// Barcode's pov \\
Adesso spiegatemi come diamine mi sono ritrovato in questa situazione. Volevo tornare tranquillamente a casa camminando e prendendo l'autobus, invece sono nella maledettissima macchina di P'Jeff morendo di imbarazzo.
Durante il viaggio si fa spazio un silenzio alquanto incomodo e nella mia testa non faccio altro che pensare a quanto sono scemo per essermi fatto convincere a salire sulla sua auto, —no davvero, cosa ho fatto di così sbagliato per meritarmi questo?— continuo a ripetermi in testa secondo dopo secondo. Che poi, pensandoci bene, non è poi una brutta situazione quella di adesso: sono in macchina DA SOLO con P'Jeff e lui mi sta riportando a casa, mi ha anche aperto la portiera per salire!! Ed ecco che il disagio che avevo prima sparisce lievemente e rimango a fissare la strada davanti a me con un'espressione idiota.
Dopo non so quanto tempo finalmente arriviamo davanti casa mia e vedo come P'Jeff scende velocemente dall'auto per aprirmi di nuovo la portiera, —ed eccoci arrivati alla sua umile dimora principino, spero di poterti rivedere presto— mi dice con un sorrisetto sghembo a contornargli il viso. Dopo aver sentito e realizzato ciò che mi avesse detto qualche secondo prima, non posso far altro che restare a guardarlo accennando un sorriso mentre sento come la mia faccia comincia a riscaldarsi e, prima ancora che potessi dire qualcosa, percepisco delle soffici labbra baciare la mia guancia destra. Non ho il tempo di fare niente perché il ragazzo che si trovava accanto a me fino a poco fa, adesso è nuovamente sulla sua macchina pronto a rimettersi in moto. —Ciao ciao mio piccolo Nong~ —, queste sono le ultime parole che sento insieme al rumore di avvio del motore che mi risveglia dallo stato di trance in cui ero entrato.
< Fine flashback >
Continuo a rigirarmi nel letto con le mani in faccia pensando alle mille risposte che avrei potuto dare se non fossi rimasto fermo immobile come un deficiente. Sono stato fuori per dieci minuti buoni dopo quell'inutile bacio in guancia datomi da quel grandissimo eccentrico di Jeff Satur. Se non fosse perché mia madre mi aveva visto dalla finestra della cucina, adesso sarei ancora in mezzo alla strada con quella stupida faccia da ebete che mi ritrovo.
—Perché non ne faccio mai una giusta?!— urlo disperato dalla mia camera. Chiunque fosse passato accanto alla porta mi avrebbe preso per pazzo e forse è quello che sono: è più di venti minuti che non faccio che rimuginare sull'accaduto e continuo a tirare urletti poco virili sconfortato. —BARCODEEE, smetti di gridare come un bambino piccolo e scendi ad apparecchiare, è pronta la cena— dice mia madre dal piano di sotto, al che mi alzo sbuffando e inizio a scendere le scale blaterando qualcosa che non capisco neanche io stesso. Questo ragazzo mi ha reso più stupido di come lo ero già prima.
Sistemo la tavola e mi siedo, pronto a riempirmi di cibo per non pensare alle cavolate successe ore prima. Uno dopo l'altro finisco i piatti che mi venivano posati davanti agli occhi e, una volta sazio, mi alzo ringraziando e corro a chiudermi in camera disposto a finire quei pochi compiti che mi erano rimasti. Una volta dentro la stanza mi dirigo verso la scrivania con il solo scopo di studiare, cosa che, se vi state chiedendo, alla fine non sono riuscito a fare. L'intenzione c'era, è stata la voglia poi a mancarmi, più che voglia direi testa. Come posso studiare se non riesco a togliermi la sua cazzo di faccia dalla mente?! Rinuncio anche solo ad aprire il quaderno e preso dalla disperazione mi lancio sul letto non accorgendomi del telecomando che era appoggiato su di esso, inutile dire che con la fortuna che mi ritrovo, ci ho sbattuto fortissimo il naso.
Disperato e dolorante urlo e comincio a scalciare cercando un modo per smettere di pensare, —MA TUTTO A ME?! UN SOLO ATTIMO DI TRANQUILLITÀ CHIEDO NON DI PIÙ AH—. Tutto questo dura per una bella mezz'ora prima che mia sorella entri in stanza gridandomi contro di stare zitto lanciandomi una ciabatta in testa. Ormai demoralizzato decido di andare a farmi una doccia fredda per rimettermi in sesto e di cercare di dormire almeno un po'. —Domani andrà sicuramente meglio Barcode dai, su su na— mi ripeto a me stesso prima di cadere a terra mentre cercavo di raggiungere il bagno, e non credo sia necessario dirvi quali emozionanti parole siano uscite dalla mia bocca.
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;my sun //jeffbarcode
FanfictionJeff Satur, attore e cantante di 27 anni. Gli viene offerta la proposta di entrare a far parte del cast di una nuova serie chiamata "Kinnporsche" nel quale dovrà interpretare Kim, fratello minore della famiglia Theerapanyakul. Prima della proposta...