Capitolo 5

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Era già passato un mese da quando Christian si era trasferito a Bari e lavorava nel ristorante.

Ormai la notte di ogni fine settimana a fine turno rimanevano solo Christian e Mattia.

Mentre Christian finiva di pulire e sistemare, Mattia provava vari piatti per comporre il menu che voleva presentare per il concorso.

C: "Non mi hai ancora detto perché ci tieni così tanto a questo concorso"

M: "Sono un ballerino, sai, di danze latinoamericane e un insegnante di zumba anche. Qualche mese fa mi sono infortunato a un piede, però, e sto facendo delle terapie per guarire. Inoltre, vado ancora a scuola. Prima riuscivo a guadagnare qualcosa dando delle lezioni, ma ora non più. Le terapie costano e poi vorrei prendere la patente, quindi i soldi dei premi mi farebbero comodo, sempre che riesca a realizzare qualcosa"

C: "E' una cosa bella quella che stai facendo. Insomma, impegnarti così tanto per qualcosa"

M: "E tu? Non mi hai ancora detto molto di te"

C: "Non c'è molto da dire. Sono di Bergamo, ma sono venuto qui per lavorare per la stagione estiva. Come tutti, ho bisogno di soldi. Ho visto l'annuncio per il ristorante e ho risposto. Intanto ho preso anche un piccolo appartamento dove stare."

M: "Dove si trova il tuo appartamento?"

C: "Diciamo che non sono molto distante dall'università"

M: "Magari, quando abbiamo finito qui, possiamo fare un pezzo di strada insieme"

C: "D'accordo"

Christian aveva chiuso il locale e si stavano entrambi avviando in direzione di casa sua.

Essendo notte inoltrata, non incontrarono molte altre persone per la strada.

C: "Ecco, io sono arrivato"

M: "Ah quindi abiti qui."

C: "Sì, è un appartamento piccolo, ma tanto non ci sto molto essendo per la maggior parte del tempo al ristorante"

M: "Non siamo molto distanti. Ancora un quarto d'ora di camminata e sarò arrivato anche io.

Ci vediamo presto allora"

***

I turni insieme passavano più piacevolmente e velocemente.

Ormai Mattia faceva assaggiare a Christian ogni cosa che preparava, chiedendone il parere.

Almeno era sempre sincero, e questo lui lo apprezzava.

M: "Puoi assaggiare questo e dirmi cosa ne pensi?"

C: "No, non mi va ora"

M: "Per favore" E gli fece gli occhioni teneri da cucciolo.

C: "Uffa, e va bene. Però poi finisci, che voglio chiudere" Come si faceva a resistere a quel faccino.

M: "Sì, sì. Questo è l'ultimo davvero."

C: "Allora, secondo me manca qualcosa"

M: "Che cosa?"

C: "Mmmm, sale per esempio?"

M: "Ops, mi sa che ho proprio dimenticato di mettercelo"

C: "Per il resto non è male"

M: "Torniamo insieme a casa ora?"

C: "No, vai tu. Io vorrei ancora finire di sistemare qualcosa. Ci vediamo domani"

M: "Va bene, ma non fare troppo tardi"

Dopo avere fatto qualche metro di strada, Mattia si era ricordato di avere dimenticato una cosa al ristorante. Così tornò indietro, sperando che Christian non avesse già chiuso tutto.

Per fortuna la porta di ingresso era ancora aperta. Cercò Christian e lo trovò ancora in cucina, ma non si aspettava di vedere la scena che aveva davanti.

Christian stava sistemando un sacco a pelo in terra e sembrava si stesse preparando un letto improvvisato.

M: "Cosa significa questo? Tu dormi qui?" Gli chiese allibito.

C: "Ti prego Mattia, non dire niente a nessuno. Ti posso spiegare, ma ho davvero bisogno di questo lavoro."

M: "Non lo farò, se è questo che ti preoccupa"


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