conversazione avuta con la sorella e del fatto che dovesse aprirsi al mondo.
Aprì la bocca in un ampio sospiro.
《Io oggi finisco alle 13 di lavorare.》
《Come alle 13?》
《Sì lavoro part-time. Non lo sapevi?》
《A malapena mi hai detto che lavoro fai, figurati!》
《Ops, vero.》
《E quindi come passi i pomeriggi?》
Strizzò gli occhi per concentrarsi《Dunque il lunedì, martedì e mercoledì faccio volontariato. Gli altri giorni mi tengo libera per le mie cose.》
Per un istante rimase a fissarla non guardandola realmente ma perso nei suoi pensieri《Forte! Pensavo al fatto che, non conosco nessuno che lavori part-time.》
《Scherzi?》
《No davvero! Ci sto pensando ma i miei amici o studiano o lavorano... Ah no aspetta, so di qualcuno che fa l'uni e lavoricchia per pagarsi le sue spese. Ma solo perché studiano nel frattempo, appunto.》
《A me piace così, non mi interessa guadagnare chissà quanti soldi. Non mi servono. Mi piace poter svolgere anche altre attività durante la giornata e coltivare i miei hobby.》
《Ci sta》la guardava come se avesse visto un alieno
《Che c'è?》
《No è che... boh siamo presi così tanto dal lavoro, le responsabilità, che è difficile trovare il tempo per i nostri interessi. Credo di essermi anche dimenticato cosa mi piacesse fare una volta.》
《Il tempo non si trova... ce lo si prende. Altrimenti certo, non farai mai nient'altro che lavorare e alla fine sarai troppo vecchio e pieno di acciacchi per riuscire a coltivare ancora le tue passioni.》
《Hai ragione! Sembri una vecchia saggia ma hai ragione》affermò ridendo《e quindi cosa fai di volontariato?》
Nel frattempo lei guardava fuori dal finestrino per capire a che fermata fossero e non perdere la sua.
《Prossima fermata Palermo Centrale.》
《Oh scusa devo scendere!》
《'Spetta》la bloccò prendendole un braccio senza sapere quanto lei odiasse il contatto fisico ma staccandosi immediatamente dopo aver visto il suo sguardo《ci vieni stasera?》
《Ma non so dove, a che ora, chi ci sarà!》
《Ti scrivo tutto più tardi su Instagram》le urlò quasi lui mentre lei scendeva i gradini.
Perché sì i numeri ancora non se li erano scambiati e anche se nella testa di Nicolò la frase "Dammi il tuo numero!" era passata, dalla bocca era uscito solo quello.
Bene, sono un cretino, un'occasione bruciata.... cretino!

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