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Vicoli stretti e claustrofobici confluiscono in altri vicoli che si fanno sempre più larghi ed io sto provando a raggiungere il culmine di questo intricato labirinto. Sulla mia testa, il plenilunio illumina solo parzialmente il tragitto e mi ritrovo a incespicare in rami secchi ed erba bagnata dalla rugiada notturna. Sono da sola, non odo un sibilo e non riesco quasi a vedere ad un palmo dal mio naso. Non so dove mi trovo. "Kay..." una voce sussurra il mio nome nel buio. "Chi sei?".

"Kay... sono qui" non riesco a riconoscerla quindi alzo il passo. "Non posso vederti... io..." mi muovo agitando le braccia "Sono qui, Kay. Segui solo la mia voce". Digrigno i denti, incespicando ancora in alcune sterpaglie. Più mi avvicino a quel punto, più la voce si fa nitida e così riconosco il Duca. Ora è di spalle, e si gira appena lo richiamo nell'oscurità. Assume un'aria corrucciata, seria. "Mio signore, dove siamo?" non risponde. Mi dà le spalle e prosegue verso un altro corridoio erboso quindi lo seguo, notando una luce che si fa sempre più accecante. "Mio signore? Paul?". Grido il suo nome appena lo perdo di vista. Un rampicante si attorciglia intorno alla mia caviglia, e mi trascina in profondità, all'indietro da dove penso di essere arrivata. "Kay!" di nuovo il mio nome echeggia nell'aria crepuscolare. "Kay, svegliati!". Inizio a grondare sudore, a sentirmi un tutt'uno con la tunica che indosso. Cammino a piedi nudi, i capelli si appiccicano alla nuca madida. Il rampicante mi libera della presa dolorante solo dopo una lunga serie di colpi. Affretto il passo, piego le ginocchia e inizio a correre, sempre più veloce senza riuscire a vedere la fine. Mi sento subito sollevare come se pesassi una piuma. È insolita la sensazione che avverto. È come fossi qui e allo stesso tempo mi trovassi altrove, oltre infinite barriere. Sbatto le ciglia e sono in bilico, in braccio a qualcuno. Non sudo più. Al caldo si è sostituita una brezza gelida che mi pervade repentina, attraversandomi la pelle. Vengo messa giù e subito sfioro le lenzuola morbide, tiepide. Mi guardo intorno e Paul è in piedi accanto a me. "Kay...".

"Dove sono?" chiedo, disorientata. "In camera mia. Hai camminato nel sonno... ti abbiamo trovato delirante all'esterno. La febbre alta ha provocato delle allucinazioni". Mi inumidisco le labbra con la punta della lingua e infine mi giro dall'altro lato, addormentandomi di colpo. Appena mi ridesto, mi sento leggermente meglio. Né bollente né gelida. Faccio per portarmi la mano alla fronte e qualcuno me lo impedisce. Paul ci si è addormentato sopra. Istintivamente, provo ad accarezzargli i capelli folti con l'altra e lui si sveglia, strabuzzando gli occhi. "Kay, hai aperto gli occhi, finalmente".

"La febbre?" lui abbozza un sorriso. "Si è abbassata. Adesso hai una temperatura normale... vuoi provare ad alzarti?" annuisco, porgendogli la mano per cercare il suo supporto. Paul mi sorregge, mettendo il braccio dietro alla mia schiena. Incrocio Halden fuori dalla porta che repentinamente mi butta le braccia al collo. "Dio, ero così in pensiero per te..." gli rivolgo un'occhiata scettica, domandandogli se abbiamo parlato, ultimamente. "Non te lo ricordi?" scuoto la testa. "La mia memoria sfarfalla. Quanto tempo sono stata incosciente?". Halden guarda il Duca accanto a me, dandogli la parola. "Due settimane" – "Spero non sia successo nulla di grave in mia assenza" loro due soffocano una risata. "La solita Kay. Ancora malandata, pensi alle vite degli altri" alzo lo sguardo verso Paul e noto le fossette ai lati della sua bocca. Mi sta sorridendo. "Ho sognato, prevalentemente e oggi ero in un labirinto che non finiva mai... dite che sono state tutte allucinazioni?" Paul sembra preoccupato. "Il labirinto esiste davvero, ma non credo tu ci sia mai stata perché l'ingresso è riservato a pochi. Persino io ci sono stato solo una volta quando ero adolescente...".

𝙁𝙊𝙍𝘽𝙄𝘿𝘿𝙀𝙉 | 𝙏.𝘾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora