Capitolo 8

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// Barcode's pov \\

Vi ricodate quando ho detto che non sarei caduto tanto facilmente ai piedi di Jeff? Bene, era una cazzata completa. —Mannaggia a me. Ma posso essere così stupido? Forse sono caduto da piccolo, sennò non si spiega. Tutto a me in questa vita! Trovatemi qualcuno con più sfiga della mia anche se non penso esista— continuo a urlare disperato camminando avanti e indietro per la mia stanza. Maledetto Jeff Satur...

<Flashback: 4 ore prima>

Nonostante le mie continue suppliche e lamentele, P'Jeff non smette di mettermi in imbarazzo facendomi sentire un totale idiota. —Non ti permetterò di prendere il sopravvento, mai e mai!— penso nel mentre che cerco un modo per togliermi da questa situazione. Va bene tutto ma non mi faccio prendere in giro così da questo qui.

—Dai Barcode, non fare quella faccia, sei più bello quando sorridi~~ — ripete ormai per la ventesima volta quel cretino che ho davanti, e cretino sono anche io che arrossisco di nuovo. Adesso basta! L'hai voluto tu Jeff, vediamo cosa farai dopo questo.

Con non so quale coraggio mi avvicino pericolosamente al suo viso sorridendo come non mai e dico —è questo che ti piace P'? Ora che sorrido sono bello?—. Lo guardo negli occhi con un pizzico malizioso e vedo come sposta subito lo sguardo su qualunque cosa che non fosse me. Ti piace giocare col fuoco eh... ma con me caschi male signorino. Vedendo la sua reazione inizio a ridacchiare sotto i baffi e forse, se non fosse per quell'unico momento in cui mi distraggo da lui, avrei potuto evitare tutto ciò che sarebbe accaduto dopo.

Preso alla sprovvista, sento come le mani di qualcuno mi tirano in avanti e dal nulla mi ritrovo a pochi centimetri dalle labbra di P'Jeff. Sento le sue mani stringere sulle mie spalle e non posso fare a meno di notare quanto queste siano grandi in comparazione alle mie e come le sue dita siano sottili e ben definite, degne di un musicista. Sposta il suo viso vicino al mio orecchio sinistro e posso sentire il suo fiato caldo pizzicare sul mio collo, —se continui a scherzare così potresti non farcela piccolo Barcode— mi sussurra in modo provocante facendomi venire la pelle d'oca dovunque. Dio santissimo, quanto potere ha questo ragazzo sul mio corpo? Dopo le sue parole sento come tutto dentro di me si riscaldi e mi sento bruciare in ogni luogo possibile e inimmaginabile, il suo solo tocco mi brucia la pelle.

Apro gli occhi dalla sorpresa e resto con lo sguardo fisso davanti a me. Sento come si sposta e si mette di nuovo composto sulla sedia con un sorrisetto soddisfatto. Preso dalla disperazione comincio a passare ripetutamente le mani tra i capelli e mi rimetto anche io seduto cercando un modo per tranquillizzarmi. —Sei uno stronzo— esclamo verso il mio Phi incrociando le braccia e gonfiando le guance. Il diretto interessato mi guarda con quel suo sorrisetto che non fa altro che innervosirmi ancora di più, —sei tu che hai iniziato, io ho solo continuato il tuo gioco— mi risponde ricalcando le parole "tu" e "tuo", come se fosse solo colpa mia.

Non sapendo cos'altro dire riprendo a girarmi intorno in cerca delle parole giuste da pronunciare. —Forse era meglio se continuavo a farmi gli affari miei. Che poi è lui che ha cominciato a prendermi in giro dicendomi quelle cose, non io...— penso arrabbiato con me stesso, e proprio quando stavo per aprire di nuovo bocca e dirgliene quattro, si sente il suo telefono suonare.

// Jeff's pov \\

Barcode, Barcode, Barcode... non sa in cosa si è cacciato questo ragazzino. Finalmente ho avuto le mie certezze e ora so che con lui ci sarà veramente da divertirsi. Mi piace la sfrontatezza che ha avuto nell'avvicinarsi a me, peccato non abbia resistito molto e si sia imbarazzato in fretta. —Questo Nong potrebbe rivelarsi interessante— dico a me stesso.

Vengo interrotto dai miei pensieri proprio dalla persona a cui stavo pensando, —sei uno stronzo—. Udite quelle tre parole inizio a guardarlo intensamente negli occhi e senza togliere l'espressione soddisfatta dal mio viso rispondo deciso. La sua faccia alla mia risposta non è altro se non pura arte; posso vedere come provi a cercare un modo per fronteggiarmi e prima che potesse emettere anche solo un rumore dalla sua bocca, la suoneria del mio telefono interrompe tutto.

Prendo il dispositivo in mano e leggo il nome di Mile, mi ero completamente dimenticato che dovevamo incontrarci con lui. Rispondo alla chiamata e sento la voce annoiata del mio amico:
—Allora? Dove siete? Sono qui all'entrata della BOC e non c'è nessuno...

—Si scusa, mi sono dimenticato di avvisarti. Stiamo in un bar qua vicino, almeno potevamo iniziare a conoscerci meglio— rispondo guardando Barcode maliziosamente, al che lui si gira facendo finta di non aver sentito niente.

—D'accordo, avete fatto bene. Ormai è tardi e forse è meglio se ci vediamo tutti e tre un altro giorno per parlare di ciò che dovrete fare. Fai le scuse a Barcode da parte mia. Adesso vado, ci sentiamo—, detto questo attacca.

Appena finisco la chiamata rimetto il cellulare in tasca e inizio a parlare, —ha chiamato Mile, ha detto che è tardi e che quindi è meglio se ci rivediamo un altro giorno con lui per discutere della serie, si scusa per il ritardo e per averci fatto aspettare per niente—. Lo vedo annuire e sistemare le poche cose che aveva appoggiato sul tavolino, —va bene grazie, allora io vado— dice alzandosi e dirigendosi verso l'uscita. Ah no, non mi scapperai così facilmente.

Di fretta mi alzo anche io e lo raggiungo, —dove pensi di andare così velocemente?— chiedo mettendomi di fronte a lui, —devo andare a casa P'Jeff, potresti gentilmente spostarti?— mi risponde evitando a tutti i costi il mio sguardo. —Ti do un passaggio, ho parcheggiato qua vicino— dico bloccandogli la strada in modo che non possa scappare via. Alza gli occhi al cielo e rifiuta la mia offerta tentando di svignarsela; non lo farò andare via così. —Nong Barcode, dai. Fatti accompagnare da me, per favore~ — dico di nuovo guardandolo con gli occhi da cucciolo. Solo a questo punto posso vedere come tentenna e alla fine cede concedendomi l'onore di riportarlo a casa.

Camminiamo per qualche metro e arriviamo di fronte alla mia piccola, la mia bellissima Camaro nera, la mia gioia e il mio vanto. Mi avvicino alla portiera del passeggero e, da vero gentiluomo come sono, gliela apro —salga pure sulla sua carrozza principino— esclamo prendendolo un po' in giro e in risposta ricevo solo un'alzata di occhi. Salgo anche io e dopo avergli chiesto l'indirizzo di casa partiamo verso la nostra destinazione. Il viaggio prosegue in totale silenzio e so che neanche la musica può cambiare questa situazione, per cui non provo nemmeno ad accendere la radio.

Finalmente ci troviamo davanti casa sua: una villetta bianca a due piani con un giardino pieno di fiori ben curati sul davanti. Devo dire che è molto carina, dà un'aria parecchio accogliente e si vede che chi ci vive tiene all'aspetto esteriore della casa e che tutto sia in ordine e come si deve.

Scendo velocemente dall'auto e apro di nuovo la portiera a Barcode, —ed eccoci arrivati alla sua umile dimora principino, spero di poterti rivedere presto— dico facendogli l'occhiolino, e prima che potesse anche solo fare un passo gli lascio un bacio veloce sulla guancia lasciandolo fermo in piedi statico. Torno in auto e metto in moto, ma prima di ripartire gli rivolgo un ultimo sguardo, —ciao ciao mio piccolo Nong~ —. Adesso che sto guidando sono davvero curioso della sua reazione, non ho prove ma sono sicuro al 100% che sia arrossito.

Questo è solo l'inizio di come sono partite le cose tra noi.















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Spazio autrice
Beccatevi questo capitolo di quasi 1300 parole, ho deciso di esagerare avendo trovato l'ispirazione. Grazie per tutti i voti e specialmente per i commenti, muoio dal ridere ogni volta che li leggo <3

;my sun  //jeffbarcodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora