Capitolo 4

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Sabato notte. Turno quasi finito per Christian, ma di nuovo era rimasto solo quel ragazzo.

C: "Ancora tu? Devi continuare ancora con uno dei tuoi cosiddetti 'esperimenti'?"

M: "Esattamente. Comunque, io sono Mattia"

C: "Ho capito, Mattia. Però io vorrei proprio finire di sistemare in cucina e andarmene a casa"

M: "Non ci metterò ancora molto. E lascerò tutto pulito e in ordine, come ieri"

C: "E va bene" Gli rispose con tono rassegnato.

M: "E poi noi due siamo i più giovani qui. Ho pensato che magari potremmo, ecco, anche fare conoscenza e farci compagnia"

C: "Ci sarebbe anche quell'altra ragazza..."

M: "Ah certo, Serena"

Ah, ecco come si chiamava l'assistente di Sandra. Credeva di non averla ancora mai sentita chiamarla per nome, in effetti.

C: "Si può sapere a cosa stai lavorando?"

M: "Mi sto preparando per un concorso" E tirò fuori dalla tasca un foglio stropicciato. "Questo, vedi?"

C: "Una gara di cucina quindi?"

M: "Esattamente. C'è questa competizione, che qui fanno ogni anno. Si tratta di presentare un menu originale. Una commissione voterà i migliori tre menu e si vince un premio in denaro. Trecentomila euro per il primo posto, duecentomila per il secondo e centomila per il terzo"

C: "Uh però, niente male"

M: "No, infatti"

C: "Quindi stai cercando di preparare un menu per questo concorso?"

M: "Sì, e beh, ovviamente, gli strumenti che posso avere a disposizione qui, non li ho a casa"

C: "E se dovessi arrivare nei primi tre posti, cosa ne farai dei soldi?"

M: "Questo te lo dirò domani notte, se mi lascerai restare qui per un po', dopo che tutti gli altri se ne saranno andati"

C: "Rodolfo sa che vuoi partecipare a questo concorso?"

M: "Gli ho solo accennato alla cosa. Tanto di sicuro non sono una minaccia per lui. Lui partecipa ogni anno e arriva sempre nei primi posti. So che sarà difficile, ma vorrei almeno provarci. Mi andrebbe bene anche solo il terzo posto"

C: "Ho capito. D'accordo, ti lascerò i tuoi spazi per provare"

M: "Grazie, grazie, grazie. Ti prometto che non ti darò nessun fastidio"

Ma proprio in quel momento urtò inavvertitamente una bottiglia di vetro, che cadde in terra, rompendosi in mille pezzi"

C: "Mi sembra che tu faccia un po' troppe promesse"

M: "Mi dispiace, davvero. Sono mortificato. Ora raccolgo tutto"

E iniziò a raccogliere da terra a mani nude i cocci di vetro più grossi.

C: "Lascia stare, potresti farti male. Faccio io"


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