CAPITOLO 13

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Tornarono dalla strada che avevano percorso, o almeno, così credevano essendosi fatto buio nel frattempo. Il prato era diventata una distesa nera e l'unico aiuto che avevano erano i lampioni sulla strada. Andarono alla spera in Dio finché non sentirono le suole delle scarpe affondare in una sostanza molliccia. Sembrava di essere nelle sabbie mobili e Matilde pensò alle sue belle scarpe da ginnastica bianche.
《Ma che cavolo....》
《Cosa cappero c'è qua sotto?》
《No dai che schifo!》frignettò qualcuna
Ancora una volta Nicolò cercò la mano di Matilde che trovò a fianco a lui e se la tirò dietro aiutandola a disincrastrare la scarpa.
E ancora una volta un nodo le si formò nella pancia. Voleva lamentarsi, dirgli che ce la faceva da sola ma dalla bocca non uscì alcun suono finché, una volta sul marciapiede, lui non la lasciò.
《Nooo le mie scarpe bianche, ma cos'era quello schifo?》
《Immagino fango. Tranquilla ho una tanica d'acqua nel baule, possiamo sciacquarle.》
《Una tanica d'acqua? Chi è che va in giro con le taniche d'acqua?》
《Io! Vedi che a volte torna utile?》
《Cioè, tu te la porti in giro per lavare i piedi della gente come fossi Gesù?》lo canzonò lei
《Sì sì continua a sfottermi che vedi... ti faccio fare i fanghi!》la informò sorridente
《No vi supplico non fatelo messere!》finse di inginocchiarsi ai suoi piedi mentre per tutta risposta lui la schizzò.
《Oh questo è un colpo basso però!》
《Te la sei cercata! Dai, allunga sto piede!》
La scena stava divertendo molto Nina e gli altri che li osservavano poco distanti. Lei in bilico su una gamba come un fenicottero con l'altra tenuta su da lui mentre con l'altra mano ci versava sopra dell'acqua.
《Aaah adesso sono fradicia, perfetto, fantastico!》
《Preferivi trasformarti in una mummia?》
Matilde per tutta risposta sbuffò sonoramente.
《Hai finito? Vuoi anche lucidargliela?》gli chiese Nina
《Anche perché mi sta venendo un crampo.》
《Prego madame....sono 10 euro》
《Seeeh e poi? Ciaone bello!》
Lui rise, era già felice così. Sì non era completamente scemo! Lo sapeva che lei l'aveva detto come modo di dire, con leggerezza ma da qualcosa bisognava pur partire, si diceva.

《È stato bello conoscerti》le disse Nina entusiasta abbracciandola una volta sotto casa sua
《Anche per me》rispose con un sorriso sincero.
Nicolò non sapeva come salutarla. Stringerle la mano le sembrava troppo formale -soprattutto dopo avergliela presa due volte in quella serata- abbracciarla troppo affettuoso e peggio ancora baciarla sulla guancia. Così decise di salutarla con una presa della mano, le sembrava un modo più amichevole ma non troppo confidenziale.
《Sono contento che sei venuta!》
《Anch'io》replicò lei abbassando lo sguardo imbarazzata.

《Beh?》
《Beh cosa?》
《Simpatici sti amici tuoi. Come li hai conosciuti?》le chiese Francesco una volta chiusosi il cancello alle spalle
《Ho conosciuto Nicolò in stazione e niente, lui mi ha fatto conoscere sua sorella e stasera gli altri》rispose con un'alzata di spalle
《E sto Nicolò?》
《Che?》
《Che, che! Ti piace?》
《È simpatico... mi piace come amico》
《Seh vabbè okay》
《Che cosa? È vero! Che ci dovrei fare?》
《Niente niente ci mancherebbe! Però ti piace.... e di brutto proprio!》affermò correndo in casa.

Da quella sera Matilde iniziò ad abbassare le barricate. Era contenta che Nicolò avesse avuto quell'improvvisa svolta green che lo aveva portato a prendere il treno tutte le mattine e finalmente riusciva a essere se stessa. Aveva ignorato le battutine dei suoi fratelli e riscoperto la bellezza di avere un amico che non fosse uno di loro.
Dopo un mese gli aveva addirittura dato il suo numero di telefono.
MERCOLEDÌ 5 LUGLIO
《Senti ma è possibile che se devo dirti qualcosa mi tocca scriverti su Instagram?》gli aveva chiesto una mattina di Luglio mentre erano seduti al bar a fare colazione.
《Possibilissimo》ribattè lei mentre dava un morso al suo cornetto
《Ma dai su, dammi il tuo numero! Prometto di non stalkerarti.》
《Promesso?》gli chiese allungando il mignolo per suggellare il patto
《Giurin giurello》rispose stringendo il suo mignolo a quello di lei.
    Aveva mantenuto quella promessa ed era più probabile che le mandasse meme su Instagram piuttosto che scriverle messaggi su Whatsapp. O meglio, così era andata per la prima settimana, finché lui non aveva più resistito.
《Senti Nì ma tu hai presente quante idee ho in testa io?》
《Cancellale!》Gli rispose perentoria
《Tu non capisci! Non posso! Voglio portarla a vedere Vicolo Cagliostro che sicuro non lo conosce, al teatro dei pupi o, ci pensi... salire sulla cupola del Ss. Salvatore al tramonto? Madò》concluse con aria sognante
《Santo cielo guarda che la femmina sono io tra i due eh!》
Che poi, Nina lo sfotteva sì, ma in realtà invidiava il romanticismo del fratello. Aveva solo paura di vederlo star male, poi avrebbe dovuto odiare Matilde e a lei non andava.
《Io le scrivo e la invito!》
《A fare che? Vedere il tramonto sulla cupola?》
《Perché no?》
《Forse perché siete amici, è una cosa romantica e rischi di farla scappare?》
《Ma io la amo!》
《Ma tu sei scemo! Piantala di dire ste cretinate e rimani coi piedi per terra!》
《Vabbè okay... allora cosa posso organizzare?》
《La cosa dei pupi lì...va bene! Però devi fare attenzione a come gliela dici》
《D'accordo quindi...》e cominciò a scrivere il messaggio mentre Nina gli correggeva la punteggiatura, le emoticon e.... tutto in pratica.
《Senti, basta, lo mando!》
《Rileggimelo un'ultima volta》
《Ciao Matilde come stai? Spero sia andata bene la giornata smile. Domani volevo andare a vedere uno spettacolo del teatro dei pupi virgola, ti va di venire?》
《A posto dai, mandalo》

Il messaggio arrivò a Matilde alle nove di sera... niente di strano se non fosse che Nicolò aveva iniziato a scriverlo un'ora prima, comunque, alla fine era stato partorito e questo era l'importante.
《Oh santa arancina!》questo era il massimo delle imprecazioni concesse a casa Rizzo.
Si sedette sul divano per leggere con calma l'anteprima del messaggio, guardandosi bene dall'aprirlo... ovviamente.
Boh...che devo dirgli...
Scollegò il wi-fi e cominciò a scrivere, per poi cancellare, scrivere e ricancellare. Quindici minuti dopo il risultato era più o meno questo: "Ciao Nicolò io sto bene grazie smile. La giornata è andata bene, tranquilla e la tua? Ti ringrazio per l'invito, deve essere molto bello smile. Chi ci sarà?"
Sì dai va bene.

《Aaaah ha risposto!》
《Che dice?》
《Eh aspetta non posso aprirlo!》
《Stacca internet su》
Nicolò lo lesse ad alta voce.
《E mo che le dico? Oh Dio ecco appena le dico che saremmo soli dice di no...sicuro!》
《Intanto stai calmo! Ho un'idea... potresti dirle che è una tradizione tua, di solito ci vai da solo almeno due volte l'anno perché ti piace molto ma stavolta avevi pensato che forse lei non ci era mai stata e poteva piacerle.... eh?》
Ci pensò su qualche secondo《Proviamo》
"Anche la mia sì grazie, al lavoro non ho avuto particolari problemi smile. Confesso che di solito ci vado da solo, è una tradizione che ho iniziato quando mi sono trasferito qui. Però oggi parlando con Nina abbiamo pensato che magari non ci eri mai stata e poteva piacerti smile."
Ha ragione in effetti. Non ci sono mai stata e mi piacerebbe un sacco.... mannaggia!
"Ah dai che carini! Va bene, dove ci troviamo?"
《Questa è facile "passo a prenderti a casa, va bene?"》
《Ahia, rischiosa eh Nic!》
《Come rischiosa, perché?》
《Ha già rifiutato un passaggio da te in passato. Stare in auto da soli è imbarazzante se sei timido... tocca parlare...》
《Fa niente parlo io!》
Lei gli rivolse un'occhiataccia《No!》
《Allora senti... posso dirle che ci troviamo in stazione Lolli... almeno da lì possiamo andare insieme.》
《Meglio》

Alle diciotto in punto scese dal treno e si guardò intorno cercandolo con lo sguardo. Era in ansia, insicura, desiderosa di fare dietro front e tornarsene a casa. Ci aveva messo un'ora a scegliere come vestirsi, aveva piagnucolato davanti all'armadio, iniziato a scrivere il messaggio per dargli buca e alla fine scelto qualcosa che la facesse sentire carina e a suo agio....o almeno a suo agio, visto i suoi problemi di autostima. Aveva scelto un vestito bianco a fiori, svolazzante dalle maniche alla gonna abbinato a dei sandali gioiello bassi, regalo di sua sorella perché fosse stato per lei figuriamoci se li avrebbe mai comprati.
《Ciao Mati!!》aveva sentito urlare poco distante da lei
《Ehilà》aveva ricambiato alzando la mano in un saluto poco convinto
《Sono contento che sei venuta!》le disse tutto allegro osservando il suo outfit 《Wow...che bel...vestito!》concluse infine
《Grazie》replicò abbassando lo sguardo su di esso per nascondere le guance paonazze
《Vieni, lo spettacolo sta per iniziare!》almeno una cosa sapeva farla: toglierla dall'imbarazzo.

Matilde non sapeva cosa aspettarsi. Sì certo da palermitana conosceva lo spettacolo dei Pupi, si era anche documentata andando a guardare qualche video online per non sembrare troppo ignorante ma questo... non se lo aspettava. L'emozione l'aveva bloccata alla poltrona dopo pochi minuti dall'inizio e a lei, che si distraeva anche con un soffio di vento, in quel momento niente riusciva a farle distogliere lo sguardo.
Nicolò la osservava di sottecchi, felice di vederla così presa. Ogni tanto spalancava gli occhi che le brillavano per l'emozione.
《Com'è?》
《Stupendo! Io.... non credevo!》
A un certo punto vide una lacrima scenderle sulla guancia e lui avrebbe voluto asciugargliela, accarezzarle una mano, ma rimase immobile ripetendosi nella testa i rammemoratori della sorella.

Sapeva che erano amici, aveva voluto lui quell'amicizia ma era solo un'illusione del suo subconscio. Chi voleva prendere in giro! Quella ragazza l'aveva colpito al primo sguardo. E questa cosa dell'amicizia gli si stava ritorcendo contro. Il rischio di rovinarla era a palla e ne era consapevole.

Il sipario si chiuse e pian piano tornò la luce nella sala.
Matilde nascose la testa nella borsetta per cercare un fazzoletto che come sempre non c'era così tentò di tamponarsi il viso facendo lo slalom per evitare sbavature del trucco.
"Sono proprio una scema" pensò.
C'era questo lato di sé che non sopportava, quando anche le piccole cose la commuovevano, emozionavano aveva il terrore che questo potesse farla apparire fragile e per lei era intollerabile. Non si rendeva conto di quanto ciò in realtà piacesse a chi la circondava.

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